Sarcofago romano scoperto a Sant’Abbondio
Lorenzo Morandotti
Corriere di Como, 31-3-2010
Como 29 marzo 2010, manica lunga della basilica di Sant'Abbondio dove è stato rinvenuto un sarcofago durante gli scavi
ARCHEOLOGIA LARIANA Gli scavi preliminari della Soprintendenza previsti prima dell’intervento sulla “Manica lunga”
Il mistero da dipanare è chi, in quel sudario di pietra, fosse sepolto. Forse si tratta di una persona importante. Non resta nulla dell’antico inquilino. Né lo scheletro né monili o insegne.
Qualcosa di più potrà dirlo forse, se sarà possibile decifrarla compiutamente, l’iscrizione che è stata ritrovata sul sarcofago di epoca romana scoperto di recente durante una serie di scavi preliminari, propedeutici all’avvio dell’intervento per la riqualificazione dell’edificio “Manica lunga” nel compendio di Sant’Abbondio, tra Chiostro e chiesetta dei Santi Cosma e Damiano.
Un edificio che, una volta ristrutturato, ospiterà gli studi per i docenti della facoltà di Giurisprudenza dell’Università dell’Insubria di Como.
I lavori, per cui la Regione Lombardia staccherà un assegno di 1,7 milioni di euro, dovrebbero iniziare entro la primavera e dovrebbero terminare entro 760 giorni, riducendo al termine del cantiere la frammentazione delle sedi universitarie comasche.
La scoperta del sarcofago era dunque preventivata, come spiega il responsabile dell’Ufficio Tecnico dell’Università degli Studi dell’Insubria, l’ingegner Enrico Cossovich: «Abbiamo concordato le indagini preliminari al piano interrato con la Soprintendenza, dato che si sospettava che la zona fosse di interesse archeologico».
La stessa Soprintendenza sta stilando come prescrive la prassi in questi casi una relazione che pubblicherà sul proprio bollettino. Stefania Jorio, responsabile della Soprintendenza per i Beni archeologici della Lombardia, anticipa qualche dettaglio: «Siamo intervenuti in tre ambienti distinti della “Manica lunga”. Abbiamo trovato la vasca in pietra di un sarcofago priva di coperchio, e già riutilizzata come vasca per altri impieghi. Il sarcofago è di epoca tardoantica o romana, ed è già stato messo in sicurezza al centro dell’ambiente in cui è stato rinvenuto e avvolto in un telo. Al termine dei lavori, sarà collocato in un luogo idoneo per poter essere ammirato dai visitatori».
Ma non è tutto. L’intervento archeologico previsto nell’ambito degli studi preliminari alla realizzazione della nuova “Manica lunga” nell’area di Sant’Abbondio ha permesso di scoprire altre tracce più recenti della Como del passato, in una zona adibita secondo gli studiosi a necropoli: in un altro dei tre ambienti scavati nello studio preliminare della Soprintendenza è stata scoperta una vasca circolare impermeabilizzata con cocciopesto (una sabbia ottenuta da laterizi frantumati molto usata in antichità) che veniva probabilmente utilizzata per qualche attività artigianale. Ed è stata trovata anche una grande fossa di cinque metri di lato riempita con materiale edilizio di età romana.
Ulteriori indagini sono in agenda quando si provvederà allo scavo di una base per un vano ascensore. L’importante è ora individuare l’iscrizione nella sua corretta leggibilità, per quanto è possibile. «È molto deteriorata», commenta Stefania Jorio.
Lorenzo Morandotti
Lorenzo Morandotti
Corriere di Como, 31-3-2010
Como 29 marzo 2010, manica lunga della basilica di Sant'Abbondio dove è stato rinvenuto un sarcofago durante gli scavi
ARCHEOLOGIA LARIANA Gli scavi preliminari della Soprintendenza previsti prima dell’intervento sulla “Manica lunga”
Il mistero da dipanare è chi, in quel sudario di pietra, fosse sepolto. Forse si tratta di una persona importante. Non resta nulla dell’antico inquilino. Né lo scheletro né monili o insegne.
Qualcosa di più potrà dirlo forse, se sarà possibile decifrarla compiutamente, l’iscrizione che è stata ritrovata sul sarcofago di epoca romana scoperto di recente durante una serie di scavi preliminari, propedeutici all’avvio dell’intervento per la riqualificazione dell’edificio “Manica lunga” nel compendio di Sant’Abbondio, tra Chiostro e chiesetta dei Santi Cosma e Damiano.
Un edificio che, una volta ristrutturato, ospiterà gli studi per i docenti della facoltà di Giurisprudenza dell’Università dell’Insubria di Como.
I lavori, per cui la Regione Lombardia staccherà un assegno di 1,7 milioni di euro, dovrebbero iniziare entro la primavera e dovrebbero terminare entro 760 giorni, riducendo al termine del cantiere la frammentazione delle sedi universitarie comasche.
La scoperta del sarcofago era dunque preventivata, come spiega il responsabile dell’Ufficio Tecnico dell’Università degli Studi dell’Insubria, l’ingegner Enrico Cossovich: «Abbiamo concordato le indagini preliminari al piano interrato con la Soprintendenza, dato che si sospettava che la zona fosse di interesse archeologico».
La stessa Soprintendenza sta stilando come prescrive la prassi in questi casi una relazione che pubblicherà sul proprio bollettino. Stefania Jorio, responsabile della Soprintendenza per i Beni archeologici della Lombardia, anticipa qualche dettaglio: «Siamo intervenuti in tre ambienti distinti della “Manica lunga”. Abbiamo trovato la vasca in pietra di un sarcofago priva di coperchio, e già riutilizzata come vasca per altri impieghi. Il sarcofago è di epoca tardoantica o romana, ed è già stato messo in sicurezza al centro dell’ambiente in cui è stato rinvenuto e avvolto in un telo. Al termine dei lavori, sarà collocato in un luogo idoneo per poter essere ammirato dai visitatori».
Ma non è tutto. L’intervento archeologico previsto nell’ambito degli studi preliminari alla realizzazione della nuova “Manica lunga” nell’area di Sant’Abbondio ha permesso di scoprire altre tracce più recenti della Como del passato, in una zona adibita secondo gli studiosi a necropoli: in un altro dei tre ambienti scavati nello studio preliminare della Soprintendenza è stata scoperta una vasca circolare impermeabilizzata con cocciopesto (una sabbia ottenuta da laterizi frantumati molto usata in antichità) che veniva probabilmente utilizzata per qualche attività artigianale. Ed è stata trovata anche una grande fossa di cinque metri di lato riempita con materiale edilizio di età romana.
Ulteriori indagini sono in agenda quando si provvederà allo scavo di una base per un vano ascensore. L’importante è ora individuare l’iscrizione nella sua corretta leggibilità, per quanto è possibile. «È molto deteriorata», commenta Stefania Jorio.
Lorenzo Morandotti