FANO - Dimenticate le fornaci romane
Edizione del 5 giugno 2008, corriere adriatico
Furono scoperte vicino al Metauro. Non utilizzati i fondi stanziati
Che fine hanno fatto le fornaci che furono scoperte tre anni fa tra Tombaccia e Caminate, a poca distanza dal fiume Metauro?
Erano fornaci di epoca romana, che erano state studiate dal dirigente della Soprintendenza ai beni archeologici delle Marche Gabriele Baldelli, con l’intento di musealizzarne, delle tre tornate alla luce, almeno una. I fondi come al solito erano e sono scarsi e piuttosto che scavarle tutte, si era deciso di impiegare le risorse economiche a disposizione per fornire un adeguata copertura del nuovo sito. I soldi a disposizione, tra il contributo della amministrazione provinciale e quello messo a disposizione dai proprietari della fornace Solazzi, erano di 27.000 euro. In realtà non si è fatto nulla. Le fornaci sono state scoperte, sono rimaste visibili per alcuni mesi e sono state ricoperte, vanificando almeno per il momento ogni prospettiva di valorizzazione, comprensiva della realizzazione di un piccolo antiquarium nel paese di san Costanzo.
Eppure Fano, come centro di realizzazione di manufatti in terracotta e ceramica, è stata posta alla ribalta da una interessante mostra organizzata all’interno della pinacoteca civica, mentre due pubblicazioni, una sulla maiolica a cura di Claudio Giardini e una sulla terracotta a cura di Gianni Volpe, hanno approfondito gli studi nel settore. Fano romana è una delle principali mete turistiche dei visitatori della nostra città e le fornaci del Metauro potrebbero costituire un’interessante cerniera tra costa ed entroterra. Perché sono state dimenticate?
Edizione del 5 giugno 2008, corriere adriatico
Furono scoperte vicino al Metauro. Non utilizzati i fondi stanziati
Che fine hanno fatto le fornaci che furono scoperte tre anni fa tra Tombaccia e Caminate, a poca distanza dal fiume Metauro?
Erano fornaci di epoca romana, che erano state studiate dal dirigente della Soprintendenza ai beni archeologici delle Marche Gabriele Baldelli, con l’intento di musealizzarne, delle tre tornate alla luce, almeno una. I fondi come al solito erano e sono scarsi e piuttosto che scavarle tutte, si era deciso di impiegare le risorse economiche a disposizione per fornire un adeguata copertura del nuovo sito. I soldi a disposizione, tra il contributo della amministrazione provinciale e quello messo a disposizione dai proprietari della fornace Solazzi, erano di 27.000 euro. In realtà non si è fatto nulla. Le fornaci sono state scoperte, sono rimaste visibili per alcuni mesi e sono state ricoperte, vanificando almeno per il momento ogni prospettiva di valorizzazione, comprensiva della realizzazione di un piccolo antiquarium nel paese di san Costanzo.
Eppure Fano, come centro di realizzazione di manufatti in terracotta e ceramica, è stata posta alla ribalta da una interessante mostra organizzata all’interno della pinacoteca civica, mentre due pubblicazioni, una sulla maiolica a cura di Claudio Giardini e una sulla terracotta a cura di Gianni Volpe, hanno approfondito gli studi nel settore. Fano romana è una delle principali mete turistiche dei visitatori della nostra città e le fornaci del Metauro potrebbero costituire un’interessante cerniera tra costa ed entroterra. Perché sono state dimenticate?