Un tetto high-tech nel cuore del Foro salverà il Lapis Niger dove morì Romolo
CARLO ALBERTO BUCCI
MERCOLEDÌ, 10 GIUGNO 2009 LA REPUBBLICA - Roma
Lavori al via a luglio E per la ricostruzione virtuale del Foro romano c´è l´idea di usare le "tabernae"
Una volta rimosso il solaio in cemento torneremo a scavare questo tesoro, il cuore politico della città
Un tetto high-tech di tubi d´acciaio e pannelli trasparenti - grande 400metri quadrati e realizzato usando come pilastri centinaia di sacchetti di sabbia per evitare di dover scendere con pilastri nel cuore del Foro romano - permetterà da luglio di coprire, e al contempo scoprire, l´area sotterranea inondata dalle acque nere il 28 ottobre 2008 quando la cloaca maxima straripò. Stiamo parlando del Comizio, davanti alla Curia, il luogo dove, narra la leggenda, Romolo morì colpito da un fulmine. E dove il mito e le vicende di Roma si stratificano in pochi metri, sommando culti ancestrali a straordinarie testimonianze, come l´ara del lapis niger o il cippo della lex sacra: un´iscrizione bustrofedica del 560-550 a. C., la più antica di Roma.
«Siamo tra Campidoglio e Palatino, nel cuore politico della città e dell´Occidente» spiega Patrizia Fortini, l´archeologa della Soprintendenza statale che, a partire da settembre, rimetterà le mani al sito scavato alla fine dell´Ottocento, quindi indagato negli anni Sessanta e caratterizzato dall´altare arcaico, «all´interno del quale sgorga ancora una fonte, sacra ai romani». Ma prima dell´indagine archeologica c´è da mettere in sicurezza il prezioso tesoro sommerso. Che è minacciato non solo dalle esondazioni della fogna antica - usata (assurdo ma vero) ancora oggi dai romani - ma anche dalla copertura in cemento armato, che si sta sgretolando. «Per rimuoverla - spiega l´architetto della Soprintendenza, Pia Petrangeli - con l´ingegner Alessandro Bozzetti abbiamo progettato un carro-ponte che ci permetterà di staccare blocchi del peso di una tonnellata e mezza e di trasportarli sui binari fuori dall´area, senza mettere in pericolo i resti sottostanti. E questo anche grazie all´uso di una sega ad aria, invece di quella ad acqua che inonderebbe l´altare, il cippo e gli altri monumenti sotterranei».
Il piano (costo complessivo 300mila euro, dal budget della Soprintendenza) prevede che un camioncino arrivi sulla via Sacra per portarsi via, entro fine luglio, il solaio pericolante fatto a pezzi. Poi entreranno in azione gli archeologi, in attesa che sia bandito il concorso di idee per stabilire una copertura definitiva del luogo sacro. Intanto, resterà in piedi il carro-ponte trasparente, per un cantiere aperto che prevede, sul tetto, la riproduzione a grandezza naturale (da osservare dal Campidoglio o dalla chiesa dei santi Luca e Martina) del sito sotterraneo dove l´umidità è alta per la presenza di una falda, di una fonte e delle condutture della fogna. «Il microclima è stato monitorato dalla Cistec e ci ha permesso di capire che non va alterato perché ha fatto sì che le strutture antiche si mantenessero bene» spiega Petrangeli. Che annuncia: «Di solai in cemento ne abbiamo da togliere altri tre. Alla Domus Transitoria, alla Tiberiana e alla basilica Giulia». E poi rivela: «Molti turisti ci chiedono ricostruzioni virtuali. È solo un´idea, per adesso, ma abbiamo pensato che le tabernae lungo la via Nova potrebbero ospitare la vita dell´antica Roma in versione digitale».
CARLO ALBERTO BUCCI
MERCOLEDÌ, 10 GIUGNO 2009 LA REPUBBLICA - Roma
Lavori al via a luglio E per la ricostruzione virtuale del Foro romano c´è l´idea di usare le "tabernae"
Una volta rimosso il solaio in cemento torneremo a scavare questo tesoro, il cuore politico della città
Un tetto high-tech di tubi d´acciaio e pannelli trasparenti - grande 400metri quadrati e realizzato usando come pilastri centinaia di sacchetti di sabbia per evitare di dover scendere con pilastri nel cuore del Foro romano - permetterà da luglio di coprire, e al contempo scoprire, l´area sotterranea inondata dalle acque nere il 28 ottobre 2008 quando la cloaca maxima straripò. Stiamo parlando del Comizio, davanti alla Curia, il luogo dove, narra la leggenda, Romolo morì colpito da un fulmine. E dove il mito e le vicende di Roma si stratificano in pochi metri, sommando culti ancestrali a straordinarie testimonianze, come l´ara del lapis niger o il cippo della lex sacra: un´iscrizione bustrofedica del 560-550 a. C., la più antica di Roma.
«Siamo tra Campidoglio e Palatino, nel cuore politico della città e dell´Occidente» spiega Patrizia Fortini, l´archeologa della Soprintendenza statale che, a partire da settembre, rimetterà le mani al sito scavato alla fine dell´Ottocento, quindi indagato negli anni Sessanta e caratterizzato dall´altare arcaico, «all´interno del quale sgorga ancora una fonte, sacra ai romani». Ma prima dell´indagine archeologica c´è da mettere in sicurezza il prezioso tesoro sommerso. Che è minacciato non solo dalle esondazioni della fogna antica - usata (assurdo ma vero) ancora oggi dai romani - ma anche dalla copertura in cemento armato, che si sta sgretolando. «Per rimuoverla - spiega l´architetto della Soprintendenza, Pia Petrangeli - con l´ingegner Alessandro Bozzetti abbiamo progettato un carro-ponte che ci permetterà di staccare blocchi del peso di una tonnellata e mezza e di trasportarli sui binari fuori dall´area, senza mettere in pericolo i resti sottostanti. E questo anche grazie all´uso di una sega ad aria, invece di quella ad acqua che inonderebbe l´altare, il cippo e gli altri monumenti sotterranei».
Il piano (costo complessivo 300mila euro, dal budget della Soprintendenza) prevede che un camioncino arrivi sulla via Sacra per portarsi via, entro fine luglio, il solaio pericolante fatto a pezzi. Poi entreranno in azione gli archeologi, in attesa che sia bandito il concorso di idee per stabilire una copertura definitiva del luogo sacro. Intanto, resterà in piedi il carro-ponte trasparente, per un cantiere aperto che prevede, sul tetto, la riproduzione a grandezza naturale (da osservare dal Campidoglio o dalla chiesa dei santi Luca e Martina) del sito sotterraneo dove l´umidità è alta per la presenza di una falda, di una fonte e delle condutture della fogna. «Il microclima è stato monitorato dalla Cistec e ci ha permesso di capire che non va alterato perché ha fatto sì che le strutture antiche si mantenessero bene» spiega Petrangeli. Che annuncia: «Di solai in cemento ne abbiamo da togliere altri tre. Alla Domus Transitoria, alla Tiberiana e alla basilica Giulia». E poi rivela: «Molti turisti ci chiedono ricostruzioni virtuali. È solo un´idea, per adesso, ma abbiamo pensato che le tabernae lungo la via Nova potrebbero ospitare la vita dell´antica Roma in versione digitale».