Tuvixeddu, la voragine del mistero
La Nuova Sardegna 03/11/2008
CAGLIARI. A Tuvixeddu, a poca distanza dalle tombe romane, le violenti piogge del 22 scorso hanno creato un’enorme voragine. La scoperta è stata fatta ieri dal gruppo Speleo archeologico cavità cagliaritane, che stava operando su invito della circoscrizione di Sant’Avendrace. Il sopralluogo era stato richiesto per verificare eventuali rotture di bacini idrici sotterranei visto il torrente d’acqua che ha invaso il quartiere durante l’alluvione. La voragine (nella foto ) si trova a poca distanza da viale Sant’Avendrace ed è profonda circa cinque metri e larga quindici. Si è aperta all’interno di un opificio industriale dell’ex cantiere italcementi dove, secondo il progetto del parco (attualmente bloccato), sarebbe dovuto sorgere il muse archeologico. Il gruppo Speleo archeologico segnala inoltre il crollo di pareti a volta di cavità e danni notevoli ad acquedotti antichi e gallerie lunghe chilometri ( Lo smottamento del terreno è stato presumibilmente provocato dalle forti acque piovane che, scorrendo a monte sulla necropoli, si sono riversate a valle allagando il fondo del vecchio opificio industriale dove un tempo si estraeva il calcare. Inoltre i chilometri di gallerie sotterranee si mostrano ora intasate da una poltiglia fangosa alta circa un metro, spiega il gruppo Speleo archeologico: un vero e proprio disastro lontano da occhi indiscreti, che ha coinvolto le gallerie che alimentavano l’antico acquedotto romano.
La Nuova Sardegna 03/11/2008
CAGLIARI. A Tuvixeddu, a poca distanza dalle tombe romane, le violenti piogge del 22 scorso hanno creato un’enorme voragine. La scoperta è stata fatta ieri dal gruppo Speleo archeologico cavità cagliaritane, che stava operando su invito della circoscrizione di Sant’Avendrace. Il sopralluogo era stato richiesto per verificare eventuali rotture di bacini idrici sotterranei visto il torrente d’acqua che ha invaso il quartiere durante l’alluvione. La voragine (nella foto ) si trova a poca distanza da viale Sant’Avendrace ed è profonda circa cinque metri e larga quindici. Si è aperta all’interno di un opificio industriale dell’ex cantiere italcementi dove, secondo il progetto del parco (attualmente bloccato), sarebbe dovuto sorgere il muse archeologico. Il gruppo Speleo archeologico segnala inoltre il crollo di pareti a volta di cavità e danni notevoli ad acquedotti antichi e gallerie lunghe chilometri ( Lo smottamento del terreno è stato presumibilmente provocato dalle forti acque piovane che, scorrendo a monte sulla necropoli, si sono riversate a valle allagando il fondo del vecchio opificio industriale dove un tempo si estraeva il calcare. Inoltre i chilometri di gallerie sotterranee si mostrano ora intasate da una poltiglia fangosa alta circa un metro, spiega il gruppo Speleo archeologico: un vero e proprio disastro lontano da occhi indiscreti, che ha coinvolto le gallerie che alimentavano l’antico acquedotto romano.