Giano
Dio romano che non ha corrispondenti nel mondo greco. Giano è il corrispondente maschile di Diana, la Luna, così si suppone che egli in origine fosse stato considerato una divinità della luce celeste, solare. Come il Sole, che apre il giorno e lo chiude, così Giano venne rappresentato come il dio dell’inizio e della fine; tutto ciò che esiste era chiuso e riaperto per opera di Giano. Per questo fu chiamato anche Patuleius (da “patere”: essere aperto) e Clusius (da “claudere”: chiudere). Era il signore di tutti i passaggi e di tutte le porte (da “ianua “: porta). Dal momento che ogni passaggio possiede due aspetti, il davanti e il dietro, Giano fu anche detto Giano Gemino, bifronte.
Essendo il dio di ogni principio, a lui era dedicato il primo giorno dell’anno e il primo mese che da lui fu chiamato gennaio. Ogni attività, soprattutto pubblica, si apriva con un sacrificio o una preghiera a tale dio. Egli in un primo tempo non aveva bisogno di templi per le sue celebrazioni, proprio perché erano a lui dedicate tutte le porte e i passaggi delle città. I templi in suo onore furono eretti dal 260 a. C.. Secondo la tradizione primitiva era nativo del Lazio, dove accolse Saturno, che era stato scacciato dalla Grecia da Giove. A Roma regnò per qualche tempo e da lui prese il nome il colle Gianicolo. Dal matrimonio con Camesena nacque Tiberino, che divenne l’eroe eponimo del fiume Tevere. In una leggenda si narra che, una notte, durante un attacco dei Sabini capeggiati da Tito Tazio, e proprio quando questi stavano per assalire la cittadella sul Campidoglio, Giano fece zampillare dal suolo una sorgente di acqua solforosa che atterrì i nemici e li mise in fuga. Per tale miracolo, i Romani stabilirono che in tempo di guerra la porta del suo tempio dovesse stare sempre aperta affinché il dio in qualsiasi momento potesse correre in aiuto.
Fu anche dio delle acque sorgive e, per sottolineare questo, gli antichi gli attribuirono Giuturna la dea delle sorgenti in moglie, da cui ebbe Fonte.