TRENTO - Resti romani nel cantiere
Alto Adige 13/02/2009
TRENTO. I resti di una villa romana rischiano di bloccare i lavori per la nuova facoltà di Lettere, in via Tomaso Gar nel centro di Trento. Il progetto avveniristico, che è già stato criticato in passato dai residenti, è ora in attesa che la soprintendenza per i beni archeologici della Provincia valuti la portata della scoperta archeologica. Se si dovesse trattare di un ritrovamento di pregio il progetto potrebbe subire modifiche. Dall’alto i resti romani si vedono chiaramente. Il perimetro di quella che ai tempi della Roma imperiale poteva essere una villa in riva all’ Adige è evidente. Tra i sassi spunta anche quello che doveva essere l’ingresso dell’antica abitazione. Gli operai della ditta Maltauro, che hanno iniziato i lavori per la realizzazione della nuova facoltà di Lettere se ne sono accorti nei giorni scorsi. Ed hanno subito avvisato la soprintendenza ai beni culturali della Provincia che, in quella porzione del cantiere, ha immediatamente bloccato l’azione delle ruspe e sospeso le operazioni di scavo. Così, al posto degli operai della Maltauro si sono messi al lavoro gli archeologi della ditta specializzata Sap che stanno documentando i reperti. Oltre al perimetro della casa, sono state rinvenute anche ceramiche risalenti all’età romana. Una volta terminata la documentazione, la palla passerà alla soprintendenza per i beni archeologici della Provincia, che segue gli scavi sin dal 2007 proprio perché quella zona della città poteva nascondere reperti dell’epoca romana. Così è stato. Ma all’entusiasmo degli archeologi che stanno cercando di capire la portata della scoperta, si contrappone lo scoramento dei vertici dell’Università di Trento. Il progetto della facoltà di Lettere è uno dei più importanti, ed allo stesso tempo discussi, per lo sviluppo dell’ateneo. Un progetto che, se dovessero essere ritenuti meritevoli di tutela i reperti rinvenuti, potrebbe anche essere ritoccato. Non facile mettere mano ad un’opera così. Un altro «pezzo da novanta» che l’ateneo trentino vuole mettere sul piatto dopo la nuova ala di Giurisprudenza firmata da Mario Botta. Per la nuova facoltà di Lettere l’Università ha investito 35 milioni di euro e la firma è dei giapponesi della Ishimoto che hanno progettato un grattacielo da 92 mila metri cubi e alto 22 metri. Dimensioni che hanno già fatto infuriare i residenti, convinti che un edificio di questa portata avrebbe «soffocato» l’intero quartiere. Lamentele e preoccupazioni cadute nel vuoto perché alla fine del 2007 le ruspe sono entrate in azione e l’obiettivo è quello di terminare entro il 2011. Una data che sembra un miraggio anche alla luce degli ultimi ritrovamenti. L’Università - così come la Provincia - sa infatti che un’opera come questa non può essere bloccata, cancellata. Ma forse anche una modifica, a questo punto, potrebbe scombinare i piani. Dove sono stati trovati i resti dovrebbe sorgere il parcheggio interrato, richiesto anche dalla cittadinanza, e dovervi rinunciare sarebbe certamente complicato. Lettere, inoltre, è la facoltà della città che ha più bisogno di spazi. Al momento, oltre alla sede principale di via Santa Croce, ci sono mini-sedi sparpagliate da via Abba a corso Tre Novembre, passando per via Travai e palazzo Consolati. Da lunedì prossimo queste sedi saranno raggruppate in piazza venezia. Blitz fra le bancarelle del mercato Dodici cittadini romeni multati per accattonaggio, un senegalese per vendita abusiva e quattro magrebini denunciati perché irregolari. Ieri carabinieri e vigili hanno effettuato controlli al mercato suscitando reazioni opposte fra i cittadini: alcuni hanno annuito, altri hanno scosso il capo.
Alto Adige 13/02/2009
TRENTO. I resti di una villa romana rischiano di bloccare i lavori per la nuova facoltà di Lettere, in via Tomaso Gar nel centro di Trento. Il progetto avveniristico, che è già stato criticato in passato dai residenti, è ora in attesa che la soprintendenza per i beni archeologici della Provincia valuti la portata della scoperta archeologica. Se si dovesse trattare di un ritrovamento di pregio il progetto potrebbe subire modifiche. Dall’alto i resti romani si vedono chiaramente. Il perimetro di quella che ai tempi della Roma imperiale poteva essere una villa in riva all’ Adige è evidente. Tra i sassi spunta anche quello che doveva essere l’ingresso dell’antica abitazione. Gli operai della ditta Maltauro, che hanno iniziato i lavori per la realizzazione della nuova facoltà di Lettere se ne sono accorti nei giorni scorsi. Ed hanno subito avvisato la soprintendenza ai beni culturali della Provincia che, in quella porzione del cantiere, ha immediatamente bloccato l’azione delle ruspe e sospeso le operazioni di scavo. Così, al posto degli operai della Maltauro si sono messi al lavoro gli archeologi della ditta specializzata Sap che stanno documentando i reperti. Oltre al perimetro della casa, sono state rinvenute anche ceramiche risalenti all’età romana. Una volta terminata la documentazione, la palla passerà alla soprintendenza per i beni archeologici della Provincia, che segue gli scavi sin dal 2007 proprio perché quella zona della città poteva nascondere reperti dell’epoca romana. Così è stato. Ma all’entusiasmo degli archeologi che stanno cercando di capire la portata della scoperta, si contrappone lo scoramento dei vertici dell’Università di Trento. Il progetto della facoltà di Lettere è uno dei più importanti, ed allo stesso tempo discussi, per lo sviluppo dell’ateneo. Un progetto che, se dovessero essere ritenuti meritevoli di tutela i reperti rinvenuti, potrebbe anche essere ritoccato. Non facile mettere mano ad un’opera così. Un altro «pezzo da novanta» che l’ateneo trentino vuole mettere sul piatto dopo la nuova ala di Giurisprudenza firmata da Mario Botta. Per la nuova facoltà di Lettere l’Università ha investito 35 milioni di euro e la firma è dei giapponesi della Ishimoto che hanno progettato un grattacielo da 92 mila metri cubi e alto 22 metri. Dimensioni che hanno già fatto infuriare i residenti, convinti che un edificio di questa portata avrebbe «soffocato» l’intero quartiere. Lamentele e preoccupazioni cadute nel vuoto perché alla fine del 2007 le ruspe sono entrate in azione e l’obiettivo è quello di terminare entro il 2011. Una data che sembra un miraggio anche alla luce degli ultimi ritrovamenti. L’Università - così come la Provincia - sa infatti che un’opera come questa non può essere bloccata, cancellata. Ma forse anche una modifica, a questo punto, potrebbe scombinare i piani. Dove sono stati trovati i resti dovrebbe sorgere il parcheggio interrato, richiesto anche dalla cittadinanza, e dovervi rinunciare sarebbe certamente complicato. Lettere, inoltre, è la facoltà della città che ha più bisogno di spazi. Al momento, oltre alla sede principale di via Santa Croce, ci sono mini-sedi sparpagliate da via Abba a corso Tre Novembre, passando per via Travai e palazzo Consolati. Da lunedì prossimo queste sedi saranno raggruppate in piazza venezia. Blitz fra le bancarelle del mercato Dodici cittadini romeni multati per accattonaggio, un senegalese per vendita abusiva e quattro magrebini denunciati perché irregolari. Ieri carabinieri e vigili hanno effettuato controlli al mercato suscitando reazioni opposte fra i cittadini: alcuni hanno annuito, altri hanno scosso il capo.