ROMA - Splendori e colori della pittura romana "salvata" dalla lava
CARLO ALBERTO BUCCI
19 DICEMBRE 2007, LA REPUBBLICA - Roma
Eccezionale mostra al Museo nazionale con cento affreschi da Napoli e Roma
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I rossi profondi, i gialli solari, i rosa pallidi degli incarnati di matrone, divinità olimpiche e piccoli Eros, restituiscono il tepore del colore umano anche alle immacolate, esangui sculture classiche che li accolgono. Ed è un effetto di ritorno alla vita dell´antica Roma che si può provare da domani visitando il piano intermedio della mostra Rosso pompeiano, allestita su tre livelli di palazzo Massimo. Le une davanti alle altre, ecco la Fanciulla di Anzio, e le "sorelle" della collezione permanente, accogliere le ospiti giunte dal Museo archeologico di Napoli: la Sacerdotessa che si fa vestire dalle sue ancelle, la Pittrice al lavoro o le altre matrone della sezione dedicata alla vita quotidiana: un´esistenza giunta fino a noi integra nonostante l´eruzione del Vesuvio e i tagli decisi dagli archeologi borbonici per trasformare gli affreschi staccati dai muri trovati a Pompei in migliaia di "quadri".
E sono ben cento i capolavori prestati da Napoli per questa mostra che permette di vedere ciò che il museo partenopeo tiene nei depositi in attesa del riallestimento della sezione sulla pittura. Il gigantesco, magnifico grifo dalla villa dei Misteri di Pompei, che apre la mostra romana e ne è simbolo; poi la sezione del teatro, con le tante maschere dagli accesi colori e il divo del palcoscenico nel camerino (pezzo che sembra uscito dalla Metafisica di De Chirico); l´architettura dipinta di rosso o la superficie in nero della villa di Agrippa; fino alle tante "nature morte" attraverso cui i signori di Pompei, Stabia ed Ercolano ostentavano le raffinatezze culinarie delle loro cucine: sono alcuni dei riquadri esposti nel museo di piazza dei Cinquecento che ha di suo, e ha inserito nel percorso, lo straordinario tesoro dei dipinti delle ville della Farnesina, di Castel di Guido e di Livia a Prima Porta.
Le curatrici della mostra, Rita Paris e Rosanna Friggeri della Soprintendenza di Roma, sottolineano che l´esposizione - la prima di questo respiro in palazzo Massimo - si concentra sul periodo d´oro della pittura romana, nei due secoli a cavallo della nascita di Cristo, quando la bellezza di una casa e la raffinatezza del padrone passavano per i colori stesi nell´intonaco e non attraverso lo sfarzo dei marmi, come succederà in seguito. E a immergere lo spettatore nella pittura pompeiana ci sono tre stanze intere, due dei triclini di Moregine e la Casa del Bracciale d´oro, che, grazie anche all´allestimento rigoroso, fanno da viatico per quando, dal 2 marzo, i il pubblico potrà andare in visita alla Domus di Augusto sul Palatino. E lì il rosso respira ancora nei muri di 2000 anni fa secondo il grande, ma posato disegno del primo imperatore.
Rosso pompeiano, Museo nazionale romano, piazza dei Cinquecento 67, da domani al 30 marzo, ingresso 10 euro (catalogo Electa): tel. 06 39967700.
CARLO ALBERTO BUCCI
19 DICEMBRE 2007, LA REPUBBLICA - Roma
Eccezionale mostra al Museo nazionale con cento affreschi da Napoli e Roma
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I rossi profondi, i gialli solari, i rosa pallidi degli incarnati di matrone, divinità olimpiche e piccoli Eros, restituiscono il tepore del colore umano anche alle immacolate, esangui sculture classiche che li accolgono. Ed è un effetto di ritorno alla vita dell´antica Roma che si può provare da domani visitando il piano intermedio della mostra Rosso pompeiano, allestita su tre livelli di palazzo Massimo. Le une davanti alle altre, ecco la Fanciulla di Anzio, e le "sorelle" della collezione permanente, accogliere le ospiti giunte dal Museo archeologico di Napoli: la Sacerdotessa che si fa vestire dalle sue ancelle, la Pittrice al lavoro o le altre matrone della sezione dedicata alla vita quotidiana: un´esistenza giunta fino a noi integra nonostante l´eruzione del Vesuvio e i tagli decisi dagli archeologi borbonici per trasformare gli affreschi staccati dai muri trovati a Pompei in migliaia di "quadri".
E sono ben cento i capolavori prestati da Napoli per questa mostra che permette di vedere ciò che il museo partenopeo tiene nei depositi in attesa del riallestimento della sezione sulla pittura. Il gigantesco, magnifico grifo dalla villa dei Misteri di Pompei, che apre la mostra romana e ne è simbolo; poi la sezione del teatro, con le tante maschere dagli accesi colori e il divo del palcoscenico nel camerino (pezzo che sembra uscito dalla Metafisica di De Chirico); l´architettura dipinta di rosso o la superficie in nero della villa di Agrippa; fino alle tante "nature morte" attraverso cui i signori di Pompei, Stabia ed Ercolano ostentavano le raffinatezze culinarie delle loro cucine: sono alcuni dei riquadri esposti nel museo di piazza dei Cinquecento che ha di suo, e ha inserito nel percorso, lo straordinario tesoro dei dipinti delle ville della Farnesina, di Castel di Guido e di Livia a Prima Porta.
Le curatrici della mostra, Rita Paris e Rosanna Friggeri della Soprintendenza di Roma, sottolineano che l´esposizione - la prima di questo respiro in palazzo Massimo - si concentra sul periodo d´oro della pittura romana, nei due secoli a cavallo della nascita di Cristo, quando la bellezza di una casa e la raffinatezza del padrone passavano per i colori stesi nell´intonaco e non attraverso lo sfarzo dei marmi, come succederà in seguito. E a immergere lo spettatore nella pittura pompeiana ci sono tre stanze intere, due dei triclini di Moregine e la Casa del Bracciale d´oro, che, grazie anche all´allestimento rigoroso, fanno da viatico per quando, dal 2 marzo, i il pubblico potrà andare in visita alla Domus di Augusto sul Palatino. E lì il rosso respira ancora nei muri di 2000 anni fa secondo il grande, ma posato disegno del primo imperatore.
Rosso pompeiano, Museo nazionale romano, piazza dei Cinquecento 67, da domani al 30 marzo, ingresso 10 euro (catalogo Electa): tel. 06 39967700.