martedì 16 settembre 2008

"Pincio, meglio ricoprire i reperti" Gli archeologi sul futuro dell´area.

ROMA - "Pincio, meglio ricoprire i reperti" Gli archeologi sul futuro dell´area. Rampelli contro la Nuvola: "Scandalosa"
CARLO ALBERTO BUCCI
SABATO, 13 SETTEMBRE 2008 LA REPUBBLICA - Roma

Le riflessioni di Broccoli e Torelli sul colle. Anche Ripa di Meana contro Fuksas

Le ruspe se ne vanno e, nel decretare la fine del cantiere sul Pincio, il sindaco Alemanno giovedì ha annunciato: «Valorizzeremo i reperti ritrovati». E se Walter Veltroni dice «non commento il "no", sono rispettoso del lavoro di cui è responsabile chi è venuto dopo di me, però penso che forse si dovrebbe parlare della pedonalizzazione del Tridente», è Fabio Rampelli a portare la battaglia su altri campi: «A Roma non c´è solo la questione del parcheggio del Pincio», ha detto il deputato del Pdl, da sempre contrario al parking, «ma c´è anche quella della Nuvola di Fuksas che reputo uno scandalo, un capriccio, un dispetto alle simmetrie dell´Eur». Rampelli attacca la politica del centrosinistra: «Deve finire la stagione delle archistar come Meier, Fuksas e Piano». Gli fa eco Carlo Ripa di Meana di "Italia Nostra": «È un giudizio personale, ma quel "nuvolone" non mi piace e poi mi viene in mente un incubo: chi lo laverà e quanto costerà la manutenzione?».
Su fronte invece dell´archeologia sul Pincio, rimane da capire qual è il destino dei cunicoli voltati, dei sedici vani sovrapposti, delle piccole terme. La Soprintendenza statale sfrutterà i giorni a venire per lo studio, la schedatura, il restauro. Intanto, il sovrintendente ai Beni culturali del Comune, Umberto Broccoli, ragiona sul futuro di queste antichità. Ma fa una premessa: «Prima dobbiamo studiare, come hanno fatto nei mesi scorsi gli studiosi della Sovrintendenza capitolina per scovare le carte e le memorie che ci hanno permesso di evidenziare l´esistenza delle preesistenze: le piante 500esche del Bufalini, le descrizioni del Lanciani, le mappe del 1852-53 con le piantumazioni decise dal Vachet. Condivido pienamente la decisione di bloccare il parcheggio. Ma per la valorizzazione, ci vuole un progetto». Broccoli guarda a tutta la storia del Pincio. «Penso alle gite descritte da Gabriele D´Annunzio e alla "passeggiata elegante" che fino agli anni ‘60 sfruttava gli ascensori dell´Atac sul Muro Torto. Si potrebbero rimettere in funzione, ma ci vuole prima un piano».
E i resti, forse, degli Horti di Lucullo? «Decidessi io, ricoprirei tutto e tanti saluti», dice Mario Torelli, ordinario di Archeologia e storia dell´arte greca e romana a Perugia, uno dei 12 saggi che hanno votato all´unanimità la relazione per il ministro Bondi nella quale si sottolinea il «notevole interesse» dell´edificio «per la sua articolazione più piani», pur lasciando aperta la porta a un progetto del parking modificato. «Paradossalmente - spiega lo studioso - il parcheggio avrebbe permesso di musealizzare queste piccole terme. Ma ora non ha più senso. Sono ben altre le priorità per Roma. Solo per rimanere in ambito comunale, cito l´area sacra di Sant´Omobono, di straordinaria importanza poiché risalente ai tempi di Servio Tullio, che è tutta da ripensare. Coprire è, oggi, il miglior modo per tutelare, per lasciare qualcosa ai posteri».
Tessuto non tessuto e uno strato di pozzolana per sommergere e proteggere le vestigia del Pincio? «L´idea non è sbagliata: coprire ma dopo aver studiato e pubblicato i rinvenimenti» ragiona Broccoli. «Del resto il "no" al parcheggio si basava sia sui ritrovamenti archeologici sia, tra l´altro, sul valore in sé del parco storico. E, da Lucullo alla Dolce vita, il Pincio lo è per antonomasia».