ROMA. Foro Italico. Il progetto di ristrutturazione non piace al comune. Sospesi i lavori
Francesco Longo
il riformista, 12-09-2008
Dopo il Pincio, Alemanno vuol cancellare anche il tennis
«Il Foro Italico non va toccato», avverte il sindaco Gianni Alemanno. Non pago di aver fermato la realizzazione del parcheggio del Pincio - è di ieri la decisione della giunta -, il sindaco di Roma interrompe anche i lavori per ingrandire lo stadio centrale del tennis romano. La polemica è iniziata questa estate ma i risultati potremmo scoprirli l’anno prossimo: Roma potrebbe perdere gli Internazionali di tennis che ospita ogni anno in primavera. Morale? La solita. Quando arriva il fascismo, si sa, per prima cosa si smette di giocare a tennis. Lo aveva capito benissimo Giorgio Bassani con il suo Giardino dei Finzi-Contini, ce lo ricorda oggi il sindaco capitolino.
I prestigiosi Internazionali di Roma - teatro due anni fa dell a più bella sfida Nadal-Federer, dopo quella di Wimbledon di quest’anno - sono a rischio per alcune discutibili e discusse scelte del primo cittadino. Il Foro Italico ha bisogno di un nuovo stadio più grande altrimenti rischia di risultare inadatto ad ospitare la manifestazione. Il progetto, votato ai tempi di Veltroni, era già in atto ma è stato bloccato. Secondo la nuova giunta il piano avrebbe un impatto ambientale troppo alto. La giunta non vuole che il Foro sia «sventrato» perché si deve rispettare il suo «carattere monumentale». La controproposta che arriva - una specie di rilancio che sa solo di bluff - è di costruire dal nulla un nuovo centro sportivo a Tor di Quinto, in cui far svolgere gli Internazionali nel 2010. Il sindaco immagina che serva un solo anno per costruire dieci campi da tennis (tra cui un centrale di TOmila posti), un altro da quattromila, e palestre, spogliatoi, parcheggi, nuove strade, etc. Oppure quella di Alemanno non è fanta-edilizia, ma solo la febbre di arrestare ogni iniziativa di sviluppo cittadino.
Per i tornei Atp si decide ogni anno quali sono i luoghi adatti ad accogliere i tornei. Di recente, per esempio, il torneo tennistico di Amburgo è stato declassato, e Roma potrebbe fare la stessa fine per mancanza di attrezzature. Le palline si fermerebbero.
Nel romanzo Il giardino dei Finzi-Contini l’alternanza tra la bellezza tennistica e l’avvento del fascismo è raccontato in modo esemplare. Il primo sintomo della discesa italiana verso gli inferi politici e culturali, viene colto nella emblematica chiusura dei circoli del tennis. I pochi appassionati si riuniscono a casa Finzi Contini
per continuare a tirare qualche dritto e rovescio. Settanta anni dopo, il tennis italiano rischia di perdere il suo torneo più importante grazie alla destra.
Come al solito il mondo politico e sportivo si dividono. Anche all’interno del Pdl non c’è chiarezza. Ma in tutta questa vicenda di incompetenza al potere, c’è un ulteriore imbarazzo da annotare. Tra i contrari alla costruzione del nuovo stadio al Foro Italico, si è schierata l’associazione Italia Nostra. Ascoltata la dichiarazione del sindaco sull’inviolabilità del Foro Italico hanno esultato per la loro «battaglia per la difesa del complesso monumentale del Foro». Come tutti sanno, Italia Nostra è una associazione che combatte giuste battaglie per salvaguardare il patrimonio artistico e naturale dell’Italia. Pochi forse ricordano però (possibile anche nell’associazione
stessa?) che proprio Giorgio Bassani è stato presidente di Italia Nostra dal 1965 al 1980. Il suo impegno è stato fondamentale per battaglie che mettevano in gioco foreste, spiagge, città d’arte d’Italia. Ma Bassani era anche un bravo giocatore di tennis E le descrizioni delle partite di casa Fmzi-Contini dimostrano il suo amore per questo sport. Cosa avrebbe scelto Bassani? Salvaguardare il "monumentale"Foro, o la cultura del tennis? Bassani ragionava così: giustificò la battaglia della baia di Panigaglia, scrivendo: «l’abbiamo difesa a lungo, in nome di Byron, di Shelley, di Lawrence». Oggi Italia Nostra potrebbe salvare il tennis in nome di Giorgio Bassani. Scrittore che aveva sì orrore degli scempi ambientali, ma che considerava mirabili,
rispetto al fascismo. Da sempre infatti i fascisti impediscono alle belle Micòl di finire le loro partite.
