mercoledì 25 novembre 2009

I magnifici colori del «divo» Augusto

I magnifici colori del «divo» Augusto
Eleonora Sannibale
Il Tempo (Roma) 23/11/2009

I colori dell'Ara Pacis illuminano Roma. Ieri sera, grazie a un'iniziativa promossa dal Comune in collaborazione con la catena di supermercati Gros e l'azienda capitolina Zetema, gli antichi marmi dell'altare di Augusto sono tornati a splendere. Una folla di turisti, curiosi e nomi del jet set romano non sono mancati a questo imperdibile appuntamento con l'arte. L'evento, a ingresso gratuito, si è diviso in due momenti, il primo dedicato agli addetti al lavori, il secondo ai cittadini. Alle ore 21, l'accensione dei proiettori, sulle note della colonna sonora de «Il gladiatore», alla presenza del sovrintendente Umberto Broccoli. Per mezzo di un sofisticato sistema di illuminazione virtuale, costato 70 mila euro, i rilievi marmorei del recinto esterno hanno riacquistato gli originari colori, o meglio quelle che gli esperti ritengono essere le antiche tonalità delle sculture. Così, i pannelli raffiguranti «Enea sacrificante ai Penati», il «Lupercale», la «Tellus», la «Dea Roma» e ancora il grande fregio vegetale, sono stati ammirati per la prima volta dal pubblico nelle loro sfumature di rosso pompeiano, di verde e di azzurro. L'esperimento, tentato nel biennio 2007/2008, è stato mostrato con successo il 23 settembre dello stesso anno, giorno del Natale di Augusto. L'intenzione dell'assessorato alla Cultura e della sovrintendenza comunale è di illuminare di nuovo le pareti dell'Ara Pacis in altre occasioni legate alla storia della città. È stato proprio il titolare della sovrintendenza ai Beni culturali del Campidoglio, Umberto Broccoli ad auspicare la prossima accensione dei «riflettori» il 21 aprile 2010, in occasione del Simposio delle religioni mediterranee, ipotizzato dal sindaco Gianni Alemanno. Dalla presentazione dell'esperimento nel 2008 a oggi, è stato effettuato un nuovo ciclo di ricerche per affinare la tecnica di proiezione, eseguite dai laboratori scientifici dei Musei Vaticani. Gli esperti, in questo lasso di tempo, hanno potuto verificare senza ombra di dubbio l'esistenza di colore sull'altare e su alcuni suoi frammenti mai restaurati, perché non reinseriti nella ricostruzione eseguita nel 1938. La scelta delle singole tinte è stata operata sulla base di confronti con la pittura romana, specialmente pompeiana, studi condotti su monumenti più recenti e influenzati dall'Ara Pacis, e ricerche cromatiche svolte sulle architetture e sulla scultura grecoromana. In particolare, come precisato dal responsabile delle aree archeologiche del centro storico, Giovanni Caruso, si è scelto di rafforzare l'intensità dei colori come gli azzurri, i verdi del fregio vegetale e i rossi della corazza di Marte e della tunica di Madre Terra. Inoltre, studi approfonditi hanno evidenziato la grande quantità di elementi arborei come ramoscelli, viticci e palmette, tra cui trovano spazio piccoli animali.