ROMA – Pincio: I tecnici al Ministro Bondi “La quota dei reperti al 33%”
Paolo Brogi
CORRIERE DELLA SERA ediz. Roma, 10 settembre 2008
Tre paginette per Alemanno. Portate a mano da Salvatore Anastasi, capogabinetto del ministro dei beni culturali Sandro Sondi. Per ricordare, con un gesto d'orgoglio dei «tecnici» sospettati di banderuolismo, che al Pincio sono emersi resti importanti e che rappresentano il 33% del territorio scelto per il parking (più un altro 10% di terreno di rispetto). E per concludere che il progetto deve essere rivisto. Nessun nuovo vincolo posto, se non ribadire quel 40% di terra intoccabile intorno al parcheggio.
Palla dunque ad Alemanno, che deve decidere ora che fare. E secondo alcune opinioni con il vantaggio di un documento, che calcando la mano sulle novità archeologiche accertate in agosto, libera il Comune da eventuali penali. Mentre per altri il problema è tutt'altro che risolto. Uno scenario dunque che sa già di studi legali e avvocature.
A caldo ieri sera Alemanno ha preso il toro per le corna: «Non è un parere positivo, è critico sull'opera, non è vincolante ma è critico. Ora prepareremo una memoria di giunta, per giovedì, con gli elementi giuridici e di continuità amministrativa. Stiamo cercando la soluzione alternativa col Galoppatoio».
Cala dunque il sipario sul Pincio? L'assist al sindaco nemico del progetto è venuto dunque dal ministro, con tre comitati tecnico-scientifici convocati in tutta fretta al San Michele. Lì erano convenuti ieri gli archeologi guidati da Giuseppe Sassa-telli, etruscologo di Bologna: con lui Irene Berlingò, Andrea Augenti di Ravenna e Mario Torelli, perugino. Per i beni architettonici e paesaggistici Giuseppe Carbonara, gran tecnico del restauro architettonico, Rugge-ro Martines oggi direttore generale dei beni culturali in Puglia, Paola Cannavo e l'ingegnere Gabriele Del Mese. Per la qualità architettonica e l'arte contemporanea il decano Paolo Portoghesi (presidente) e Mario Docci ex preside di architettura a Valle Giulia.
Ad aprire i giochi sono stati i direttori generali del ministero Stefano De Caro, Francesco Prosperetti, Roberto Cecchi, reduci da un consulto in mattinata. Hanno riassunto l'iter della pratica, definibile con untolo termine: «Ineccepibile». E toccato poi al soprintendente archeologico di Roma, Angelo Bottini: descrive quello che è stato trovato. «Un'area archeologica a più piani di notevole interesse archeologico». Soprattutto, non rimuovibile. Poi è Luciano Marchetti, direttore regionale del Lazio, responsabile dei sì al progetto: «Lo feci per salvare il Tridente dalle auto. In assenza di pedonalizzazioni...».
Su tutti è calato anche l'effetto Carandini: nessuno nella grande sala del San Michele vuole passare per marionetta. Parlano tutti. Sassatelli ribadisce da archeologo: «Ci sono resti da tutelare, si possono salvaguardare con un progetto modificato. Decida il Comune». Carbonara, sulla linea del rifiuto in blocco del parcheggio, aggiunge: «L'idea di fare un parcheggio lì è sbagliata, urbanisticamente e architettonicamente». Portoghesi va giù duro, ricorda che l'insulto riguarda una delle sistemazioni più importanti della città, quella del Valadier.
All'uscita il più sereno in viso appare Bottini. I Comitati hanno fatto loro le sue parole. Il resto? Riguarda il Comune. Tocca a Nastasi portare in dono in Capidoglio il testo, la riunione inizia poco dopo le 19, a un certo punto arrivano pure le pizze.
Fuori circolano le parole del sottosegretario Francesco Giro. Dice: «Nessun vincolo aggiuntivo è stato apposto sui luoghi
perché i vincoli già c'erano, quello architettonico sulle rampe, quello paesaggistico sui giardini, e quello archeologico apponibile sulle preesistenze archeologiche e solo su di esse. Sono state ribadite tutte le prescrizioni, tutte e nessuna esclusa, di natura architettonica, archeologica e monumentale e paesaggistica, già note. Ora spetta al Comune di Roma, committente dell'opera, decidere se fare o meno il parcheggio».
Per Umberto Marroni (Pd) «il parere del ministero conferma la piena fattibilità del parcheggio». Ma Alemanno sta per giocare la carta Galoppatoio. Prima però Italia Nostra celebrerà una messa in ricordo di Valadier. A piazza del Popolo.
