ll leone romano riemerge sulla via Emilia
PAOLA NALDI
la Repubblica (Bologna) 06/02/2009
MODENA - Mancano il muso e le zampe ma la statua romana in calcare bianco raffigurante un leone a grandezza naturale, rinvenuta qualche giorno fa a Fossalta, località modenese, mostra tutta la sua bellezza nei dettagli ancora visibili: la poderosa criniera, le costole e le vene capillari che emergono nitidamente sul ventre.
La statua è emersa durante gli scavi per ampliare un fabbricato dell´agenzia di onoranze funebre Cofim di Gianni Gibellini, sulla via Emilia, coperta da due metri di terra. Lavori condotti con la sorveglianza della Soprintendenza perché nei dintorni già otto anni fa si era trovata una necropoli tardoantica, databile tra la metà del III e la fine del IV secolo dopo Cristo, con numerosi reperti di epoca più antica riutilizzati successivamente per la copertura di tombe, tra cui un gladio con scudo che potrebbero appartenere al monumento funebre di un graduato dell´esercito o ad un personaggio importante.
Secondo i primi studi anche il leone ora ritrovato si potrebbe ricondurre allo stesso monumento, probabilmente di grande impatto architettonico, comprendente un´altra figura simile speculare. Questo genere di sculture era molto comune negli impianti funerari di età romana tra la seconda metà del I secolo avanti Cristo e i primi decenni del I secolo d.C., diffusi anche a Modena come testimoniano i due leoni che si possono ammirare ai lati della porta principale del Duomo e un altro esposto al Lapidario estense.
I lavori si sono svolti con la direzione scientifica del soprintendente Luigi Malnati dall´archeologo Donato Labate, con il coordinamento di Xabier Gonzales Muro della ditta Pegaso Archeologia.
PAOLA NALDI
la Repubblica (Bologna) 06/02/2009
MODENA - Mancano il muso e le zampe ma la statua romana in calcare bianco raffigurante un leone a grandezza naturale, rinvenuta qualche giorno fa a Fossalta, località modenese, mostra tutta la sua bellezza nei dettagli ancora visibili: la poderosa criniera, le costole e le vene capillari che emergono nitidamente sul ventre.
La statua è emersa durante gli scavi per ampliare un fabbricato dell´agenzia di onoranze funebre Cofim di Gianni Gibellini, sulla via Emilia, coperta da due metri di terra. Lavori condotti con la sorveglianza della Soprintendenza perché nei dintorni già otto anni fa si era trovata una necropoli tardoantica, databile tra la metà del III e la fine del IV secolo dopo Cristo, con numerosi reperti di epoca più antica riutilizzati successivamente per la copertura di tombe, tra cui un gladio con scudo che potrebbero appartenere al monumento funebre di un graduato dell´esercito o ad un personaggio importante.
Secondo i primi studi anche il leone ora ritrovato si potrebbe ricondurre allo stesso monumento, probabilmente di grande impatto architettonico, comprendente un´altra figura simile speculare. Questo genere di sculture era molto comune negli impianti funerari di età romana tra la seconda metà del I secolo avanti Cristo e i primi decenni del I secolo d.C., diffusi anche a Modena come testimoniano i due leoni che si possono ammirare ai lati della porta principale del Duomo e un altro esposto al Lapidario estense.
I lavori si sono svolti con la direzione scientifica del soprintendente Luigi Malnati dall´archeologo Donato Labate, con il coordinamento di Xabier Gonzales Muro della ditta Pegaso Archeologia.