Vesta, tornano gli dei
Simona De Santis
Corriere della Sera, 27/6/2006
Il Tempio rischiava dì crollare, ora riaccende il turismo
Il mito lo vuole come una delle dimore preferite dagli dei. È tornato agli antichi splendori il Tempio di Vesta nel parco di Villa Gregoriana, a Tivoli, dopo i lavori di restauro portati a termine dal Fai in collaborazione con l'Arpai, l'associazione per il Restauro del Patrimonio Artistico Italiano. Tre mesi di intensa attività e delicati interventi, per strappare il Tempio al degrado: «Abbiamo trovato la struttura in una situazione piuttosto sconfortante - spiega Marco Piras, direttore dei lavori per la Texnh - la stabilità della cella risultava compromessa».
I materiali costituenti, in primis travertino e tufo, dove non erano stati depauperati, avevano subito un grave deterioramento a causa degli agenti ambientali: «Sarebbe bastato sfiorare alcuni elementi della cella per farle cadere». Con la passione e il coinvolgimento, anche emotivo, dei maghi del restauro (la scuola italiana è una delle migliori del mondo) e del Fondo italiano per l'ambiente, il tempio di Vesta, e i suoi duemila anni di storia, possono ancora emozionare visitatori e turisti, come ai tempi del Gran Tour che faceva tappa qui, per ammirare le meraviglie di Tivoli, fin dal Settecento.
Si tratta del primo restauro archeologico avviato dal Fai, che ora «sta svolgendo anche l'importante restauro vegetazionale» racconta Giulia Maria Crespi, Presidente Fai. Le difficoltà, anche logistiche, per lo spostamento degli elementi del tempio, posizionato su una rupe, non sono mancate. Sono stati portati a spalla le colonne e gli stucchi antichi. Ristrutturati, o fatti ex novo. due chilometri di muretti e palettati. Dal vicino laghetto di villa Gregoriana, gli operatori Fai hanno estratto «cinque tonnellate di lavatrici e altro materiale pesante». Per l'eliminazione delle sterpaglie e delle erbe infestanti «sono intervenuti arrampicatori speciali».
Un intervento ad ampio raggio, che ha ricevuto un milione e mezzo di euro dall'Unicredit e altri fondi sostanziosi da enti pubblici e privati: Sovrintendenza, Provincia, Comune e Regione Lazio: «Solo questo tipo di interventi congiunti porta risultati di eccellenza». Senza considerare che «quando il Fai riapre un bene c'è tutta una microeconomia che risorge attorno, un anno fa con la riapertura di villa Gregoriana a giovarne è stata non solo la città di Tivoli, ma tutta l'economia legata al turismo nella Regione» conclude la Presidente Crespi. Un turismo che «se è in crisi in Italia a livello globale - dice Anna Maria Reggiani, direttore generale per i Beni Archeologici al ministero dei Beni Culturali - mostra invece vivacità il turismo culturale, si pensi al cosiddetto Modello Roma». Ora il Fai aspetta il comodato gratuito dal Demanio: «Con questa esperienza stiamo mettendo a sistema un modo di operare, tra pubblico e privato. - sottolinea Elisabetta Spitz, direttore generale dell'Agenzia del Demanio - che continuerà».
Intanto, illuminato di notte, il tempietto di Vesta, con la dea che lo abita, continua a vegliare sulla valle dell'Aniene, dove gli elementi naturali sono maestosi, tra strapiombi e cascate. Un luogo magico, di cui possono ancora godere, finalmente, tutti.
Simona De Santis
Corriere della Sera, 27/6/2006
Il Tempio rischiava dì crollare, ora riaccende il turismo
Il mito lo vuole come una delle dimore preferite dagli dei. È tornato agli antichi splendori il Tempio di Vesta nel parco di Villa Gregoriana, a Tivoli, dopo i lavori di restauro portati a termine dal Fai in collaborazione con l'Arpai, l'associazione per il Restauro del Patrimonio Artistico Italiano. Tre mesi di intensa attività e delicati interventi, per strappare il Tempio al degrado: «Abbiamo trovato la struttura in una situazione piuttosto sconfortante - spiega Marco Piras, direttore dei lavori per la Texnh - la stabilità della cella risultava compromessa».
I materiali costituenti, in primis travertino e tufo, dove non erano stati depauperati, avevano subito un grave deterioramento a causa degli agenti ambientali: «Sarebbe bastato sfiorare alcuni elementi della cella per farle cadere». Con la passione e il coinvolgimento, anche emotivo, dei maghi del restauro (la scuola italiana è una delle migliori del mondo) e del Fondo italiano per l'ambiente, il tempio di Vesta, e i suoi duemila anni di storia, possono ancora emozionare visitatori e turisti, come ai tempi del Gran Tour che faceva tappa qui, per ammirare le meraviglie di Tivoli, fin dal Settecento.
Si tratta del primo restauro archeologico avviato dal Fai, che ora «sta svolgendo anche l'importante restauro vegetazionale» racconta Giulia Maria Crespi, Presidente Fai. Le difficoltà, anche logistiche, per lo spostamento degli elementi del tempio, posizionato su una rupe, non sono mancate. Sono stati portati a spalla le colonne e gli stucchi antichi. Ristrutturati, o fatti ex novo. due chilometri di muretti e palettati. Dal vicino laghetto di villa Gregoriana, gli operatori Fai hanno estratto «cinque tonnellate di lavatrici e altro materiale pesante». Per l'eliminazione delle sterpaglie e delle erbe infestanti «sono intervenuti arrampicatori speciali».
Un intervento ad ampio raggio, che ha ricevuto un milione e mezzo di euro dall'Unicredit e altri fondi sostanziosi da enti pubblici e privati: Sovrintendenza, Provincia, Comune e Regione Lazio: «Solo questo tipo di interventi congiunti porta risultati di eccellenza». Senza considerare che «quando il Fai riapre un bene c'è tutta una microeconomia che risorge attorno, un anno fa con la riapertura di villa Gregoriana a giovarne è stata non solo la città di Tivoli, ma tutta l'economia legata al turismo nella Regione» conclude la Presidente Crespi. Un turismo che «se è in crisi in Italia a livello globale - dice Anna Maria Reggiani, direttore generale per i Beni Archeologici al ministero dei Beni Culturali - mostra invece vivacità il turismo culturale, si pensi al cosiddetto Modello Roma». Ora il Fai aspetta il comodato gratuito dal Demanio: «Con questa esperienza stiamo mettendo a sistema un modo di operare, tra pubblico e privato. - sottolinea Elisabetta Spitz, direttore generale dell'Agenzia del Demanio - che continuerà».
Intanto, illuminato di notte, il tempietto di Vesta, con la dea che lo abita, continua a vegliare sulla valle dell'Aniene, dove gli elementi naturali sono maestosi, tra strapiombi e cascate. Un luogo magico, di cui possono ancora godere, finalmente, tutti.