Il vallo di Adriano
Una grande muraglia, spessa quasi due metri e mezzo, e alta (col parapetto) più di sei, rivestita di pietra egregiamente lavorata, lunga quasi i 27 chilometri, dalla foce del Tyne al Solway Firth, che scalava le colline, discendeva nelle valli, passava ampi fiumi e piccoli ruscelli, seguendo quanto era possibile le creste più elevate, senza evitare gli ostacoli ma continuando indifferente la sua via fino alla meta, segnando una separazione completa fra Nord e Sud. Tale era il muro propriamente detto, che però nel suo percorso allacciava non meno di quattordici fortezze, e comprendeva come parte integrale della sua costruzione ottanta fortini, a circa un miglio d’intervallo, e circa centosessanta torrette di fortificazione o di vedetta.
Come si vede, non si trattava di una lunga costruzione uniforme, ma vi erano fra grandi e piccoli circa duecentocinquanta posti fortificati. I quattordici grandi erano costruiti per alloggiare ciascuno da cinquecento a mille uomini, e comprendevano vie, templi, uffici, corti cinte da colonnati, caserme, alloggi per gli ufficiali, granai, botteghe d’artigiani. Intorno sorgeva una piccola città che albergava le famiglie dei soldati e la gente comunque attaccata alla guarnigione; in mezzo, un ottimo stabilimento di bagni.
Il paese che la gran barriera attraversava era in parte pianeggiante e fertile, in parte incolto e desolato. Piuttosto deserto è quasi tutto anche adesso, ma un tempo lo ridestava l’attività dei legionari che compivano la grande opera, e dopo vi rintronò a lungo il passo cadenzato delle truppe di guarnigione che vi si davano il cambio. Su quella striscia di territorio si ritrovavano soldati provenienti da tutte le parti del mondo allora conosciuto. Dalle sponde del Reno, del Danubio, della Senna, dell’Adriatico e del Mare del Nord, dalla Penisola spagnola venivano, al comando di Roma, per guarnire questo avamposto lontano fra le solitudini della Nortumbria.
cartina geografica del vallo di Adriano
Una grande muraglia, spessa quasi due metri e mezzo, e alta (col parapetto) più di sei, rivestita di pietra egregiamente lavorata, lunga quasi i 27 chilometri, dalla foce del Tyne al Solway Firth, che scalava le colline, discendeva nelle valli, passava ampi fiumi e piccoli ruscelli, seguendo quanto era possibile le creste più elevate, senza evitare gli ostacoli ma continuando indifferente la sua via fino alla meta, segnando una separazione completa fra Nord e Sud. Tale era il muro propriamente detto, che però nel suo percorso allacciava non meno di quattordici fortezze, e comprendeva come parte integrale della sua costruzione ottanta fortini, a circa un miglio d’intervallo, e circa centosessanta torrette di fortificazione o di vedetta.
Come si vede, non si trattava di una lunga costruzione uniforme, ma vi erano fra grandi e piccoli circa duecentocinquanta posti fortificati. I quattordici grandi erano costruiti per alloggiare ciascuno da cinquecento a mille uomini, e comprendevano vie, templi, uffici, corti cinte da colonnati, caserme, alloggi per gli ufficiali, granai, botteghe d’artigiani. Intorno sorgeva una piccola città che albergava le famiglie dei soldati e la gente comunque attaccata alla guarnigione; in mezzo, un ottimo stabilimento di bagni.
Il paese che la gran barriera attraversava era in parte pianeggiante e fertile, in parte incolto e desolato. Piuttosto deserto è quasi tutto anche adesso, ma un tempo lo ridestava l’attività dei legionari che compivano la grande opera, e dopo vi rintronò a lungo il passo cadenzato delle truppe di guarnigione che vi si davano il cambio. Su quella striscia di territorio si ritrovavano soldati provenienti da tutte le parti del mondo allora conosciuto. Dalle sponde del Reno, del Danubio, della Senna, dell’Adriatico e del Mare del Nord, dalla Penisola spagnola venivano, al comando di Roma, per guarnire questo avamposto lontano fra le solitudini della Nortumbria.
cartina geografica del vallo di Adriano