Marsala, tornano alla luce le antiche Terme romane
Dino Barraco
Giornale di Sicilia 26/11/2010
Dopo il decumano, nuova sensazionale scoperta nell'area del viale Vittorio Veneto: il pavimento a mosaico è quasi integro
MARSALA. A Marsala nuove sensazionali scoperte nell'area archeologica del Viale Vittorio Veneto che si conferma un'autentica miniera di reperti e di testimonianze del ruolo che la città ha avuto dopo le invasioni barbariche. Dopo il "decumano massimo", le tombe risalenti al 6'-7 secolo dopo Cristo con scritte in greco e croci inscritte in cerchi rossi, i resti di abitazioni private, la condotta fognaria ed altri originali reperti riportati alla luce dagli scavi effettuati a "cantiere aperto" dalla "Hera Restauri" di Benevento e la "Restaurarte" di Acireale, un'altra eccezionale scoperta archeologica è stata fatta negli ultimi giorni, sotto la direzione scientifica del dirigente della Soprintendenza di Trapani Rossella Giglio e con il lavoro di scavo fatto dagli archeologi Pierfrancesco Vecchio e Paola Palazzo, con l'assistenza di Maria Grazia Griffo. Si tratta di un impianto termale, perfettamente conservato, inglobato nelle imponenti fortificazioni conservate in altezza per più di due metri. Un impianto che presenta delle colonnine di pietra lavica e terracotta, perfettamente conservate, con tracce dell'antica copertura e una pavimentazione a mosaico pressochè integra. Questa sembra essere della stessa fattura di quella che dal 1939 fa bella mostra di sé nella cosiddetta "insula romana" ed è addirittura in migliore stato di conservazione. L'impianto termale oltre a testimoniare la consistenza archeologica dell'area oggetto della campagna di scavi in corso finanziata per 500 mila euro dal Comune, documenta la presenza di punti nodali della topografia dell'antica Lilibeo, relativi sia all'abitato e alle strade che delimitavano gli isolati, sia le fortificazioni costiere dove, secondo le ricerche svolte negli anni, ci sarebbe una porta monumentale, accesso alla città dall' antico porto. «Le odierne ricerche - dice Rossella Giglio - sono state finalizzate alla verifica scientifica della grande area archeologica di Capo Boeo. «Il progetto che la Soprintendenza sta portando avanti - continua Rossella Giglio - ha consentito di indagare diverse aree fra quelle di maggiore interesse e spicco all'interno del parco archeologico favorendo l'esplorazione di nuovi siti e l'approfondimento di aree già note allo scopo di acquisire maggiori informazioni sulle vicende storiche che hanno caratterizzato le diverse fasi insediative della città dall'età punica a quella medievale». Intanto i lavori lungo il viale Vittorio Veneto hanno riportato alla luce un ulteriore tratto del "decumano massimo" che sarà il fulcro del parco e sarà reso fruibile a turisti e visitatori. Dalla attuale campagna di scavi è emerso fra l'altro che anche le strade laterali e i cardini, così come il "decumano massimo" sono lastricate con basole della cosiddetta "pietra bianca di Trapani".