lunedì 15 giugno 2020

Il trattato tra Roma e Cartagine


Il trattato tra Roma e Cartagine

“A queste condizioni vi sarà amicizia tra i Romani con i loro alleati e i Cartaginesi con i loro alleati. Né i Romani né i loro alleati dovranno navigare oltre i promontorio detto Bello, a meno che non siano costretti da una tempesta o dall'inseguimento di nemici. Chi vi sia costretto, non faccia acquisti al mercato e non prenda più di quanto è indispensabile a rifornire la nave o a celebrare i sacrifici e si allontani entro 5 giorni. Uomini venuti a commerciare non devono concludere affari se non alla presenza di un araldo o un cancelliere; quanto viene venduto alla presenza di questi sia garantito al venditore pubblicamente, se la vendita avviene in Libia (Africa) o Sardegna. Se un Romano andrà nella parte della Sicilia in possesso ai Cartaginesi, sarà trattato a pari diritti con gli altri. I Cartaginesi, a loro volta non faranno torto alle popolazioni di Ardea, Anzio, Laurento, Circeo, Terracina, né di alcuna altra città dei Latini soggetta ai Romani. E se si impadronissero di qualcuna la restituiranno intatta ai Romani. Essi non potranno costruire alcuna fortezza nel territorio latino, e se mettessero piede nel paese in assetto da guerra, non potranno trascorrervi la notte”.

Polibio, III, 22, II sec. a.C.