Costruita dal censore Appio Claudio nel 312 pev nel tratto da Roma a Capua, segui l’espansione romana nell’italia meridionale e, dopo che i Romani giusero fino a Benevento, nel 268 pev. la Via Appia fu prolungata fino a Venosa. Non si sa con precisione quando fu compiuto l’ultimo tratto fino a Brindisi. Fu più volte restaurata e, in maniera sostanziale, in età imperiale da Traiano, che celebrò quest’opera con l’arco onorario ancora esistente a Benevento.
La via aveva stazioni per il cambio dei cavalli e per il pernottamento ogni dieci miglia circa. Nella zona delle paludi pontine era fiancheggiata per 19 miglia da un canale, che permetteva di andare per via d’acqua oltre che per terra. In alcuni tratti si resero necessari tagli di picchi rocciosi, ponti e opere di terrazzamento per sostenerla e renderne più agevole il percorso. Lungo quasi tutto il percorso era fiancheggiata da monumenti sepolcrali, più numerosi nelle vicinanze delle città, e specialmente nel tratto appena fuori Roma.
La via aveva stazioni per il cambio dei cavalli e per il pernottamento ogni dieci miglia circa. Nella zona delle paludi pontine era fiancheggiata per 19 miglia da un canale, che permetteva di andare per via d’acqua oltre che per terra. In alcuni tratti si resero necessari tagli di picchi rocciosi, ponti e opere di terrazzamento per sostenerla e renderne più agevole il percorso. Lungo quasi tutto il percorso era fiancheggiata da monumenti sepolcrali, più numerosi nelle vicinanze delle città, e specialmente nel tratto appena fuori Roma.