Il Teatro Romano e le sue sculture
CORRIERE DEL VENETO 19 nov 2010 Verona
Frutto di un lavoro che procede dal 1998 sui tanti e preziosi materiali conservati nei depositi, un lavoro organizzato dall’assessorato alla Cultura con esposizioni cicliche raccolte sotto l’etichetta di «Invisibilia», al Museo Archeologico sono oggi visibili materiali inediti per la mostra «Il Teatro Romano e le sue sculture». Un’esposizione di particolare valore, come spiega la conservatrice e curatrice Margherita Bolla: «Pur se frammentari, i pezzi esposti mostrano un’evidente qualità artistica e un grande significato connesso proprio al complesso monumentale del Teatro Romano». Il pezzo più pregiato è una sfinge in marmo (nella foto), rimasta per 50 anni divisa in più parti nei depositi. Fu ritrovata negli scavi ottocenteschi di Andrea Monga e da lui ricomposta assemblando parti incongrue tra loro. La sfinge, che probabilmente decorava un sedile riservato alle personalità, è stata completamente restaurata e riportata a uno stato più vicino possibile a quello originario. I pezzi più affascinanti sono i pochi frammenti in bronzo dorato, mai esposti finora, di una statua equestre, probabilmente di un imperatore, accostabile a quella di Marco Aurelio a Roma, finita sotto i colpi della fame antica di metalli. Non solo di interesse locale