“Venite con me, vi farò varcare le porte di Augusta Taurinorum”
MARINA PAGLIERI
La Repubblica (Torino) 22/07/2006
Domani per la prima volta dopo i lavori di recupero si potrà passeggiare con l'archeologo nell'area della Torri Palatine. Parte alle 10.30 la visita guidata organizzata dai Servizi didattici del Museo di Antichità attraverso il cuore di Torino, lungo un percorso che riassume stratificazioni e sovrapposizioni dall'età romana in poi. Visita che noi abbiamo compiuto in anteprima e vi raccontiamo. L'appuntamento è alla biglietteria del Museo, in via XX Settembre 88, ad attenderci l'archeologa Patrizia Petitti. Ci si ferma a osservare ciò che resta di un tratto di mura romane, dell secolo dopo Cristo, edificato sovrapponendo con la malta ciottoli di fiume e mattoni, e si osserva la base quadrata di una torre. La prima tappa è il nuovo bastione che si affaccia su corso Regina Margherita, ricostruito sul luogo dove sorgeva la fortificazione seicentesca, poi abbattuta nell'800. Dove in un tempo abbastanza recente c'era un parcheggio selvaggio per i carretti degli operatori del mercato, camuffato con una sorta di allestimento scenografico, è sorto ora un terrapieno su cui si può salire, dotato di camminamento. «Dell'antico tracciato difensivo rimangono i due bastioni dei Giardini Reali e qualche tratto di mura, per il resto il percorso fortificato fu smantellato in epoca napoleonica perché giudicato inutile» dice l'archeologa. Ci si avvia verso la Porta Palatina e, grande emozione, vi si passa sotto. Non era mai successo, in tempi moderni. La porta, insomma, è di nuovo una porta: per anni è stata off limits, circondata da auto e furgoni, ancora quelli del mercato di Porta Palazzo. La Porta Palatina, una delle meglio conservate tra quelle romane ancora in piedi, reca i segni di vari restauri, il più consistente fu all'inizio del ‘900 quello dell'architetto e studioso Alfredo d'Andrade. L'archeologa mostra la fascia in marmo di Foresto, originale del periodo romano, e le prese d'aria in pietra di Gassino, quelle invece moderne, il doppio fornice negli archi riservati ai carri e alle persone («La sera si chiudeva il passaggio con delle grate e iniziava il presidio notturno»), e ciò che resta della «statio», Era una costruzione difensiva addossata al lato sud della Porta, fornita di un cortile interno («cavedio»), dotata di camminamento di ronda e poi demolita. Si percorre il «basolato» ricostruito sull'antico «cardo», una delle direttrici principali della città romana (che si incontra più avanti con il «decumano», che corrisponde all'attuale via Garibaldi), ci si ferma ad ammirare il restauro della tardo medievale Casa del Pingone («Un restauro interessante che mette in evidenza le sovrapposizioni operate nel corso del tempo»), di lì si passa in via Conte Verde, dove è stato ricostruito un piccolo «ambiente termale» romano, e in via Tasso, per osservare un isolato dall'impianto medievale. «Questa parte di visita può essere più o meno estesa, dipende dalla richiesta e dagli interessi dei partecipanti, se qualcuno lo desidera arriviamo fino a Palazzo Madama e alla sua Porta Decumana» spiega Patrizia Petitti. Poi si torna nell'area archeologica, si ammira lo skyline determinato dalla successione degli edifici (in questa nuova visione d'insieme, perfino il Palazzo dei Lavori pubblici ha assunto una nuova dignità, non è poi così male), ci si ferma di fronte al mosaico del XII secolo rintracciato nell'antica basilica di San Salvatore, di fianco al Duomo, si visita il Teatro romano (scoperto ancora da D'Andrade durante i lavori per la costruzione della Manica nuova di Palazzo Reale) e si entra infine nel Museo di Antichità. Lì si compie un breve percorso tematico, alla ricerca dei reperti di area torinese collegati con ciò che si è appena visto. E lì la visita termina: vi rimarranno ancora tante curiosità, però certo avrete le idee più chiare e ne saprete di più. Il tutto dura dalle due ore alle due e mezzo e vi costa 6 euro: ne vale assolutamente la pena (prenotazioni allo 011/4396140, appuntamento ogni domenica alle 10,30 fino al 1° ottobre).
