personaggi e maschere del teatro romano:
- servus: lo schiavo è spesso raffigurato come l’abile tessitore di astuzie di ogni genere e la sua influenza nell’azione scenica è così preminente che alcune commedie sono indicate con il suo
nome (Epidicus, Pseudolus, Stichus). Ci si può riferire ai servi come Strobilo nell’Aulularia e Palestrione nel Miles, o a quello di Tranione nella Mostellaria;
- adulescens: è il “giovane”, sempre innamorato e sempre afflitto da problemi di ogni tipo, in particolar tipo di natura economica; frequentemente in contrasto con il padre, in alcuni casi rivali in amore, con l’aiuto del servo fedele ed ingegnoso riesce ad avere la meglio. Tale stato si manifesta, in particolar modo, nella Càsina;
- senex: l’“anziano” , quasi sempre il padre, tormentato di frequente da diversi problemi, l’avarizia, gli sperperi del figlio, l'atteggiamento bisbetico della moglie, a vole con un innamoramento tardivo. Nelle commedie plautine gli esempi particolarmente efficaci, sono l’Euclione dell’Aulularia; nella Càsina, il padre è in conflitto con il figlio per l’amore di una bella ragazza; nelle Bacchides, i genitori decidono di interrompere una relazione dei loro figli con due donne gemelle, però finiscono per rimanere sedotti dalla loro bellezza;
- matrona: è la “donna sposata”, moglie del senex e sua ovvia nemica in circostanze particolari, come quando si trova alle prese con le “scappatelle” del marito. Sotto questo aspetto, un po’ un’eccezione è la Cleostrata della Càsina;
- meretrix: la “meretrice” ha un ruolo molto importante negli intrecci plautini, dato che spesso costituisce la “posta in gioco” di tutta l’azione. Giovani o meno sono comunemente alle prese con l’amore (all’inizio sempre impossibile) per una meretrix. Una figura del genere un po’ atipica è quella di Fronesio nel Truculentus, un’abile e maliziosa tessitrice di inganni;
- leno (femminile lena): è il “mezzano”, il “ruffiano”, generalmente uomo, ruolo sgradevole, il cui modello è il Ballione dello Pseudolus;
- parasitus: quella dello “scroccone”, del “parassita” è una figura abbastanza frequente; la sua voracità è giustificata dalla miseria in cui si trova, ma all’occasione sa essere fedele ed intelligente interprete delle necessità del suo padrone, come avviene nel Curculio.