giovedì 27 dicembre 2007

PALATINO: "Così ho visto i colori della volta"

ROMA - PALATINO: "Così ho visto i colori della volta"
CARLO ALBERTO BUCCI
MERCOLEDÌ, 21 NOVEMBRE 2007, LA REPUBBLICA - Roma

Il professor Croci racconta come è stato scoperto il Lupercale


"La grotta della lupa di Romolo e Remo era lì, a quindici metri sotto terra"
"È quasi certamente il luogo venerato come l´antro dei gemelli"
"In un mese si può riuscire a calare un uomo nella zona del crollo"


«L´ingegner Russo mi chiamò immediatamente. Urlava come un pazzo, ma di felicità: "Corri, l´abbiamo trovata! È piena di mosaici, pietre, colori, è una meraviglia!". Allora ho guardato anche io. Davanti ai miei occhi è apparso uno spettacolo indimenticabile: la grotta della lupa di Romolo e Remo era lì, a quindici metri sotto terra». Il professor Giorgio Croci è l´ingegnere che ha fatto scendere l´occhio elettronico nelle viscere del Palatino: «Il merito della scoperta è degli archeologi, di Irene Iacopi e della sua équipe» precisa lo strutturista della Sapienza chiamato a lavorare per la Soprintendenza archeologica di Roma e ora, dall´Unesco, per una consulenza sulla statica dei templi di Angkor Wat, in Cambogia.
Professore, che ci fa lei in mezzo agli archeologi?
«Lavoriamo insieme al Palatino. E abbiamo iniziato questi sondaggi sotterranei perché, loro, cercano le origini di Roma mentre io una soluzione ai cedimenti della casa di Augusto che si trova più in alto e che abbiamo dovuto puntellare per il pericolo di crolli».
Quanti fori avete fatto prima di arrivare alla scoperta?
«Non molti. Prima abbiamo fatto scendere una "fibra ottica", come quelle che si usano per scandagliare il corpo umano. Ed è saltata fuori la cupola sepolta. Allora abbiamo allargato il buco in terra fino a 30 centimetri di diametro, scavando nella zona della volta crollata. Poi abbiamo fatto scendere il laser scanner. È uno strumento che fino a 10 anni fa non esisteva e che ci ha "costruito" l´immagine del luogo di culto, decorato e valorizzato per volere di Augusto».
Immagine "costruita"? In che senso?
«Perché le centinaia di foto del laser sono state rielaborate al computer che le ha ricomposte, come fosse un collage, dandoci le misure esatte dell´ambiente».
Sicuri che è la grotta del lupercale?
«Gli archeologi dicono che per il 95 per cento è questo il luogo che i romani veneravano come la grotta in cui la lupa allattò i gemelli. È la più grande scoperta avvenuta sul Palatino».
Ha un valore solo storico o anche artistico?
«L´importanza storica è predominante. Ma le cupole e gli archi sono invenzioni degli architetti romani. E qui parliamo di un ambiente con una volta di circa 6 metri e mezzo di diametro, a 8 circa da terra. La sala ottagona della Domus Aurea o il Pantheon vengono molto tempo dopo».
Quale sarà il passaggio attraverso cui scenderete nella grotta?
«L´apertura si può allargare fino a 60 centimetri per calarci un uomo. In un mese si può fare».