venerdì 14 febbraio 2020

Eneide Libro V

ENEIDE LIBRO V 
Giunsero sulle coste della Sicilia, dove furono accolti da Aceste. 
Era già trascorso un anno dalla morte di Anchise ed Enea propose dei giochi funebri per commemorarlo Mentre gli uomini erano impegnati nelle gare, le donne cominciarono a lamentarsi della vita randagia che stavano conducendo, sicché Giunone mandò fra di loro Iris, che consigliò alle troiane di dar fuoco alle navi, prendendo ella stessa una torcia accesa e gettandola verso le imbarcazioni Dapprima incerte, poi sempre più convinte, imitarono Iris e ben presto si alzarono altissime fiamme. Giove, pregato da Enea, mandò allora una pioggia provvidenziale che spense l’incendia. Solo quattro navi furono irrimediabilmente distrutte. Intanto Enea prese la decisione di abbandonare l’isola, lasciando su di essa coloro fra i suoi compagni che lo avessero voluto. 
Fece rotta verso l’italia navigando su un mare tranquillo, grazie all’intercessione di Venere presso Nettuno. 
Il dio però vaticinò che durante tale spedizione un compagno di Enea sarebbe morto. Infatti, durante la notte, il Sonno fece addormentare il timoniere Palinuro, che cadde in mare. Enea nel frattempo si accorse che la nave procedeva senza guida e si rese così conto della scomparsa del suo nocchiero. Piangendo disperatamente la perdita del fedele amico, prese egli stesso il timone.