domenica 3 maggio 2009

"Colosseo formato Champions? Niente pubblicità sui monumenti"

"Colosseo formato Champions? Niente pubblicità sui monumenti"
Carlo Alberto Bucci
DOMENICA, 03 MAGGIO 2009 LA REPUBBLICA - Roma

La direttrice: "È vietata". Giro: "Progetto pericoloso"

Rossella Rea: "Sull´area sono stati apposti numerosi vincoli. Uno dei quali vieta tassativamente qualunque forma di réclame"

Lo Stato si schiera in difesa. A protezione del Colosseo. Che sta per essere invaso da 200mila tifosi. E da due campi di calcio, stesi ai piedi dell´Arco di Costantino e dell´anfiteatro Flavio in occasione della festa per la finale di Champions League del 27 maggio. Il progetto - spedito dal Campidoglio per ottenere il visto dei Beni culturali - è molto dettagliato. Con tanto di disegni precisi. E di tantissime bandierine che simulano le pubblicità dei vari sponsor dello "Uefa Champions Festival Colosseum".

Rossella Rea, l´archeologo della Soprintendenza speciale di Roma che è direttrice del Colosseo e che ha competenza sulla piazza, dichiara: «Non posso accogliere favorevolmente questa proposta». E poi spiega il perché: «Sull´area monumentale sono apposti numerosi vincoli. Uno dei quali vieta tassativamente qualunque forma di pubblicità. Nessuna deroga è mai stata concessa nella piazza». Quindi fa un esempio, macroscopico.


«La Banca di Roma, che pure erogò contributi importanti per il restauro del Colosseo, appariva solo nei cartelli di cantiere e comunque con visibilità contenuta».


La deroga ai vincoli può essere concessa per periodi limitati «e solo in presenza di interessi pubblici preminenti e sovraordinati» precisa il funzionario. La finale della vecchia Coppa dei Campioni può essere considerata una ragione di forza maggiore? E il Colosseo può reggere la forza d´urto dei tifosi inglesi, e/o spagnoli, che arriveranno nella capitale?

«Mi pare paradossale - ragiona il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro - che appena dichiarato lo stato di emergenza per la situazione di degrado nell´area archeologica centrale (la nomina a commissario straordinario del capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, che nei ha nei giorni scorsi rinunciato all´incarico, ndr) si conceda quello spazio a una manifestazione che per numero di persone, ossia di tifosi, e rischio di incolumità per i monumenti, equivale a dieci concerti di Gianna Nannini».


Già, il concertone di Capodanno voluto dal Campidoglio e osteggiato da Giro. Che però ora, forte «del buon lavoro svolto con il Comune in questi mesi e dell´accordo con Alemanno a proposito della necessità di rilancio del Colosseo», cerca di mediare. E annuncia: «Convocherò il più presto possibile il tavolo Stato-Campidoglio per l´area archeologica centrale in modo che si possa trovare una soluzione equilibrata che tenga conto della necessità di festeggiare la finale di Champions ma senza mettere a rischio il Colosseo e gli altri monumenti».
Ma qual è lo statuto di quell´area? Sito archeologico o piazza cittadina? Spiega Rossella Rea: «La piazza del Colosseo è un "complesso monumentale", come definito dal Codice dei Beni culturali del 2004, il cosiddetto codice Urbani, formato da più monumenti: l´anfiteatro Flavio, l´Arco di Costantino, la Meta Sudans, i resti della Domus aurea, il tempio di Venere e Roma, la via Sacra. E come complesso monumentale deve essere tutelato e gestito, garantendo ai visitatori accoglienza, libertà di movimento e di visuale. In una parola, la fruizione in totale sicurezza».