Bacoli, evacuati tre edifici sulle grotte romane
Corriere del Mezzogiorno 4 dic 2010 Napoli
NAPOLI - Lo sgombero di tre edifici pericolanti che sorgono al di sopra della grotta di Cocceio, il cunicolo scavato in epoca romana per collegare il lago d’Averno con Cuma, è stato disposto dalla Procura per motivi di sicurezza, dopo che la Soprintendenza ai beni archeologici aveva inviato una segnalazione. Il provvedimento del pm Federico Bisceglia stato attuato ieri pomeriggio tra le proteste da parte di guardia forestale e polizia di stato; solo due, fortunatamente, le famiglie interessate (uno degli edifici è infatti un deposito). La situazione di pericolo fu segnalata per la prima volta al Comune di Bacoli nel 1999, ma, secondo gli investigatori, nessun provvedimento è stato da allora mai preso per mettere in sicurezza gli stabili e le ordinanze di sgombero emesse dal Comune non sono mai state eseguite. La Soprintendenza, constatato che, anche a seguito delle abbondanti piogge delle ultime settimane, la situazione si è aggravata, ha deciso di informare il pm segnalando il «pericolo gravissimo». Gli edifici sorgono sopra l’antico cunicolo, costruito intorno al 37 a.C. da Lucio Cocceio Aucto, e in particolare nel punto in cui il diaframma di terreno vulcanico è più sottile. Il sequestro con conseguente sgombero rappresenta un provvedimento d’urgenza; nei prossimi giorni il pm approfondirà la situazione degli edifici, verificando in particolare se la loro costruzione sia stata autorizzata o meno. Un altro aspetto da chiarire riguarda la mancata applicazione delle ordinanze di sgombero, notificate ma di fatto mai eseguite. La vicenda, che segue di pochi giorni i gravissimi crolli di Pompei, ripropone il problema della gestione e della salvaguardia dei beni culturali in provincia di Napoli. La grotta di Cocceio fu gravemente danneggiata dall’esplosione di un deposito di armi avvenuta durante la seconda guerra mondiale; successivamente, l’intera zona è stata stravolta dalla cementificazione selvaggia.