Dagli scavi emerge la corazza di un imperatore
s. s.
L'Unione Sarda 01/07/2009
Dopo la statua millenaria di Ercole il sottosuolo di via delle Terme rivela un'altra scoperta stupefacente: il frammento di una corazza, con decorazioni che rimandano a un personaggio importante, forze un console o addirittura un imperatore. Ancora è presto per dirlo ma le prime indicazioni rimandano al periodo romano imperiale, secondo secolo d.C. Gli archeologi raccolgono i risultati di un lavoro incominciato qualche anno fa, in un'area considerata molto interessante. I lavori di archeologica preventiva, arrivati dopo i lavori per la costruzione di un palazzo al centro storico avevano messo in luce reperti preziosi. Fino alla scoperta più recente, la statua di Ercole, che ha rivisto la luce un mese fa. La statua millenaria sputata di recente dal sottosuolo di via delle Terme, è ora esposta al pubblico nell'Antiquarium turritano. La teca è stata preparata con cura per proteggere il busto di duemila anni fa, recuperato nel corso della campagna avviata a ridosso della Turris Libissonis d'età romana. Ripulito e analizzato, gli esperti della Soprintendenza hanno spazzato via ogni minimo dubbio: la statua rappresenta proprio il figlio di Zeus ed è testimonianza di un mito che ha attraversato l'Egeo, fino a toccare le sponde sarde. Il busto, seppur privo di testa e di parte delle braccia e delle gambe, ha un valore inestimabile. La pelle di leone scolpita riveste un corpo di marmo che in superficie presenta parti dipinte. La statua non ha subito danni durante lo scavo coordinato dall'archeologa Antonella Pandolfi. L'area di via delle Terme è uno scrigno di tesori: nel 2006 fu ritrovato un enorme mosaico policromo, unico in tutta Italia perché sopra ha impressa un'iscrizione di saluto. La costruzione di un palazzo che avrebbe dovuto sotterrare per sempre reperti di pregio fu bloccata giusto in tempo. Senza l'intervento della Soprintendenza i tesori sarebbero rimasti sepolti. Un antipasto in attesa che riapra il palazzo di Re Barbaro, il monumento simbolo di Turris Libissonis sigillato da sette anni per lavori in corso.
s. s.
L'Unione Sarda 01/07/2009
Dopo la statua millenaria di Ercole il sottosuolo di via delle Terme rivela un'altra scoperta stupefacente: il frammento di una corazza, con decorazioni che rimandano a un personaggio importante, forze un console o addirittura un imperatore. Ancora è presto per dirlo ma le prime indicazioni rimandano al periodo romano imperiale, secondo secolo d.C. Gli archeologi raccolgono i risultati di un lavoro incominciato qualche anno fa, in un'area considerata molto interessante. I lavori di archeologica preventiva, arrivati dopo i lavori per la costruzione di un palazzo al centro storico avevano messo in luce reperti preziosi. Fino alla scoperta più recente, la statua di Ercole, che ha rivisto la luce un mese fa. La statua millenaria sputata di recente dal sottosuolo di via delle Terme, è ora esposta al pubblico nell'Antiquarium turritano. La teca è stata preparata con cura per proteggere il busto di duemila anni fa, recuperato nel corso della campagna avviata a ridosso della Turris Libissonis d'età romana. Ripulito e analizzato, gli esperti della Soprintendenza hanno spazzato via ogni minimo dubbio: la statua rappresenta proprio il figlio di Zeus ed è testimonianza di un mito che ha attraversato l'Egeo, fino a toccare le sponde sarde. Il busto, seppur privo di testa e di parte delle braccia e delle gambe, ha un valore inestimabile. La pelle di leone scolpita riveste un corpo di marmo che in superficie presenta parti dipinte. La statua non ha subito danni durante lo scavo coordinato dall'archeologa Antonella Pandolfi. L'area di via delle Terme è uno scrigno di tesori: nel 2006 fu ritrovato un enorme mosaico policromo, unico in tutta Italia perché sopra ha impressa un'iscrizione di saluto. La costruzione di un palazzo che avrebbe dovuto sotterrare per sempre reperti di pregio fu bloccata giusto in tempo. Senza l'intervento della Soprintendenza i tesori sarebbero rimasti sepolti. Un antipasto in attesa che riapra il palazzo di Re Barbaro, il monumento simbolo di Turris Libissonis sigillato da sette anni per lavori in corso.