Era la tomba del Gladiatore il mausoleo di Saxa Rubra
CARLO ALBERTO BUCCI
GIOVEDÌ, 16 OTTOBRE 2008 LA REPUBBLICA - Roma
L´epigrafe di Marco Nonio, l´eroe di Russel Crowe
Gli archeologi: "Reperti di così grande bellezza non venivano alla luce da decenni"
È del condottiero romano che ha ispirato il Il Gladiatore di Ridley Scott il magnifico monumento funerario venuto alla luce negli ultimi mesi sulla via Flaminia. La gigantesca iscrizione scoperta insieme ad altre parti marmoree che rivestivano il mauseoleo, riportano il nome di Marco Nonio Macrino. Si tratta del soldato che, nell´interpretazione fantasiosa e fantastica di Russel Crowe, è diventato la star dell´arena Massimo Decimo Meridio.
Ne è convinta l´archeologa della Soprintendenza speciale di Roma Daniela Rossi che ieri, dopo l´anticipazione di Repubblica, intervistata da Giorgio Salvatori per il Tg2, ha parlato di un «ritrovamento eccezionale». «Erano almeno venti o trent´anni che a Roma non venivano alla luce pezzi di questa importanza», ha sottolineato la studiosa.
Straordinaria la potenza architettonica dei questi marmi. E straordinaria la possibilità di risalire al defunto per il quale il figlio, alla fine del secondo secolo d.C., ordinò il magnifico sepolcro. Intere colonne, trabeazioni integre, parti del timpano, fasci littori, tutti elementi coperti dal fango del Tevere e liberati dall´équipe guidata da Cristiano Ranieri. Un altro capolavoro a puntellare il sogno di un parco archeologico dell´antica Flaminia.
Il crollo non è stato toccato. È possibile che gli operai della calcina che si preparavano a farne calce - sorte toccata alla maggior parte dei marmi di spoglio della Città Eterna - siano stati sorpresi da un´inondazione del fiume che scorre a poche decine di metri da via Vitorchiano, oltre la pista ciclabile. E l´ipotesi che le vestigia marmoree appartengano proprio al mausoleo scoperto in un cantiere del costruttore Bonifaci - e non a uno spoglio realizzato in un altro punto della via consolare -, è confermata dalla presenza in loco del basamento dell´edificio funerario. La straordinarietà dell´architettura «non è solo nella bellezza dei singoli pezzi, nella qualità della manifattura», sostiene Daniela Rossi, ma è dovuta «anche alla possibilità di ricostruire il monumento poiché, come in una sorta di Pompei, il limo del Tevere ha occultato il monumento così come era crollato».
Per portare alla luce questa meraviglia sono stati abbattuti due vecchi capannoni industriali. Ma nell´area dovrebbero sorgere tre nuove palazzine residenziali. I lavori edili sono stati sospesi, per il momento. L´idea di rialzare in piedi i pezzi crollati lascia però intravedere l´ipotesi della musealizzazione del sito. Magari come è successo con il mauseoleo rinvenuto negli anni Ottanta davanti alla Rai di Saxa Rubra, con la fornace appena ritrovata poco distante. Dai sepolcri del sito di Sesto miglio, alla casa di Livia a Prima Porta, il progetto di un parco archeologico della Flaminia fa tappa ora anche sul monumento di Marco Nonio Macrino.