sabato 11 dicembre 2010

WELCOME CENTRE? PER SCOPRIRE ROMA È MEGLIO UN LIBRO

WELCOME CENTRE? PER SCOPRIRE ROMA È MEGLIO UN LIBRO
ADRIANO LA REGINA
MERCOLEDÌ, 08 DICEMBRE 2010 LA REPUBBLICA - Roma

Il culmine dell´attenzione, nella presentazione del programma di riqualificazione dell´area archeologica centrale, è stato raggiunto con la relazione dell´assessore Croppi sull´istituendo museo in via dei Cerchi. Tutto il resto era già noto: i lavori in corso e quelli annunciati dal Comune e dal Ministero consistono nella normale attuazione di programmi già formulati da anni.
Il museo è invece qualcosa di nuovo, tanto nuovo che è ancora indefinito. Il tema è però avvincente visto che si preannuncia la disponibilità degli edifici che si trovano tra la piazza della Bocca della Verità e il Circo Massimo: 25.000 metri quadrati di superficie da destinare a nuove funzioni dopo lo sgombero di uffici e di altre occupazioni. La parte adibita a sede, ora dismessa, dell´anagrafe elettorale in via dei Cerchi era già un museo; reca infatti ancora leggibile sulla facciata ‘Palazzo dei Musei´, ed ospitò le pregevoli collezioni del Museo della Civiltà Romana, ora all´EUR.
L´isolato è di enorme interesse non solo artistico – vi è incastonata la basilica di S. Maria in Cosmedin – ma anche archeologico; vi sono infatti i resti dell´Ara Massima di Ercole e di altre antichità che dovrebbero essere meglio esplorate in occasione dei lavori.
Il nuovo Museo della Città è concepito per ‘mostrare l´evoluzione storica e urbanistica di Roma; il punto di partenza fisico e simbolico di un percorso di visita della città (Welcome Centre)´. Una parte degli spazi dell´isolato sarebbe inoltre usata per ospitare un albergo di qualità superiore. Tutto questo si può fare, naturalmente, ma non sarebbe un museo. Un museo archeologico per rappresentare la storia di un particolare àmbito urbano è nella Crypta Balbi. Una descrizione delle trasformazioni subite dall´intera città di Roma dall´antichità ad oggi si può invece ottenere molto meglio con un libro.
Si stenta a comprendere che un museo, per quanto adeguato alle nuove tecniche di comunicazione, per quanto innovato nelle sue modalità di sostentamento, è pur sempre un luogo di diffusione della conoscenza, di studio e di ricerca. È un luogo di conoscenza analitica, perché vi si conservano ed offrono al pubblico documenti originali. Studio e ricerca sono i presupposti della conoscenza. Ma ieri non se ne è parlato.