martedì 1 luglio 2008

Nuovi reperti del III secolo a.C. nelle Eolie

DAVANTI AL PORTO DI LIPARI
Nuovi reperti del III secolo a.C. nelle Eolie
LUIGI BARRICA
LUNEDÌ, 30 GIUGNO 2008 LA REPUBBLICA

LIPARI
I «cocci» dormivano nei fondali antistanti il porto Monastero di Lipari nelle Eolie. Ed alcuni di questi, quattro, sono stati recuperati e trasferiti, momentaneamente, al Museo archeologico «Luigi Bernabò Brea» di Lipari. Si tratta di altrettanti grossi vasi di colonnato, venuti alla luce in modo del tutto fortuito qualche giorno addietro. Si stava dragando quel tratto di fondale, appena a dieci metri dalla costa, ed una ruspa li ha letteralmente «incontrati».
Secondo una prima valutazione si tratterebbe di manufatti risalenti al III secolo avanti Cristo. I reperti erano soltanto la punta di un iceberg. Giù, ad appena otto metri, i sommozzatori della Sovrintendenza hanno scoperto un «mondo fantastico, in grado di riscrivere, parzialmente, la storia millenaria delle Eolie». «Abbiamo individuato, tra l´altro, un muro composto da grossi blocchi squadrati che si estende orizzontalmente per quasi dieci metri», ha detto uno degli escursionisti che ha ispezionato l´intera area.
Le ipotesi sarebbero due: la prima, secondo gli archeologi guidati dal professor Sebastiano Tusa, direttore della Sovrintendenza del Museo del Mare - «potrebbe trattarsi del porto commerciale eoliano conosciuto in antichità in tutto il Mediterraneo»; la seconda, la più affascinante, che «ci si trovi di fronte ad un vero e proprio segmento di tempio dedicato a qualche divinità, forse Diana o Poseidone, posizionato proprio di fronte a quel porto». Qualche ricercatore è persuaso che questa seconda ipotesi sia più plausibile. Il perché è presto detto: «Insieme a quei basamenti, sono venuti alla luce frammenti di anfore e lampade, utilizzate nell´antichità proprio all´interno dei quei templi ai piedi delle statue che rappresentavano quelle divinità. Adesso, bisogna vedere se troviamo le colonne». Ora si pone il problema dei lavori per la messa in sicurezza dei porti e del progetto di un megaporto per cui sono stati stanziati 100 milioni di euro, lavori previsti in zone definite dagli studiosi «di alto interesse archeologico».