ROMA - Gianicolo, ecco i nuovi affreschi della domus
CARLO ALBERTO BUCCI
SABATO, 05 LUGLIO 2008 LA REPUBBLICA Pagina XIII - Roma
La Soprintendenza: "Ora li copriamo, ma per proteggerli e per studiarli"
E nel terreno accanto dei Torlonia partono le indagini per il parking dell´hotel
Hanno trovato esattamente ciò che cercavano: edicole stilizzate dai colori tenui e dalle linee leggere, dipinte su pareti che sono il proseguimento dei muri affrescati scoperti nel 1999, segati e ricoverati nei musei per far passare le auto nella "rampa Torlonia" sul Gianicolo. Gli archeologi le hanno riportate ora alla luce. Rimuovendo e tesaurizzando una montagna di frammenti, di affreschi di altri edifici, di piccole sculture e di ceramiche di ogni età: un cumulo di memorie del passato versato sopra la dimora del II secolo d.C. nota come "domus di Agrippina". Ma ora la Soprintendenza archeologica statale è pronta a coprire con tessuto e pozzolana quel muro affrescato che fa una "L" dieci metri sotto la strada verso l´ospedale Bambin Gesù. Poi, a fine luglio, le archeologhe della Techne srl sposteranno il cantiere più a monte, davanti all´ex Conservatorio: devono eseguire le "indagini archeologiche preliminari" che, ordinate l´8 maggio, permetteranno di capire se la Società Sant´Onofrio può realizzare nel terreno dei Torlonia il parcheggio sotterraneo per l´albergo a cinque stelle in costruzione.
«Abbiamo riempito due container e circa 10mila cassette di importanti reperti tratti dalla discarica che seppellì la cosiddetta domus di Agrippina» spiega la responsabile dello scavo, l´archeologa della Soprintendenza Fedora Filippi, mentre ci fa strada lungo la scarpata creata scavando dentro il "monte dei cocci" del Gianicolo. «E l´abbiamo fatto eseguendo, a partire dal 2005, uno scavo stratigrafico della domus che ci permetterà ora di studiare meglio anche le parti trovate nel 1999 e allora scavate in fretta per essere asportate. Scavare, restaurare, fotografare, poi coprire, ma per salvaguardare: anche questa è tutela, non solo la musealizzazione».
L´archeologa piemontese non ci sta a passare per il becchino delle bellezze resuscitate. E precisa che «ora non si può parlare di un "rinvenimento di eccezionale rilievo"», condizione che il decreto ministeriale del dicembre 1999 - firmato da D´Alema per superare il "no" del soprintendente di allora, La Regina - riteneva possibile ordinando il proseguimento degli scavi; e ipotizzando addirittura lo smontaggio della "rampa Torlonia" per ricostruire la domus asportata.
Ma anche senza passare per il ripristino, perché non creare un´area archeologica visitabile con ciò che è stato ritrovato adesso? «Siamo scesi molto in profondità e il terreno andrebbe puntellato. E poi ci vorrebbe un progetto importante. La musealizzazione del sito sarebbe molto, molto onerosa dal punto di vista economico». Il muro, arieggiato da un´intercapedine fatta allora ad hoc, dimostra però che la domus costruita nell´area degli Horti di Agrippina Maggiore, un secolo dopo la morte della nipote di Augusto, prosegue sotto la scarpata laterale. Ed esiste un progetto di otto anni fa per portare lì lo scavo realizzando paratie che frenino la terra del declivio. «Anche quello è un progetto dispendioso. È meglio, per ora, coprire e proteggere i ritrovamenti più recenti, per spostare indagine e fondi altrove», ribatte la Filippi. Saranno invece pagati dai Torlonia i sondaggi nell´area più a ridosso del mega hotel. E lì sotto ci potrebbero essere altre domus da favola. «Il parcheggio è previsto su due livelli e oltre la quota archeologica. Abbiamo già realizzato i carotaggi, ma certo non possiamo sapere con esattezza cosa si nasconda su quel fianco del Gianicolo».
