Chiavenna. Mura, probabilmente di epoca romana, sono state ricoperte
Daniele Prati
22/10/2008 - LA PROVINCIA
ChiavennaUn manto nero, uno strato di ghiaia e uno di terra. Chiavenna dice addio, anche se forse non definitivamente, ai resti di mura antiche ritrovate nell'area dell'ex tennis di via Picchi.
Nei giorni scorsi è avvenuto quanto i cittadini che avevano lanciato una raccolta di firme temevano. Le mura, probabilmente di epoca romana, sono state ricoperte. Non si tratta di una soluzione drastica, quantomeno. I resti non sono stati rimossi ma solamente ricoperti, anche per proteggerli dalle intemperie.
Come sempre i primi ad accorgersi delle novità in corso nel cantiere sono stati i visitatori del parco del Paradiso, che sovrasta un'area altrimenti difficilmente visibile a causa delle mura perimetrali abbastanza alte. Le ruspe sono entrate in azione nei giorni scorsi e nel giro di poco hanno completato i lavori. Prima un manto nero probabilmente protettivo e quindi il materiale meno pregiato. Cosa succederà ora rimane un mistero. E' possibile che la copertura dei reperti sia solo temporanea, in attesa che vengano realizzati gli interventi della realizzazione dell'unità abitativa del proprietario dell'area previsti nel piano di intervento approvato dal comune negli anni scorsi. Altrettanto è possibile, però, che la soluzione si definitiva.
Una strada che permetterebbe la conservazione per il futuro delle mura, ma che ne impedirebbe la fruizione per il pubblico nel breve periodo. Proprio quello che vorrebbero, invece, i promotori della petizione avviata la scorsa settimana.
Un'idea lanciata dopo che gli scavi completi nell'area avevano portato alla luce un vero e proprio angolo di città ottimamente conservato. Tutto, ovviamente, è in mano alla Sovrintendenza ai Beni Archeologici di Milano, che in queste settimane è ormai di casa in riva al Mera. All'organismo di tutela spetta decidere cosa fare delle mura chiavennasche.
Una prerogativa sottolineata la scorsa settimana anche dall'amministrazione comunale di Chiavenna, che ha ribadito la massima fiducia nelle decisioni degli esperti. L'unica notizia che appare certa finora è che i reperti rimuovibili ritrovati nell'area, come monete e parti di vasi e anfore, rimarranno in valle e andranno a rimpinguare gli spazi espositivi del Museo della Valchiavenna.
Scongiurato il rischio, insomma, che tutto finisse dimenticato in qualche polveroso magazzino milanese. Si parla, in questo caso, di una quantità di materiale considerevole. Una ventina di casse di reperti che sicuramente andranno a modificare in modo sensibile la proposta culturale del museo.
Daniele Prati
22/10/2008 - LA PROVINCIA
ChiavennaUn manto nero, uno strato di ghiaia e uno di terra. Chiavenna dice addio, anche se forse non definitivamente, ai resti di mura antiche ritrovate nell'area dell'ex tennis di via Picchi.
Nei giorni scorsi è avvenuto quanto i cittadini che avevano lanciato una raccolta di firme temevano. Le mura, probabilmente di epoca romana, sono state ricoperte. Non si tratta di una soluzione drastica, quantomeno. I resti non sono stati rimossi ma solamente ricoperti, anche per proteggerli dalle intemperie.
Come sempre i primi ad accorgersi delle novità in corso nel cantiere sono stati i visitatori del parco del Paradiso, che sovrasta un'area altrimenti difficilmente visibile a causa delle mura perimetrali abbastanza alte. Le ruspe sono entrate in azione nei giorni scorsi e nel giro di poco hanno completato i lavori. Prima un manto nero probabilmente protettivo e quindi il materiale meno pregiato. Cosa succederà ora rimane un mistero. E' possibile che la copertura dei reperti sia solo temporanea, in attesa che vengano realizzati gli interventi della realizzazione dell'unità abitativa del proprietario dell'area previsti nel piano di intervento approvato dal comune negli anni scorsi. Altrettanto è possibile, però, che la soluzione si definitiva.
Una strada che permetterebbe la conservazione per il futuro delle mura, ma che ne impedirebbe la fruizione per il pubblico nel breve periodo. Proprio quello che vorrebbero, invece, i promotori della petizione avviata la scorsa settimana.
Un'idea lanciata dopo che gli scavi completi nell'area avevano portato alla luce un vero e proprio angolo di città ottimamente conservato. Tutto, ovviamente, è in mano alla Sovrintendenza ai Beni Archeologici di Milano, che in queste settimane è ormai di casa in riva al Mera. All'organismo di tutela spetta decidere cosa fare delle mura chiavennasche.
Una prerogativa sottolineata la scorsa settimana anche dall'amministrazione comunale di Chiavenna, che ha ribadito la massima fiducia nelle decisioni degli esperti. L'unica notizia che appare certa finora è che i reperti rimuovibili ritrovati nell'area, come monete e parti di vasi e anfore, rimarranno in valle e andranno a rimpinguare gli spazi espositivi del Museo della Valchiavenna.
Scongiurato il rischio, insomma, che tutto finisse dimenticato in qualche polveroso magazzino milanese. Si parla, in questo caso, di una quantità di materiale considerevole. Una ventina di casse di reperti che sicuramente andranno a modificare in modo sensibile la proposta culturale del museo.