MARINA PAGLIERI
La Repubblica (Torino) 22/07/2006
Domani per la prima volta dopo i lavori di recupero si potrà passeggiare con l'archeologo nell'area della Torri Palatine. Parte alle 10.30 la visita guidata organizzata dai Servizi didattici del Museo di Antichità attraverso il cuore di Torino, lungo un percorso che riassume stratificazioni e sovrapposizioni dall'età romana in poi. Visita che noi abbiamo compiuto in anteprima e vi raccontiamo. L'appuntamento è alla biglietteria del Museo, in via XX Settembre 88, ad attenderci l'archeologa Patrizia Petitti. Ci si ferma a osservare ciò che resta di un tratto di mura romane, dell secolo dopo Cristo, edificato sovrapponendo con la malta ciottoli di fiume e mattoni, e si osserva la base quadrata di una torre. La prima tappa è il nuovo bastione che si affaccia su corso Regina Margherita, ricostruito sul luogo dove sorgeva la fortificazione seicentesca, poi abbattuta nell'800. Dove in un tempo abbastanza recente c'era un parcheggio selvaggio per i carretti degli operatori del mercato, camuffato con una sorta di allestimento scenografico, è sorto ora un terrapieno su cui si può salire, dotato di camminamento. «Dell'antico tracciato difensivo rimangono i due bastioni dei Giardini Reali e qualche tratto di mura, per il resto il percorso fortificato fu smantellato in epoca napoleonica perché giudicato inutile» dice l'archeologa. Ci si avvia verso la Porta Palatina e, grande emozione, vi si passa sotto. Non era mai successo, in tempi moderni. La porta, insomma, è di nuovo una porta: per anni è stata off limits, circondata da auto e furgoni, ancora quelli del mercato di Porta Palazzo. La Porta Palatina, una delle meglio conservate tra quelle romane ancora in piedi, reca i segni di vari restauri, il più consistente fu all'inizio del ‘900 quello dell'architetto e studioso Alfredo d'Andrade. L'archeologa mostra la fascia in marmo di Foresto, originale del periodo romano, e le prese d'aria in pietra di Gassino, quelle invece moderne, il doppio fornice negli archi riservati ai carri e alle persone («La sera si chiudeva il passaggio con delle grate e iniziava il presidio notturno»), e ciò che resta della «statio», Era una costruzione difensiva addossata al lato sud della Porta, fornita di un cortile interno («cavedio»), dotata di camminamento di ronda e poi demolita. Si percorre il «basolato» ricostruito sull'antico «cardo», una delle direttrici principali della città romana (che si incontra più avanti con il «decumano», che corrisponde all'attuale via Garibaldi), ci si ferma ad ammirare il restauro della tardo medievale Casa del Pingone («Un restauro interessante che mette in evidenza le sovrapposizioni operate nel corso del tempo»), di lì si passa in via Conte Verde, dove è stato ricostruito un piccolo «ambiente termale» romano, e in via Tasso, per osservare un isolato dall'impianto medievale. «Questa parte di visita può essere più o meno estesa, dipende dalla richiesta e dagli interessi dei partecipanti, se qualcuno lo desidera arriviamo fino a Palazzo Madama e alla sua Porta Decumana» spiega Patrizia Petitti. Poi si torna nell'area archeologica, si ammira lo skyline determinato dalla successione degli edifici (in questa nuova visione d'insieme, perfino il Palazzo dei Lavori pubblici ha assunto una nuova dignità, non è poi così male), ci si ferma di fronte al mosaico del XII secolo rintracciato nell'antica basilica di San Salvatore, di fianco al Duomo, si visita il Teatro romano (scoperto ancora da D'Andrade durante i lavori per la costruzione della Manica nuova di Palazzo Reale) e si entra infine nel Museo di Antichità. Lì si compie un breve percorso tematico, alla ricerca dei reperti di area torinese collegati con ciò che si è appena visto. E lì la visita termina: vi rimarranno ancora tante curiosità, però certo avrete le idee più chiare e ne saprete di più. Il tutto dura dalle due ore alle due e mezzo e vi costa 6 euro: ne vale assolutamente la pena (prenotazioni allo 011/4396140, appuntamento ogni domenica alle 10,30 fino al 1° ottobre).