giovedì 27 dicembre 2007

Mura aureliane, record di danni Nessuno puntella il crollo. Tutti i punti più a rischio

ROMA - Mura aureliane, record di danni Nessuno puntella il crollo. Tutti i punti più a rischio
CARLO ALBERTO BUCCI
SABATO, 03 NOVEMBRE 2007 LA REPUBBLICA - Roma

Dopo l´incidente di giovedì sera, il Comune annuncia che il piano dei restauri è in via di definizione. Ma molti tratti sono in mano ai privati

Nessun operaio è venuto a puntellare i bordi slabbrati della ferita inferta nelle Mura Aureliane dal crollo di giovedì sera sul tratto di viale Pretoriano, alle spalle di San Lorenzo. È dal 2001 che i 19 chilometri di cinta muraria, il grande malato di Roma, un cordone di pietre antiche e rinascimentali che stanno in piedi per miracolo, perde i pezzi un sasso alla volta, in uno stillicidio di crolli (grandi e piccoli) cui il Comune ha fatto fronte con interventi di restauro costosissimi. Ma per mettere in sicurezza tutto il perimetro e farne finalmente un belvedere percorribile sulla Città Eterna, ci vorrebbe qualcosa come 100 milioni di euro, stimano i funzionari del Comune. Invece...
Subito dopo lo smottamento dell´altra sera di una parte della fodera cinquecentesca in blocchetti di tufo, la sovraintendenza ai Beni culturali del Comune ha telefonato all´ufficio Edilizia monumentale per far mandare, l´indomani mattina, una squadra che, già realizzata dai vigili del fuoco la recinzione per tenere lontani dal pericolo passanti e senza tetto, puntellasse la superficie adiacente al crollo: una parete pericolante, poiché parzialmente staccata dal nocciolo interno (le vere Mura Aureliane, rimaste intatte) costruito dal 270 al 273 d. C. Ma al funzionario hanno risposto che c´è il ponte dei morti, che nessuna ditta è disponibile, che «verremo forse lunedì».
Il sovraintendente, l´archeologo Eugenio La Rocca, ha annunciato che il tratto dove è avvenuto il cedimento, tra via dei Frentani e via dei Ramni, era sotto osservazione da tempo e che, «prevedibilmente a primavera», partiranno i lavori di restauro: il progetto «è in corso di elaborazione» e i fondi, due milioni di euro, sono garantiti dalla legge Roma Capitale. Dopo il crollo del 2001, in tutto simile, tra porta San Sebastiano e il Bastione Ardeatino, il Campidoglio stanziò 10 milioni di euro per la ricostruzione di quel tratto, portata a termine l´anno scorso, e di altre parti pericolanti. L´assessore alla Cultura, Silvio Di Francia, assicura che, «pur non potendo disporre di somme così alte per restaurare tutto e subito, in ogni bilancio verrà disposto un finanziamento sostanzioso, e non più episodico, per il consolidamento delle mura».
Dopo il risanamento della torre Asinaria e del tratto a San Giovanni, nuovi cantieri di restauro sono in corso, o stanno per aprire, intorno a Porta Metronia, a Porta Maggiore e lungo il Muro Torto. Gli interventi riguardano un corpo murario disperatamente disomogeneo. Ad andare in polvere è, infatti, sempre la foderatura fatta ai tempi di Sisto V (1585-90): la cortina in blocchetti di tufo, che fa da camicia alla struttura aureliana, fu solo appoggiata, e non assicurata, alla parete antica.
E poi c´è il problema dei privati che ancora occupano tratti della cinta. Secondo La Rocca, il disastro dell´altra sera si deve anche, se non soprattutto, al giardino pensile che i proprietari della settecentesca villa Dominici, già Gentili, hanno creato sul camminamento che porta alle loro abitazioni, impiantandovi nella terra alberi da frutto che hanno favorito le infiltrazioni d´acqua tra muro romano e fodera papalina; «la loro concessione scade nel 2013, certo non gli sarà rinnovata» dice Di Francia. Gli eredi di Dominici - che accusano il Comune di «non avere fatto nulla per la manutenzione esterna, estirpando, ad esempio, le gigantesche piante di capperi» - non sono gli unici inquilini. Nonostante gli sfratti eseguiti, tratti di cinta sono abitate ancora da privati: l´Accademia di Francia a villa Medici e l´ambasciata inglese a Porta Pia, privati al Campo Boario e a via Campania. E nel Bastione San Gallo ha il suo atelier uno scultore.