ROMA. No al cemento. Ore decisive per il Foro Italico, appello degli architetti al sindaco
libero quotidiano ed. roma, 18-07-2008
«Rivolgiamo al Ministro per i Beni culturali ed al sindaco di Roma un appello per la difesa dell’integrità dello straordinario complesso architettonico del Foro italico, ancora una volta minacciato da interventi che si annunciano disastrosi». Così un appello firmato da un nutrito gruppo di architetti vip (tra i quali Carlo Aymonino, Massimiliano Fuksas, Italo Insolera, Paolo Portoghesi, Giorgio Muratore, Lucio Barbera e tanti altri) e da Italia Nostra preoccupati per la sorte del Foro Italico. «In particolare», spiegano, «in questi giorni, si sta decidendo, nelle consuete condizioni di emergenza, la costruzione di un nuovo stadio del tennis tra il vecchio "Centrale" e la "Casa delle Armi", un enorme parallelepippedo del "Nuovo stadio del tennis", da adibire provvisoriamente ai
modiali di nuoto. Indipendentemente dalle qualità tecniche del progetto, il volume del nuovo edificio, la sua altezza, l’impatto che avrà sul delicato equilibrio del luogo, l’indotto provocato dai servizi commerciali previsti, si preannunciano come una vera e propria aggressione ad un patrimonio storico-artistico il cui valore è ormai universalmente riconosciuto», prosegue l’appello. «Avendo fiducia nella capacità delle istituzioni di tutelare anche i nostri monumenti moderni, chiediamo cheilnuovo stadio non venga realizzato, che non si prendano decisioni a riguardo in circostanze critiche, che dalle decisioni sul futuro assetto di un complesso culturalmente tanto prezioso come il Foro italico non vengano escluse le forze intellettuali del Paese».
Secondo i firmatari dell’appello «il Foro italico deve vivere, deve tornare Foro dei cittadini e degli sport e il " Nuovo stadio del tennis" deve essere delocalizzato, per non turbare ulteriormente il complesso monumentale che tutto il mondo ci invidia. In queste ore in cui il CONI si fa sotto con le sue esigenze costruttive e speculative, che vogliono ignorare le esigenze culturali e storiche, non possiamo che riportare all’attenzione di tutti e delle Amministrazioni responsabili l’inequivocabile appello firmato il 04 luglio 2007 dalle massime autorità culturali e scientifiche del nostro Paese, adesso porteremo nuove solidarietà ed appoggi».
libero quotidiano ed. roma, 18-07-2008
«Rivolgiamo al Ministro per i Beni culturali ed al sindaco di Roma un appello per la difesa dell’integrità dello straordinario complesso architettonico del Foro italico, ancora una volta minacciato da interventi che si annunciano disastrosi». Così un appello firmato da un nutrito gruppo di architetti vip (tra i quali Carlo Aymonino, Massimiliano Fuksas, Italo Insolera, Paolo Portoghesi, Giorgio Muratore, Lucio Barbera e tanti altri) e da Italia Nostra preoccupati per la sorte del Foro Italico. «In particolare», spiegano, «in questi giorni, si sta decidendo, nelle consuete condizioni di emergenza, la costruzione di un nuovo stadio del tennis tra il vecchio "Centrale" e la "Casa delle Armi", un enorme parallelepippedo del "Nuovo stadio del tennis", da adibire provvisoriamente ai
modiali di nuoto. Indipendentemente dalle qualità tecniche del progetto, il volume del nuovo edificio, la sua altezza, l’impatto che avrà sul delicato equilibrio del luogo, l’indotto provocato dai servizi commerciali previsti, si preannunciano come una vera e propria aggressione ad un patrimonio storico-artistico il cui valore è ormai universalmente riconosciuto», prosegue l’appello. «Avendo fiducia nella capacità delle istituzioni di tutelare anche i nostri monumenti moderni, chiediamo cheilnuovo stadio non venga realizzato, che non si prendano decisioni a riguardo in circostanze critiche, che dalle decisioni sul futuro assetto di un complesso culturalmente tanto prezioso come il Foro italico non vengano escluse le forze intellettuali del Paese».
Secondo i firmatari dell’appello «il Foro italico deve vivere, deve tornare Foro dei cittadini e degli sport e il " Nuovo stadio del tennis" deve essere delocalizzato, per non turbare ulteriormente il complesso monumentale che tutto il mondo ci invidia. In queste ore in cui il CONI si fa sotto con le sue esigenze costruttive e speculative, che vogliono ignorare le esigenze culturali e storiche, non possiamo che riportare all’attenzione di tutti e delle Amministrazioni responsabili l’inequivocabile appello firmato il 04 luglio 2007 dalle massime autorità culturali e scientifiche del nostro Paese, adesso porteremo nuove solidarietà ed appoggi».