Celebrati per la prima volta, come sembra, nel 349, presso a un altare scavato sulle rive del Tevere, nel luogo detto Terentum, erano de. dicati agli dèi infernali, Dis Pater e Proserpina, per propiziare il rinnovarsi del secolo: vi riconosciamo un’ideologia etrusca che penetra in Roma (dove doveva assumere grande importanza), forse per la mediazione della gens sabina dei Valerii. L’intervallo delle celebrazioni (il saeculum etrusco contava in principio 110 anni) conferiva a questi giuochi una particolare solennità; ma dalla quarta (nel 17 prima della nostra era) in poi per iniziativa di Augusto vi s’introdussero notevoli modificazioni liturgiche.
A prescindere dal rituale molto particolare dei Ludi Saeculares, ognuno dei sei grandi giuochi comportava un giorno consacrato da una processione (in cui figuravano, con le vittime, gli aurighi e gli atleti, e le immagini o gli attributi degli dèi) e dal sacrificio al dio beneficiano, tra i quali le competizioni assumevano tutto il loro significato. L’attrattiva dello spettacolo e degli esempi etruschi o greci, col pretesto della religione, prolungò oltre misura queste celebrazioni: i Ludi Romani finirono col prendere 16 giorni (4-19 settembre); i Ludi Plebei 14 (4-17 novembre); gli altri da 6 a 8 giorni.