Anzio - II porto di Nerone rischia la vita
Cosimo Bove
Il Tempo, 17 giugno 2008
II porto neroniano rischia di scomparire tra i flutti ed il degrado. L'allarme, lanciato a più riprese dall’amministrazione comunale di Anzio e dalla Sovrintendenza ai Beni archeologici, è stato ripreso in questi giorni da Fabio Desideri, coordinatore regionale della Rosa per l'Italia e consigliere della Pisana.
«È un mistero il mancato recupero del porto neroniano di Anzio. Giunto fino a noi navigando nel tempo
per duemila anni ora rischia di essere cancellato dai flutti e dall'incuria. Interrogato sulla vicenda, l'assessore all'Ambiente. Zaratti ha risposto con notevole ritardo rispetto al regolamento consiliare, senza entrare nel merito della questione e tentando di scaricare le responsabilità sulla soprintendenza». Una nota polemica, quella del coordinatore regionale della Rosa per l'Italia, che prosegue domandandosi il perché di un simile atteggiamento.
«Grazie alla disattenzione dei romani moderni appartenenti alla galassia ambientalista i; resti dì uno dei più importanti e famosi porti dei romani antichi, quello della città di Antium, rimangono esposti all'azione distruttrice dei marosi e degli agenti atmosferici. Nel 2004 -ha spiegato Desideri - la Regione stanziò un milione di euro per un progetto di tutela del litorale e del bacino dell'antico approdo neroniano. Poi, con il nuovo esecutivo di centrosinistra, tutto s'è bloccato».
Immediata è arrivata la risposta dell'assessore Filiberto Zaratti. «II progetto di difesa di cui si parla non riguardava l'antico porto - spiega - bensì avrebbe difeso un tratto di costa rocciosa per poi provvedere a un rinascimento di sabbia. Peraltro le dighe in muratura sarebbero in parte state costruite proprio sui ruderi sommersi e ciò richiedeva un più ampio progetto autorizzativo da parte degli enti competenti in materia archeologica, che non è mai stato presentato. Sono convinto che sia necessario difendere gli antichi resti, ed auspico che il Ministero e la Soprintendenza Archeologica elaborino un progetto scientifico di tutela dei resti dell'antico porto, sulla base del quale saremo pronti ad offrire il nostro contributo».
Cosimo Bove
Il Tempo, 17 giugno 2008
II porto neroniano rischia di scomparire tra i flutti ed il degrado. L'allarme, lanciato a più riprese dall’amministrazione comunale di Anzio e dalla Sovrintendenza ai Beni archeologici, è stato ripreso in questi giorni da Fabio Desideri, coordinatore regionale della Rosa per l'Italia e consigliere della Pisana.
«È un mistero il mancato recupero del porto neroniano di Anzio. Giunto fino a noi navigando nel tempo
per duemila anni ora rischia di essere cancellato dai flutti e dall'incuria. Interrogato sulla vicenda, l'assessore all'Ambiente. Zaratti ha risposto con notevole ritardo rispetto al regolamento consiliare, senza entrare nel merito della questione e tentando di scaricare le responsabilità sulla soprintendenza». Una nota polemica, quella del coordinatore regionale della Rosa per l'Italia, che prosegue domandandosi il perché di un simile atteggiamento.
«Grazie alla disattenzione dei romani moderni appartenenti alla galassia ambientalista i; resti dì uno dei più importanti e famosi porti dei romani antichi, quello della città di Antium, rimangono esposti all'azione distruttrice dei marosi e degli agenti atmosferici. Nel 2004 -ha spiegato Desideri - la Regione stanziò un milione di euro per un progetto di tutela del litorale e del bacino dell'antico approdo neroniano. Poi, con il nuovo esecutivo di centrosinistra, tutto s'è bloccato».
Immediata è arrivata la risposta dell'assessore Filiberto Zaratti. «II progetto di difesa di cui si parla non riguardava l'antico porto - spiega - bensì avrebbe difeso un tratto di costa rocciosa per poi provvedere a un rinascimento di sabbia. Peraltro le dighe in muratura sarebbero in parte state costruite proprio sui ruderi sommersi e ciò richiedeva un più ampio progetto autorizzativo da parte degli enti competenti in materia archeologica, che non è mai stato presentato. Sono convinto che sia necessario difendere gli antichi resti, ed auspico che il Ministero e la Soprintendenza Archeologica elaborino un progetto scientifico di tutela dei resti dell'antico porto, sulla base del quale saremo pronti ad offrire il nostro contributo».