LA FRANCIA
Dopo l’alta Italia e la penisola iberica, diventa baluardo della romanizzazione dell’Europa occidentale la Francia, e tale resta anche durante e dopo la conquista germanica. Augusto, che vi soggiorna nel 39-38, nel biennio 27-25, nel 16 e nel 10 a.C. organizza nel 27 la Gallia, e nel 20 costituisce la Gallia Narbonese a provincia senatoria. Poi pacifica i confini montuosi, innalzando nel 25 trofei a Lugdunum Convenarum e tra il 7 e il 6 a La Turbie. Nel 69 le Alpi Cozie sono ridotte a provincia. Nel quadriennio 21-25 insorgono Floro e Sacrovir, nel 68 Vindice, col quale i Romani combattono intorno a Besancon. Nuove lotte si scatenano nel 69 e nel 70.
La provincia della Gallia Narbonese viene sin dall’inizio romanizzata, mediante l’insediamento di colonie militari ai piedi delle cittadelle celtiche e con l’influenza esercitata sui vicini (soprattutto riguardo la forma delle abitazioni e la lavorazione della ceramica). Con la fine di Marsiglia e della sua cultura greca nel 49 a.C. l’elemento romano si rafforza. Cesare fonda le colonie di veterani: Narbonne, Arelate (Arles), Arausio (Orange), Apta (Abt), Valentia (Valence); Ottaviano fonda nel 30 Forum Julii (Fréjus), e, divenuto Augusto, Avignone, Carpentras, Vaison, Vienne e altre. Le più importanti stazioni di scambi dei Celti vengono favorite e sviluppate. Queste sono Tolosa (Toulouse) e Nemausus (Nimes), che si rende indipendente da Marsiglia ed è dotata di un tempio di Cesare (noto come La Maison Carrée) e di una cinta muraria, fatta costruire da Augusto tra il 16 e il 5. Con l’assimilazione di tutti gli espedienti della tecnica edilizia romana del tempo di Augusto e di Claudio, e con la diffusione dei metodi italici nella coltivazione della vite, dell’ulivo e della frutta e la partecipazione alla vita spirituale romana, la Gallia Narbonese (patria di Pompeo Trogo e di Antonino Pio, nativo di Nemausus), che è costituita a provincia senatoriale nel 22 a.C., diventa culturalmente la continuazione dell’Italia. L’influsso culturale della Gallia Narbonese si estende sui confinanti popoli dei Ruteni e degli Arverni e diffonde in tutta la Gallia l’imitazione della « terra sigillata » italica ossia della ceramica,
i cui centri di produzione sono Condatomagus (La Graufesenque) dal 25 al 120 e Lezoux dal 40 al 150. Gli Allobrogi, abitatori della regione intorno a Ginevra, ottengono nel 40 d.C. la cittadinanza romana.
La regione tra i Pirenei e la Gironda, sede di una popolazione iberica, mantiene fino nel II secolo i suoi contatti con la Spagna, nonostante l’ampliamento dell’Aquitania fino alla Loira avvenuto nel 16 a.C. Ai piedi dei Pirenei, presso le miniere e le sorgenti medicamentose, sorgono vere e proprie località romane, come ad esempio Dax e Saint Bertrand. Nella cittadina di Mediolanum (Saintes) e a Burdigala, l’odierna Bordeaux .
Dopo l’alta Italia e la penisola iberica, diventa baluardo della romanizzazione dell’Europa occidentale la Francia, e tale resta anche durante e dopo la conquista germanica. Augusto, che vi soggiorna nel 39-38, nel biennio 27-25, nel 16 e nel 10 a.C. organizza nel 27 la Gallia, e nel 20 costituisce la Gallia Narbonese a provincia senatoria. Poi pacifica i confini montuosi, innalzando nel 25 trofei a Lugdunum Convenarum e tra il 7 e il 6 a La Turbie. Nel 69 le Alpi Cozie sono ridotte a provincia. Nel quadriennio 21-25 insorgono Floro e Sacrovir, nel 68 Vindice, col quale i Romani combattono intorno a Besancon. Nuove lotte si scatenano nel 69 e nel 70.
La provincia della Gallia Narbonese viene sin dall’inizio romanizzata, mediante l’insediamento di colonie militari ai piedi delle cittadelle celtiche e con l’influenza esercitata sui vicini (soprattutto riguardo la forma delle abitazioni e la lavorazione della ceramica). Con la fine di Marsiglia e della sua cultura greca nel 49 a.C. l’elemento romano si rafforza. Cesare fonda le colonie di veterani: Narbonne, Arelate (Arles), Arausio (Orange), Apta (Abt), Valentia (Valence); Ottaviano fonda nel 30 Forum Julii (Fréjus), e, divenuto Augusto, Avignone, Carpentras, Vaison, Vienne e altre. Le più importanti stazioni di scambi dei Celti vengono favorite e sviluppate. Queste sono Tolosa (Toulouse) e Nemausus (Nimes), che si rende indipendente da Marsiglia ed è dotata di un tempio di Cesare (noto come La Maison Carrée) e di una cinta muraria, fatta costruire da Augusto tra il 16 e il 5. Con l’assimilazione di tutti gli espedienti della tecnica edilizia romana del tempo di Augusto e di Claudio, e con la diffusione dei metodi italici nella coltivazione della vite, dell’ulivo e della frutta e la partecipazione alla vita spirituale romana, la Gallia Narbonese (patria di Pompeo Trogo e di Antonino Pio, nativo di Nemausus), che è costituita a provincia senatoriale nel 22 a.C., diventa culturalmente la continuazione dell’Italia. L’influsso culturale della Gallia Narbonese si estende sui confinanti popoli dei Ruteni e degli Arverni e diffonde in tutta la Gallia l’imitazione della « terra sigillata » italica ossia della ceramica,
i cui centri di produzione sono Condatomagus (La Graufesenque) dal 25 al 120 e Lezoux dal 40 al 150. Gli Allobrogi, abitatori della regione intorno a Ginevra, ottengono nel 40 d.C. la cittadinanza romana.
La regione tra i Pirenei e la Gironda, sede di una popolazione iberica, mantiene fino nel II secolo i suoi contatti con la Spagna, nonostante l’ampliamento dell’Aquitania fino alla Loira avvenuto nel 16 a.C. Ai piedi dei Pirenei, presso le miniere e le sorgenti medicamentose, sorgono vere e proprie località romane, come ad esempio Dax e Saint Bertrand. Nella cittadina di Mediolanum (Saintes) e a Burdigala, l’odierna Bordeaux .