La città antica. La Soprintendenza rivela il risultato dei lavori
Camilla Bertoni
CORRIERE DEL VENETO, 26 APRLE 2009
«Dopo 25 anni di scavi ecco il Campidoglio romano» Briciole, niente più, ma da quell’enorme quantità di briciole ritrovate in vent’anni di scavi archeologici Giuliana Cavalieri Manasse, direttore del nucleo operativo di Verona della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Veneto, è riuscita a compiere un'impresa che ha pochi altri riscontri: la ricostruzione, fin nei minimi dettagli, di quello che doveva essere l’imponente Capitolium di Verona romana, l’antico campidoglio. Di tutti gli scavi realizzati da quando è iniziato il suo incarico veronese (era il 1977) Manasse ha scelto di dare alle stampe gli esiti di questo lungo lavoro.
La città antica Il lavoro che riporta alla luce il Capitolium di Verona
«Dopo 25 anni di scavi nelle cantine dei palazzi ecco il Campidoglio romano»
La Manasse: un percorso museale, ma servono fondi
VERONA — Briciole, niente più, ma da quell’enorme quantità di briciole ritrovate in vent’anni di scavi archeologici Giuliana Cavalieri Manasse, direttore del nucleo operativo di Verona della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Veneto, è riuscita a compiere un'impresa che ha pochi altri riscontri: la ricostruzione, fin nei minimi dettagli, di quello che doveva essere l’imponente Capitolium di Verona romana (il Campidoglio). Di tutti gli scavi realizzati da quando è iniziato il suo incarico veronese (era il 1977) Manasse ha scelto di dare alle stampe gli esiti di questo lungo lavoro .
«Gli scavi sono iniziati in aree private interessate da opere di ristrutturazione », spiega Manass, 25 anni fa. «Nel 1983-84 i primi ritrovamenti sono emersi nelle cantine di Palazzo Maffei, tra 1986 e 1987 nei sotterranei del palazzo del Monte dei Pegni, poi nelle cantine di Palazzo Malaspina (su via Emilei) e infine dal 1988 al 2004, in varie fasi, nell’area di corte Sgarzerie ».
Quando si è iniziato a capire il significato e il valore di ciò che si veniva portando alla luce?
«Fin dal 1987 abbiamo capito che stavamo trovando la vera sede del Capitolium romano, che non poteva più essere identificato con i ritrovamenti nell'area di Piazzetta Tirabosco, che dal 1914 aveva assunto il toponimo di Campidoglio proprio in virtù di quanto allora si credeva. Ma la ricostruzione nel particolare è stata un lavoro enorme cui si è potuti arrivare mettendo insieme briciole su briciole».
Cosa si auspica per questi tesori archeologici, in gran parte ancora non visitabili al pubblico?
«Esiste un progetto per la loro musealizzazione e per un percorso con mezzi audiovisivi e ricostruzioni virtuali da farsi nel futuro Museo Archeologico a San Tomaso, ma per ora non abbiamo ricevuto alcun finanziamento. E senza i contributi della Fondazione Cariverona non avremmo neppure potuto realizzare questo scavo e questo studio». Uno studio che Pierre Gros, uno dei massimi studiosi di architettura romana, così commenta: «Grazie a questo volume il Campidoglio di Verona è entrato nel club molto ristretto dei monumenti antichi integralmente conosciuti e ricostruiti e resterà una delle testimonianze più evocative dell'architettura, dell'urbanistica e della storia delle città romane dell'Italia settentrionale».
Camilla Bertoni
CORRIERE DEL VENETO, 26 APRLE 2009
«Dopo 25 anni di scavi ecco il Campidoglio romano» Briciole, niente più, ma da quell’enorme quantità di briciole ritrovate in vent’anni di scavi archeologici Giuliana Cavalieri Manasse, direttore del nucleo operativo di Verona della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Veneto, è riuscita a compiere un'impresa che ha pochi altri riscontri: la ricostruzione, fin nei minimi dettagli, di quello che doveva essere l’imponente Capitolium di Verona romana, l’antico campidoglio. Di tutti gli scavi realizzati da quando è iniziato il suo incarico veronese (era il 1977) Manasse ha scelto di dare alle stampe gli esiti di questo lungo lavoro.
La città antica Il lavoro che riporta alla luce il Capitolium di Verona
«Dopo 25 anni di scavi nelle cantine dei palazzi ecco il Campidoglio romano»
La Manasse: un percorso museale, ma servono fondi
VERONA — Briciole, niente più, ma da quell’enorme quantità di briciole ritrovate in vent’anni di scavi archeologici Giuliana Cavalieri Manasse, direttore del nucleo operativo di Verona della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Veneto, è riuscita a compiere un'impresa che ha pochi altri riscontri: la ricostruzione, fin nei minimi dettagli, di quello che doveva essere l’imponente Capitolium di Verona romana (il Campidoglio). Di tutti gli scavi realizzati da quando è iniziato il suo incarico veronese (era il 1977) Manasse ha scelto di dare alle stampe gli esiti di questo lungo lavoro .
«Gli scavi sono iniziati in aree private interessate da opere di ristrutturazione », spiega Manass, 25 anni fa. «Nel 1983-84 i primi ritrovamenti sono emersi nelle cantine di Palazzo Maffei, tra 1986 e 1987 nei sotterranei del palazzo del Monte dei Pegni, poi nelle cantine di Palazzo Malaspina (su via Emilei) e infine dal 1988 al 2004, in varie fasi, nell’area di corte Sgarzerie ».
Quando si è iniziato a capire il significato e il valore di ciò che si veniva portando alla luce?
«Fin dal 1987 abbiamo capito che stavamo trovando la vera sede del Capitolium romano, che non poteva più essere identificato con i ritrovamenti nell'area di Piazzetta Tirabosco, che dal 1914 aveva assunto il toponimo di Campidoglio proprio in virtù di quanto allora si credeva. Ma la ricostruzione nel particolare è stata un lavoro enorme cui si è potuti arrivare mettendo insieme briciole su briciole».
Cosa si auspica per questi tesori archeologici, in gran parte ancora non visitabili al pubblico?
«Esiste un progetto per la loro musealizzazione e per un percorso con mezzi audiovisivi e ricostruzioni virtuali da farsi nel futuro Museo Archeologico a San Tomaso, ma per ora non abbiamo ricevuto alcun finanziamento. E senza i contributi della Fondazione Cariverona non avremmo neppure potuto realizzare questo scavo e questo studio». Uno studio che Pierre Gros, uno dei massimi studiosi di architettura romana, così commenta: «Grazie a questo volume il Campidoglio di Verona è entrato nel club molto ristretto dei monumenti antichi integralmente conosciuti e ricostruiti e resterà una delle testimonianze più evocative dell'architettura, dell'urbanistica e della storia delle città romane dell'Italia settentrionale».