domenica 6 dicembre 2020
Giulio Cesare Ottaviano Augusto
domenica 1 novembre 2020
Marco Ulpio Traiano
domenica 4 ottobre 2020
Flavio Valerio Costantino
martedì 15 settembre 2020
mercoledì 9 settembre 2020
i lari e il genius
A Pompei, questi Lari accompagnano spesso il Genius, nella figura di un uomo in toga: cosi è evocato, in modo appena passabile, il “dèmone personale” del padrone di casa, che nasce e muore con lui, e rappresenta per cosi dire la coscienza divina che un vivo ha di se stesso. La grande festa del Genius è il giorno del compleanno del paterfamilias.
Ma originariamente il Genius è ben altro: principio di fecondità genetica,
come indica il nome, che garantisce mediante l’individuo a cui è legato il
perpetuarsi delle generazioni. Si coglie ancora questo valore, completamente
offuscato, in aneddoti come quello di Sempronio, padre dei Gracchi. Un giorno fu
catturata in casa sua una coppia di serpenti (si credeva che il Genius talvolta
apparisse sotto questa forma); l’augure prescrisse di ucciderne uno,
aggiungendo che la morte del maschio avrebbe causato quella di Sempronio,
quella della femmina la morte della moglie; e Sempronio volle che sopravvivesse
la moglie, la cui giovinezza prometteva altre maternità. Si diceva anche (ma
qui è evidente il ricordo greco di Alessandro Magno) che un serpente avesse
procreato Scipione l’Africano. Al Genio era consacrato il letto nuziale (lectus genialis). E quando, con progresso senza dubbio tardo, si volle assicurare
alla donna una protezione analoga a quella che il Genius assicurava all’uomo,
le si mise a fianco una Giunone individuale: bizzarra moltiplicazione della dea,
del matrimonio e del parto (Iuno Lucina).
Dalla porta alla scopa che puliva intorno al focolare, al pestello che
frantumava il grano, la casa aveva molti altri “dèmoni” familiari, appena
sentiti, indubbiamente, tranne quando un rito ancestrale li mobilitava o un
incidente tecnico richiedeva il loro aiuto. Al focolare, ai Penati, ai Lari, al
Genio, si rivolgeva invece un culto regolare, completo, chiuso per cosi dire,
con i suoi umili strumenti, la patera, la saliera, la scatola dei profumi,
l’ampolla;
martedì 8 settembre 2020
mercoledì 2 settembre 2020
antichi culti persistenti
Paradossalmente, nel mondo nuovo essa sopravvisse a se stessa nei suoi caratteri più latini; i più umili e più materiali come i più astratti.
martedì 1 settembre 2020
Ara Pacis
venerdì 14 agosto 2020
pontefice - pontifex
pontefice (pontifex, colui che apre le vie verso gli dei ).
Il collegio dei pontefici, creato da Numa, composto in
origine di tre o cinque membri, e alla fine di sedici, occupò un posto di
eccezionale importanza, ai tempi di Cesare, nell’organizzazione religiosa di
Roma. Guardiano della tradizione, esso fu incaricato di sorvegliare il culto
privato e pubblico. Ma ebbe anche altri attributi precisi (ius pontificale):
consacrazione degli edifici, distinzione dei giorni fasti e
nefasti, regolamentazione dei giochi d’origine romana, tenuta dei libri
pontificali e, fino alla fine del IV sec. a.C., deposito e conoscenza delle
leggi e delle formule di procedura.
Il collegio venne aperto alla plebe a partire dal 300
a.C.; i suoi membri furono dapprima reclutati per cooptazione, poi eletti da
comizi ristretti.
Alla testa del collegio il pontefice massimo, nominato a
vita dai suoi colleghi, dotato delle prerogative religiose degli antichi re,
alloggiava nel loro antico palazzo, la Regia; gli altri pontefici erano semplici
suoi consiglieri; egli poteva essere magistrato e capo militare. Se,
teoricamente, era inferiore in dignità al Rex sacrorum, in pratica era lui a mantenere il primato:
nominava i quindici flamini, sceglieva le vestali, giocava un ruolo
preponderante nel culto di Giove Capitolino, assisteva ai matrimoni per
confarreatio e godeva dunque di grande
prestigio. Cesare ottenne la carica nel 63; in
epoca imperiale, poi, tutti gli imperatori porteranno il titolo di Pontifex
Maximus.
genio - genius
genio (Genius; da geno, generare). Principio di vita che assicura la perpetuità della discendenza. — Ogni uomo aveva il proprio genio (le donne possedevano una Giunone individuale, Juno Lucina, dea della Maternità), rappresentato come un serpente o un uomo in toga che porta il corno dell’abbondanza ed una patera: esso figura nel Larario. In casa gli era consacrato il letto nuziale (lectus genialis) posto nell’atrium. Il culto del genio consisteva soprattutto nelle offerte di dolci, vino, fiori. Si parlava anche del genio di un dio quando si pensava in modo particolare alla sua potenza creatrice. Il genio degli uomini illustri si avvicinava alla divinità: si rendeva un culto al genio dell’imperatore (Genius Augusti), culto confuso con quello dei Lares Campitales.
In generale tutto ciò che esisteva possedeva un proprio genio: quartieri, municipi, corporazioni, eserciti, monumenti, ecc. In questo caso si trattava di un “doppio”, di un demone protettore che assicurava e manteneva la vita. Al vertice della gerarchia stavano il genio di Roma (Genius Urbis Romae) e, soprattutto, il genio del popolo romano (Genius Populi Romani).domenica 9 agosto 2020
Farsalo
venerdì 3 luglio 2020
giovedì 2 luglio 2020
pianta delle terme di Glanum
pianta delle due zone delle terme di Glanum:
s - sala di servizio;
P - praefurnium;
C - Caldarium;
T - Tepidarium;
F - Frigidarium;
P - palestra;
N - Natatio (piscina);