Il sottosuolo sammaritano regala nuove interessanti reperti.
01/11/2008 IL MATTINO
Nel corso di alcuni interventi realizzati sia nel piazzale antistante che nell'area retrostante l'Anfiteatro campano, sono state rinvenute delle rovine romane. La precedente arena utilizzata da Spartaco e una vasca che i romani adoperavano come scenario per gli spettacoli navali arricchiranno il già importante patrimonio archeologico di Santa Maria Capua Vetere. Le scoperte, effettuate qualche giorno fa, sono state rese note solo ieri mattina ma si attende comunque ancora l'ufficializzazione da parte della Soprintendenza dei Beni Archeologici. Gli operai della ditta incaricata di eseguire i lavori nell'area nei pressi dell'Anfiteatro hanno rinvenuto alcuni resti di quella che è stata indicata come la precedente arena - quella in cui si esibiva Spartaco - ed i cui materiali sarebbero stati adoperati per costruire il sito attualmente aperto al pubblico. Ma quello della precedente arena non è l'unico reperto che è venuto alla luce nell'ultimo periodo. Di pari importanza, se non addirittura ancora più rilevante è il rinvenimento di una vasca. Grande è stata la sorpresa degli operai quando, nell'effettuare i lavori per la realizzazione della passeggiata archeologica posta alle spalle dell'Anfiteatro, hanno scoperto un bacino di notevoli dimensioni. Secondo quanto si apprende - anche in questo caso mancherebbe la conferma ufficiale della Soprintendenza - si tratterebbe di una delle vasche che i romani utilizzavano come sorta di scenario per i loro spettacoli navali. Conosciute come «navalia proelia» o con il termine greco «naumachiae», venivano riprodotte in un apposito bacino riempito d'acqua; gli attori principali chiamati a inscenare gli scontri che avevano visto impegnate le flotte romane erano in genere criminali condannati a morte o troupe di professionisti o ancora veri marinai e soldati. Delle naumachiae ci sono notizie grazie a Marziale che racconta di battaglie riprodotte al Colosseo o comunque sempre in ampi bacini a Roma. Se la natura dei resti rinvenuti fosse confermata si tratterebbe davvero di una scoperta di rilevanza mondiale. cri.mo.
01/11/2008 IL MATTINO
Nel corso di alcuni interventi realizzati sia nel piazzale antistante che nell'area retrostante l'Anfiteatro campano, sono state rinvenute delle rovine romane. La precedente arena utilizzata da Spartaco e una vasca che i romani adoperavano come scenario per gli spettacoli navali arricchiranno il già importante patrimonio archeologico di Santa Maria Capua Vetere. Le scoperte, effettuate qualche giorno fa, sono state rese note solo ieri mattina ma si attende comunque ancora l'ufficializzazione da parte della Soprintendenza dei Beni Archeologici. Gli operai della ditta incaricata di eseguire i lavori nell'area nei pressi dell'Anfiteatro hanno rinvenuto alcuni resti di quella che è stata indicata come la precedente arena - quella in cui si esibiva Spartaco - ed i cui materiali sarebbero stati adoperati per costruire il sito attualmente aperto al pubblico. Ma quello della precedente arena non è l'unico reperto che è venuto alla luce nell'ultimo periodo. Di pari importanza, se non addirittura ancora più rilevante è il rinvenimento di una vasca. Grande è stata la sorpresa degli operai quando, nell'effettuare i lavori per la realizzazione della passeggiata archeologica posta alle spalle dell'Anfiteatro, hanno scoperto un bacino di notevoli dimensioni. Secondo quanto si apprende - anche in questo caso mancherebbe la conferma ufficiale della Soprintendenza - si tratterebbe di una delle vasche che i romani utilizzavano come sorta di scenario per i loro spettacoli navali. Conosciute come «navalia proelia» o con il termine greco «naumachiae», venivano riprodotte in un apposito bacino riempito d'acqua; gli attori principali chiamati a inscenare gli scontri che avevano visto impegnate le flotte romane erano in genere criminali condannati a morte o troupe di professionisti o ancora veri marinai e soldati. Delle naumachiae ci sono notizie grazie a Marziale che racconta di battaglie riprodotte al Colosseo o comunque sempre in ampi bacini a Roma. Se la natura dei resti rinvenuti fosse confermata si tratterebbe davvero di una scoperta di rilevanza mondiale. cri.mo.