venerdì 22 agosto 2008

Pincio, già scavati 25 mila metri cubi

ROMA - Pincio, già scavati 25 mila metri cubi
CARLO ALBERTO BUCCI
VENERDÌ, 22 AGOSTO 2008 LA REPUBBLICA - Roma


I lavori avanzano. Areazione dalle aiuole. E i Verdi alla Ue: "Fermateli"

Contrasti nella commissione dei saggi. Ok di Rossi Ma Muratore: "Una mostruosità"


Continua lo scontro sul Pincio. Parcheggio, sì o no? Ma intanto gli scavi archeologici vanno avanti. E sono stati portati via già 25mila metri cubi di terra. Contro il progetto per 700 posti auto da vendere ai residenti del Tridente, i Verdi con Bonelli scrivono alla Ue e all´Unesco. Chiedono un ispezione: "Progetto sbagliato, fermateli". Contrario anche uno dei 5 saggi chiamati da Alemanno, Giorgio Muratore. Definisce il progetto: "Una mostruosità". E si scaglia contro gli impianti di areazione nascosti nelle aiuole e contro gli accessi sulle rampe del Valadier. Favorevole invece Rossi. E la commissione non ha ancora presentato la relazione definitiva.



I camion hanno già portato via dalle viscere del Pincio qualcosa come 25mila metri cubi di terra. Sono stati rimossi dallo scavo, profondo cinque metri e di circa 5000 metri quadri d´ampiezza, che gli archeologi stanno realizzando per mettere in luce le importanti preesistenze dell´antica Roma. Eppure la decisione definitiva sul parcheggio da 700 posti - quasi tutti per le auto dei residenti del Tridente, da pedonalizzare - è tornata improvvisamente in bilico. Mentre il contestatissimo scavo è, di fatto, già iniziato. Dopo le barricate di "Italia nostra" e del "Comitato per la bellezza", dopo i «No» di Sgarbi e Fuksas, ieri Angelo Bonelli, dei Verdi, ha inviato un esposto all´Unesco e alla Ue chiedendo «un ispezione e un intervento per fermare i lavori: il progetto è una scelta sbagliata».
Per la giunta Alemanno sarà difficile fermare, come annunciato in campagna elettorale, le benne messe in azione dall´amministrazione di centrosinistra. Alla perdita del patrimonio architettonico e paesaggistico, prima che archeologico, si assomma la sicura perdita economica. Perché ai tre milioni di penale (il 10% dell´importo totale) da pagare alla ditta vincitrice del concorso, la Sac dei Cerasi, c´è da aggiungere la spesa per il ripristino (ad esempio il rinterro degli antichi resti e il ritorno tra i viali dei busti dei probi viri rimossi per il restauro); oltre al mancato guadagno netto per le casse del Campidoglio di 30 milioni dalla prevista vendita dei posti auto.
Allo scontro durissimo nel Pdl e nel governo tra contrari e favorevoli al parcheggio da 7 piani per 25 metri di profondità (capeggiati dal capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto, su un lato della barricata, e dal sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro, dall´altra), si è aggiunta ora la frattura all´interno della commissione nominata dal sindaco per disinnescare la mina. I cinque saggi del Campidoglio (La Regina, Mattei, Muratore, Rossi e Schiattarella) hanno prodotto, per ora, solo una relazione preliminare; e non hanno ancora preso visione del rapporto realizzato dalla Soprintendenze archeologica statale sugli scavi. Ma l´ingegner Francesco Rossi ha già annunciato che il parcheggio «si può fare», a patto che si salvaguardi l´archeologia (per questo il progetto è stato spostato di circa 5 metri verso piazza Bucarest). E ha precisato che il problema dei gas non esiste: «Perché il parcheggio non sarà di scambio, produrrà poco gas e pochi fumi».
Giorgio Muratore ha invece inviato ieri ad Alemanno una memoria aggiuntiva: ha definito il progetto «una mostruosità, culturalmente criminale». Per l´architetto romano, tra i punti deboli del piano c´è «il problema dei gas di scarico»; la trasformazione di ampia parte del piazzale «in mero piano di copertura di una rimessa interrata»; l´impatto negativo «dei larghi pozzi di areazione e degli estesi grigliati», che il progetto prevede nascosti da aiuole, «delle scale di accesso per uscite di emergenza e dei volumi tecnici di varia natura, che trasformeranno definitivamente il senso e la qualità dei luoghi». Vero mostro per Muratore sono gli accessi per le auto: «La grande galleria carrabile, camuffata appena e malamente dalle goffe archeggiature posticce, e il tunnel pedonale, non sono tali da garantire, sia sul piano architettonico che su quello ambientale, i requisiti minimi che ne possono consentire la realizzazione a meno della perdita irreversibile di una serie di specifiche qualità dei luoghi». Il progetto dei passi, carrabile e pedonale, sulle rampe settecentesche del Valadier è stato in realtà modificato. E ha avuto il lasciapassare della Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici di Roma, guidata da Federica Galloni.