Paolo Brogi
CORRIERE DELLA SERA ediz. Roma, 10 settembre 2008
Tre paginette per Alemanno. Portate a mano da Salvatore Anastasi, capogabinetto del ministro dei beni culturali Sandro Sondi. Per ricordare, con un gesto d'orgoglio dei «tecnici» sospettati di banderuolismo, che al Pincio sono emersi resti importanti e che rappresentano il 33% del territorio scelto per il parking (più un altro 10% di terreno di rispetto). E per concludere che il progetto deve essere rivisto. Nessun nuovo vincolo posto, se non ribadire quel 40% di terra intoccabile intorno al parcheggio.
Palla dunque ad Alemanno, che deve decidere ora che fare. E secondo alcune opinioni con il vantaggio di un documento, che calcando la mano sulle novità archeologiche accertate in agosto, libera il Comune da eventuali penali. Mentre per altri il problema è tutt'altro che risolto. Uno scenario dunque che sa già di studi legali e avvocature.
A caldo ieri sera Alemanno ha preso il toro per le corna: «Non è un parere positivo, è critico sull'opera, non è vincolante ma è critico. Ora prepareremo una memoria di giunta, per giovedì, con gli elementi giuridici e di continuità amministrativa. Stiamo cercando la soluzione alternativa col Galoppatoio».
Cala dunque il sipario sul Pincio? L'assist al sindaco nemico del progetto è venuto dunque dal ministro, con tre comitati tecnico-scientifici convocati in tutta fretta al San Michele. Lì erano convenuti ieri gli archeologi guidati da Giuseppe Sassa-telli, etruscologo di Bologna: con lui Irene Berlingò, Andrea Augenti di Ravenna e Mario Torelli, perugino. Per i beni architettonici e paesaggistici Giuseppe Carbonara, gran tecnico del restauro architettonico, Rugge-ro Martines oggi direttore generale dei beni culturali in Puglia, Paola Cannavo e l'ingegnere Gabriele Del Mese. Per la qualità architettonica e l'arte contemporanea il decano Paolo Portoghesi (presidente) e Mario Docci ex preside di architettura a Valle Giulia.
Ad aprire i giochi sono stati i direttori generali del ministero Stefano De Caro, Francesco Prosperetti, Roberto Cecchi, reduci da un consulto in mattinata. Hanno riassunto l'iter della pratica, definibile con untolo termine: «Ineccepibile». E toccato poi al soprintendente archeologico di Roma, Angelo Bottini: descrive quello che è stato trovato. «Un'area archeologica a più piani di notevole interesse archeologico». Soprattutto, non rimuovibile. Poi è Luciano Marchetti, direttore regionale del Lazio, responsabile dei sì al progetto: «Lo feci per salvare il Tridente dalle auto. In assenza di pedonalizzazioni...».
Su tutti è calato anche l'effetto Carandini: nessuno nella grande sala del San Michele vuole passare per marionetta. Parlano tutti. Sassatelli ribadisce da archeologo: «Ci sono resti da tutelare, si possono salvaguardare con un progetto modificato. Decida il Comune». Carbonara, sulla linea del rifiuto in blocco del parcheggio, aggiunge: «L'idea di fare un parcheggio lì è sbagliata, urbanisticamente e architettonicamente». Portoghesi va giù duro, ricorda che l'insulto riguarda una delle sistemazioni più importanti della città, quella del Valadier.
All'uscita il più sereno in viso appare Bottini. I Comitati hanno fatto loro le sue parole. Il resto? Riguarda il Comune. Tocca a Nastasi portare in dono in Capidoglio il testo, la riunione inizia poco dopo le 19, a un certo punto arrivano pure le pizze.
Fuori circolano le parole del sottosegretario Francesco Giro. Dice: «Nessun vincolo aggiuntivo è stato apposto sui luoghi
perché i vincoli già c'erano, quello architettonico sulle rampe, quello paesaggistico sui giardini, e quello archeologico apponibile sulle preesistenze archeologiche e solo su di esse. Sono state ribadite tutte le prescrizioni, tutte e nessuna esclusa, di natura architettonica, archeologica e monumentale e paesaggistica, già note. Ora spetta al Comune di Roma, committente dell'opera, decidere se fare o meno il parcheggio».
Per Umberto Marroni (Pd) «il parere del ministero conferma la piena fattibilità del parcheggio». Ma Alemanno sta per giocare la carta Galoppatoio. Prima però Italia Nostra celebrerà una messa in ricordo di Valadier. A piazza del Popolo.