CARLO ALBERTO BUCCI
SABATO, 05 LUGLIO 2008 LA REPUBBLICA Pagina XIII - Roma
La Soprintendenza: "Ora li copriamo, ma per proteggerli e per studiarli"
E nel terreno accanto dei Torlonia partono le indagini per il parking dell´hotel
Hanno trovato esattamente ciò che cercavano: edicole stilizzate dai colori tenui e dalle linee leggere, dipinte su pareti che sono il proseguimento dei muri affrescati scoperti nel 1999, segati e ricoverati nei musei per far passare le auto nella "rampa Torlonia" sul Gianicolo. Gli archeologi le hanno riportate ora alla luce. Rimuovendo e tesaurizzando una montagna di frammenti, di affreschi di altri edifici, di piccole sculture e di ceramiche di ogni età: un cumulo di memorie del passato versato sopra la dimora del II secolo d.C. nota come "domus di Agrippina". Ma ora la Soprintendenza archeologica statale è pronta a coprire con tessuto e pozzolana quel muro affrescato che fa una "L" dieci metri sotto la strada verso l´ospedale Bambin Gesù. Poi, a fine luglio, le archeologhe della Techne srl sposteranno il cantiere più a monte, davanti all´ex Conservatorio: devono eseguire le "indagini archeologiche preliminari" che, ordinate l´8 maggio, permetteranno di capire se la Società Sant´Onofrio può realizzare nel terreno dei Torlonia il parcheggio sotterraneo per l´albergo a cinque stelle in costruzione.
«Abbiamo riempito due container e circa 10mila cassette di importanti reperti tratti dalla discarica che seppellì la cosiddetta domus di Agrippina» spiega la responsabile dello scavo, l´archeologa della Soprintendenza Fedora Filippi, mentre ci fa strada lungo la scarpata creata scavando dentro il "monte dei cocci" del Gianicolo. «E l´abbiamo fatto eseguendo, a partire dal 2005, uno scavo stratigrafico della domus che ci permetterà ora di studiare meglio anche le parti trovate nel 1999 e allora scavate in fretta per essere asportate. Scavare, restaurare, fotografare, poi coprire, ma per salvaguardare: anche questa è tutela, non solo la musealizzazione».
L´archeologa piemontese non ci sta a passare per il becchino delle bellezze resuscitate. E precisa che «ora non si può parlare di un "rinvenimento di eccezionale rilievo"», condizione che il decreto ministeriale del dicembre 1999 - firmato da D´Alema per superare il "no" del soprintendente di allora, La Regina - riteneva possibile ordinando il proseguimento degli scavi; e ipotizzando addirittura lo smontaggio della "rampa Torlonia" per ricostruire la domus asportata.
Ma anche senza passare per il ripristino, perché non creare un´area archeologica visitabile con ciò che è stato ritrovato adesso? «Siamo scesi molto in profondità e il terreno andrebbe puntellato. E poi ci vorrebbe un progetto importante. La musealizzazione del sito sarebbe molto, molto onerosa dal punto di vista economico». Il muro, arieggiato da un´intercapedine fatta allora ad hoc, dimostra però che la domus costruita nell´area degli Horti di Agrippina Maggiore, un secolo dopo la morte della nipote di Augusto, prosegue sotto la scarpata laterale. Ed esiste un progetto di otto anni fa per portare lì lo scavo realizzando paratie che frenino la terra del declivio. «Anche quello è un progetto dispendioso. È meglio, per ora, coprire e proteggere i ritrovamenti più recenti, per spostare indagine e fondi altrove», ribatte la Filippi. Saranno invece pagati dai Torlonia i sondaggi nell´area più a ridosso del mega hotel. E lì sotto ci potrebbero essere altre domus da favola. «Il parcheggio è previsto su due livelli e oltre la quota archeologica. Abbiamo già realizzato i carotaggi, ma certo non possiamo sapere con esattezza cosa si nasconda su quel fianco del Gianicolo».