lunedì 27 dicembre 2010

Il degrado divora i bagni di Agrippa

Il degrado divora i bagni di Agrippa
DOMENICA, 28 NOVEMBRE 2010 IL TIRRENO

Legambiente lancia l’allarme, ma la Soprintendenza non ha i soldi per un intervento radicale di tutela del sito archeologico

Pianosa, i resti della villa romana usati in paese come banco da lavoro

Non solo in Campania, dove di recente è crollata la Casa dei gladiatori di Pomperi. Anche in Toscana, per l’esattezza sull’isola di Pianosa, ci sono rovine romane in stato di abbandono. Si tratta dei “bagni di Agrippa”, il complesso protoimperiale sulla spiaggia di Cala Giovanna, dove 2mila anni fa veniva esiliato il principe Agrippa Postumo, nipote dell’imperatore Augusto.
Oggi, di questi “bagni”, resta soltanto una struttura in stato di abbandono, senza contare i vandalismi. Sul sito, oltre al cemento e al piombo incastonati fra le mura, poggia una tensostruttura protettiva che Umberto Mazzantini, responsabile Legambiente per le isole minori, definisce «una sorta di gazebo della festa dell’Unità».
L’esponente ambientalista sostiene che ci si trova di fronte ad un reperto «lasciato a se stesso» per cui, dice, «bisogna intervenire prima che sia troppo tardi». Ma oltre al danno dell’abbandono, anche la beffa: alcuni resti della villa romana vengono oggi utilizzati come banco da lavoro in un cortile vicino alla spiaggia.
Ma la situazione dei “bagni“ è l’immagine speculare di Pianosa, un’isola in disarmo. La principale causa è la mancanza di risorse per qualsiasi intervento. Che non ci siano soldi lo conferma Silvia Ducci, responsabile dell’area per la Soprintendenza. «E’ una situazione inaccettabile per un sito di questo valore. Noi proviamo a fare il massimo con quello che abbiamo a disposizione» dice. Un piccolo finanziamento sarà usato a primavera per togliere la ruggine dalla tensostruttura e pulire il sito. E c’è un accordo col Comune di Campo Elba per rendere i “bagni” fruibili alle visite turistiche.