Francesco Longo
il riformista, 12-09-2008
Dopo il Pincio, Alemanno vuol cancellare anche il tennis
«Il Foro Italico non va toccato», avverte il sindaco Gianni Alemanno. Non pago di aver fermato la realizzazione del parcheggio del Pincio - è di ieri la decisione della giunta -, il sindaco di Roma interrompe anche i lavori per ingrandire lo stadio centrale del tennis romano. La polemica è iniziata questa estate ma i risultati potremmo scoprirli l’anno prossimo: Roma potrebbe perdere gli Internazionali di tennis che ospita ogni anno in primavera. Morale? La solita. Quando arriva il fascismo, si sa, per prima cosa si smette di giocare a tennis. Lo aveva capito benissimo Giorgio Bassani con il suo Giardino dei Finzi-Contini, ce lo ricorda oggi il sindaco capitolino.
I prestigiosi Internazionali di Roma - teatro due anni fa dell a più bella sfida Nadal-Federer, dopo quella di Wimbledon di quest’anno - sono a rischio per alcune discutibili e discusse scelte del primo cittadino. Il Foro Italico ha bisogno di un nuovo stadio più grande altrimenti rischia di risultare inadatto ad ospitare la manifestazione. Il progetto, votato ai tempi di Veltroni, era già in atto ma è stato bloccato. Secondo la nuova giunta il piano avrebbe un impatto ambientale troppo alto. La giunta non vuole che il Foro sia «sventrato» perché si deve rispettare il suo «carattere monumentale». La controproposta che arriva - una specie di rilancio che sa solo di bluff - è di costruire dal nulla un nuovo centro sportivo a Tor di Quinto, in cui far svolgere gli Internazionali nel 2010. Il sindaco immagina che serva un solo anno per costruire dieci campi da tennis (tra cui un centrale di TOmila posti), un altro da quattromila, e palestre, spogliatoi, parcheggi, nuove strade, etc. Oppure quella di Alemanno non è fanta-edilizia, ma solo la febbre di arrestare ogni iniziativa di sviluppo cittadino.
Per i tornei Atp si decide ogni anno quali sono i luoghi adatti ad accogliere i tornei. Di recente, per esempio, il torneo tennistico di Amburgo è stato declassato, e Roma potrebbe fare la stessa fine per mancanza di attrezzature. Le palline si fermerebbero.
Nel romanzo Il giardino dei Finzi-Contini l’alternanza tra la bellezza tennistica e l’avvento del fascismo è raccontato in modo esemplare. Il primo sintomo della discesa italiana verso gli inferi politici e culturali, viene colto nella emblematica chiusura dei circoli del tennis. I pochi appassionati si riuniscono a casa Finzi Contini
per continuare a tirare qualche dritto e rovescio. Settanta anni dopo, il tennis italiano rischia di perdere il suo torneo più importante grazie alla destra.
Come al solito il mondo politico e sportivo si dividono. Anche all’interno del Pdl non c’è chiarezza. Ma in tutta questa vicenda di incompetenza al potere, c’è un ulteriore imbarazzo da annotare. Tra i contrari alla costruzione del nuovo stadio al Foro Italico, si è schierata l’associazione Italia Nostra. Ascoltata la dichiarazione del sindaco sull’inviolabilità del Foro Italico hanno esultato per la loro «battaglia per la difesa del complesso monumentale del Foro». Come tutti sanno, Italia Nostra è una associazione che combatte giuste battaglie per salvaguardare il patrimonio artistico e naturale dell’Italia. Pochi forse ricordano però (possibile anche nell’associazione
stessa?) che proprio Giorgio Bassani è stato presidente di Italia Nostra dal 1965 al 1980. Il suo impegno è stato fondamentale per battaglie che mettevano in gioco foreste, spiagge, città d’arte d’Italia. Ma Bassani era anche un bravo giocatore di tennis E le descrizioni delle partite di casa Fmzi-Contini dimostrano il suo amore per questo sport. Cosa avrebbe scelto Bassani? Salvaguardare il "monumentale"Foro, o la cultura del tennis? Bassani ragionava così: giustificò la battaglia della baia di Panigaglia, scrivendo: «l’abbiamo difesa a lungo, in nome di Byron, di Shelley, di Lawrence». Oggi Italia Nostra potrebbe salvare il tennis in nome di Giorgio Bassani. Scrittore che aveva sì orrore degli scempi ambientali, ma che considerava mirabili,
rispetto al fascismo. Da sempre infatti i fascisti impediscono alle belle Micòl di finire le loro partite.