mercoledì 25 novembre 2009

Via al cantiere del nuovo ospedale. Sopralluogo nell’area del ritrovamento delle fornaci romane.

Via al cantiere del nuovo ospedale. Sopralluogo nell’area del ritrovamento delle fornaci romane. La soprintendente Poggesi: «Scoperta importante»
MARTINA ALTIGERI
MERCOLEDÌ, 25 NOVEMBRE 2009 IL TIRRENO - Prato

Tra un mese partiranno i lavori che potrebbero terminare in due anni e mezzo

Le strutture saranno restaurate e messe in sicurezza ma dipenderà dai finanziamenti se sarannno lasciate alla fruizione pubblica

PRATO. Via libera alla costruzione del nuovo ospedale di Prato. Dopo anni di attesa e inaspettate scoperte archeologiche, entro un mese partiranno i lavori di scavo e la successiva posa della prima pietra. L’annuncio è stato fatto ieri dal direttore generale dell’Asl, Bruno Cravedi, in occasione della presentazione degli antichi reperti rinvenuti a San Paolo nello spazio di realizzazione della struttura sanitaria.
«L’area è stata tutta bonificata, è stata liberata dalle piante che erano presenti e sono state già tracciate le vie di cantiere - ha detto il direttore Cravedi - Nei prossimi giorni saranno avviati i lavori per l’alloggiamento degli operai e poi saremo pronti per partire». Se tutto filerà liscio come oggi, senza avere cioè vincoli né da parte del Comune né della Soprintendenza ai beni archeologici, tra due anni e mezzo Prato potrebbe già avere il suo nuovo ospedale.
I ritrovamenti archeologici, venuti alla luce in seguito ai saggi nel terreno della scorsa estate, sono di importante valore storico e fortunatamente non intralceranno la creazione del grande edificio ospedaliero.
La soprintendente Gabriella Poggesi ha infatti spiegato che «le situazioni archeologiche sono collocate in due zone in cui non è prevista la costruzione, ma destinate invece già dal progetto ad aree verdi» e questo consentirà di procedere e di decidere con serenità la loro futura destinazione.
Qui sono stati trovati un percorso stradale della lunghezza di 120 metri di età romano-imperiale e un gruppo di fornaci, sempre di epoca romana, per la realizzazione di laterizi e di ceramica di uso comune.
«Si tratta di un’importante scoperta - ha commentato Poggesi - poiché queste sono le uniche fornaci note e così ben conservate nell’area tra Firenze, Prato e Pistoia destinate a questo tipo di materiali». Un esempio simile è stato rinvenuto nella zona di Scandicci, ma veniva utilizzato solo per la produzione di anfore da vino.
I ritrovamenti sono stati possibili grazie alle procedure di bonifica che regolarmente la Soprintendenza deve compiere quando si avviano grandi cantieri.
L’intercettazione di eventuali ordigni bellici ha portato questa volta a individuare un “tesoro sotterraneo” di cui si ignorava l’esistenza e ha permesso di aggiungere un tassello al percorso della storia pratese. La strada non è in un buono stato di conservazione e così è stato deciso di ricoprirla, le fornaci invece hanno una bella struttura riconoscibile e vede il gruppo di esperti della Società Archeologica del Centro Italia lavorare con attenzione per la ripulitura degli antichi ambienti.
«E’ molto probabile che qui esistesse un quartiere artigianale di produzione della ceramica con una strada limitrofa per far arrivare il materiale - ha detto la soprintendente - Non siamo distanti neppure dalla località di Sant’Ippolito in Strada e già il nome fa pensare che vi fosse la vicinanza di un asse stradale o addirittura della Cassia. E’ probabile che questo fosse un luogo comodo per i collegamenti».
Il futuro di questi resti archeologici dipenderà molto dalle finanze pubbliche. E’ certo che i ritrovamenti verranno tutelati attraverso il restauro, la documentazione e la loro messa in sicurezza, ma è prematuro dire se saranno valorizzati e lasciati alla fruizione del pubblico.
La soprintendente e il direttore generale non si sbilanciano, ma la possibilità di poter creare un’integrazione tra i servizi ospedalieri e l’ambiente esterno, con attività didattiche rivolte anche alle scuole, solletica i loro pensieri.