domenica 11 aprile 2010

Crollo alla Domus Aurea Scaricabarile sulle responsabilità

Crollo alla Domus Aurea Scaricabarile sulle responsabilità
STEFANO MILIANI
Unità, mercoledì 31 marzo 2010

È come una vasta bocca di terra bruna mista a brandelli di mura e mattoni che con ferocia ferisce il Colle Oppio: una voragine, il terreno è franato e qualcuno poteva morire, accanto alla Domus Aurea di Nerone con vista sul Colosseo a Roma. Ieri mattina poco dopo le 9 una porzione delle gallerie costruite dall'imperatore Traiano nel 104. d.C. è franata con uno schianto trascinando l'inferriata e il terrapieno, semi-seppellendo le volte a botta delle terme traianee. Con il fiuto dei cani e con le sonde i vigili del fuoco hanno accertato: nessuno era rimasto intrappolato tra quelle zolle. Una paura motivata: nel prato lì sopra, nel giardino - che è del Comune, il quale usa il Dal governo un anno fa (il che coinvolge nel lavori la Protezione civile) per interventi urgenti. Orfini del Pd: «Com'è possibile questo crollo?» monumento di proprietà dello Stato - passeggiano tranquille mamme con bambini, romani, turisti, di notte qualcuno ci dorme e, denunciano gli abitanti, c'è delinquenza.
La superficie del giardino implosa su se stessa è di 130 metri quadri. Sotto le gallerie antiche, chiuse al pubblico ma aperte agli addetti ai lavori, sono alte una decina di metri. Un crollo del genere non si era registrato da almeno 50 anni e supera l'allarme rosso: è la dimostrazione - lo dicono dei tecnici - che il Colle Oppio con i suoi monumenti corre il serio pericolo di sbriciolarsi, AntonelloVodret è l'architetto della soprintendienza statale per la Domus. a il polso della situazione. «Le murature cedono di schianto: il terreno s'imbibisce d'acqua, l'acqua penetra nelle volte, ai piccoli cedimenti è seguito il crollo. Provocato da più cause, come le piogge prolungate e l'invecchiamento delle murature». La frana segnala anche che il quadro è più fosco di quanto si pensasse. «Le volte di Traiano non avevano pitture. Invece - avverte - ora sugli affreschi della Domus soffieranno correnti d'aria pericolose». Lo stato delle cose l'architetto lo descrive così: «Siccome mancano i finanziamenti, solo il 10% Domus è impermeabilizzato». Da notare: già il soprintendente di prima, Bottini, denunci il guaio invocando una bonifica anni fa. «Stiamo per provvedere in 150 spazi - prosegue Vodret - Ciononostante senza un intervento urbanistico vero non si risolverà mai: Colle Oppio non ha un sistema di drenaggio delle acque». E’ il nocciolo del problema. E il Colle appartiene al Campidoglio. Nella gestione del magnifico affaccio sull'anfiteatro Flavio complica tutto la sovrapposizione di chi decide e fa: il Comune da un lato, la soprintendenza archeologica del ministero dei beni culturali dall'altro che ha in carico quei mattoni imperiali. E un autentico intreccio di responsabili e istituzioni: c'è il soprintendente diciamo «regolare», dal 10 marzo Giuseppe Proietti; poi c'è il commissario per la Domus Aurea Luciano Marchetti, mentre pure la soprintendenza romana ha il suo commissario, Roberto Cecchi; poiché del giardino e del colle risponde il Campidoglio, hanno voce in capitolo l'assessore alla cultura Croppi e il soprintendente dei beni culturali Broccoli. Una folla. Dove l'arrivo salvifico dei commissari governativi a quanto pare non è bastato a evitare il disastro
Del ripristino del crollo si occuperà per l'appunto Marchetti che ha fatto un sopralluogo con la Protezione civile: doveva iniziate a giorni dei lavori li vicino, cambierà piani con «una variante di programma». Ammette il commissario: un primo lotto da 2 milioni di euro di un progetto complessivo è stato finanziato, eppure non è partito per problemi burocrati ci (ma va'!) e, aggiunge, perché il Comune non ha ancora consegnato le aree sopra la Domus. I lavori di messa in sicurezza partono oggi ma sempre Marchetti, si affretta a riferire il sottosegretario Giro, «ha spiegato che la parte di soffitto crollata è di una galleria di accesso alla Domus in consegna al Comune». Il ministero scarica la patata bollente ad Alemanno? Tanto per ribadire il ginepraio. O meglio: tra i tecnici, e non solo tra loro, serpeggia malumore verso il Campidoglio. Anche se il soprintendente capitoli prova a buttarla sul fato: «Le strutture antiche tendenzialmente crollano». Già, ma gli antichi romani erano ottimi architetti. E le loro costruzioni a tutt'oggi sono rimaste in piedi.