La Repubblica 15.6.09
Una rassegna al museo di Grosseto
Nell’anima etrusca
di Giuseppe M. Della Fina
GROSSETO. «La lotta fra Romani ed Etruschi fu più che una guerra di religione: fu una guerra di anime. Roma prevalse, ma qualcosa della romantica anima etrusca è rimasto, come una nube leggera». Così scriveva Alberto Savinio, e proprio agli Etruschi, anzi al loro periodo di maggiore splendore, è dedicata la mostra «Signori di Maremma. Elites etrusche fra Populonia e Vulci» allestita all´interno del Museo Archeologico e d´Arte della Maremma (sino al 31 ottobre). L´esposizione, curata dalle archeologhe Carlotta Cianferoni, Maria Grazia Celuzza e Simona Rafanelli, è incentrata sulla fase orientalizzante dell´Etruria tra gli ultimi decenni dell´VIII e primi del VI secolo a. C. e caratterizzata dalla piena affermazione di una ristretta aristocrazia.
L´attenzione è sulle aristocrazie di Populonia e Vetulonia, di una città-stato di cerniera come Roselle e d´importanti centri dell´interno quali Marsiliana d´Albegna, Poggio Buco e Pitigliano. Oltre duecento reperti provenienti per lo più da corredi funerari ricuperati nelle monumentali tombe gentilizie offrono l´immagine di aristocratici pienamente consapevoli, anzi orgogliosi del proprio ruolo di primissimo piano nella società del tempo con un´apertura rivolta verso il mondo greco e fenicio-punico. Da quest´ultimo venivano oggetti preziosi che risentivano l´influenza di soluzioni tecniche e stilistiche elaborate nel Vicino Oriente e veicolate dalle navi fenicie e cartaginesi; dal mondo greco provenivano sempre oggetti di lusso, ma soprattutto valori alla base di un´ideologia che continuò ad essere vitale in Etruria anche quando era già tramontata in Grecia e nelle aree ellenizzate del Mediterraneo.
Populonia è rappresentata soprattutto dal corredo funerario, esposto pressoché nella sua interezza, della tomba dei Flabelli. Si possono osservare, per la prima volta insieme, i due utensili che danno il nome al monumento: sono in bronzo e presentano una decorazione ottenuta a sbalzo; notevoli sono anche due armature complete con elmi e schinieri e un servizio di vasi bronzei per il banchetto e il simposio. La documentazione di Vetulonia è affidata al corredo della tomba del Duce che comprendeva, fra l´altro, un´urna cineraria in argento decorata a sbalzo e vasellame in bucchero di alta qualità ad esaltazione della perizia dei ceramisti etruschi.
Una preziosa statuetta d´avorio ricoperta da foglie d´oro e raffigurante una divinità femminile è in grado da sola di suggerire la raffinatezza e l´apertura mediterranea dei principi di Marsiliana d´Albegna: l´opera, realizzata forse localmente, venne scolpita da un artigiano originario del bacino orientale del Mediterraneo e immigrato in Etruria. Da Roselle provengono reperti ricuperati in un ambito diverso da quello funerario: dall´area della cosiddetta «casa con recinto», in cui è stato riconosciuto uno dei più antichi edifici pubblici dell´Etruria con valenza sia civile che religiosa. I centri di Poggio Buco e Pitigliano sono documentati prevalentemente da ceramiche come grandi crateri in bucchero e singolari vasi d´impasto ornati da figurine plastiche.
Una rassegna al museo di Grosseto
Nell’anima etrusca
di Giuseppe M. Della Fina
GROSSETO. «La lotta fra Romani ed Etruschi fu più che una guerra di religione: fu una guerra di anime. Roma prevalse, ma qualcosa della romantica anima etrusca è rimasto, come una nube leggera». Così scriveva Alberto Savinio, e proprio agli Etruschi, anzi al loro periodo di maggiore splendore, è dedicata la mostra «Signori di Maremma. Elites etrusche fra Populonia e Vulci» allestita all´interno del Museo Archeologico e d´Arte della Maremma (sino al 31 ottobre). L´esposizione, curata dalle archeologhe Carlotta Cianferoni, Maria Grazia Celuzza e Simona Rafanelli, è incentrata sulla fase orientalizzante dell´Etruria tra gli ultimi decenni dell´VIII e primi del VI secolo a. C. e caratterizzata dalla piena affermazione di una ristretta aristocrazia.
L´attenzione è sulle aristocrazie di Populonia e Vetulonia, di una città-stato di cerniera come Roselle e d´importanti centri dell´interno quali Marsiliana d´Albegna, Poggio Buco e Pitigliano. Oltre duecento reperti provenienti per lo più da corredi funerari ricuperati nelle monumentali tombe gentilizie offrono l´immagine di aristocratici pienamente consapevoli, anzi orgogliosi del proprio ruolo di primissimo piano nella società del tempo con un´apertura rivolta verso il mondo greco e fenicio-punico. Da quest´ultimo venivano oggetti preziosi che risentivano l´influenza di soluzioni tecniche e stilistiche elaborate nel Vicino Oriente e veicolate dalle navi fenicie e cartaginesi; dal mondo greco provenivano sempre oggetti di lusso, ma soprattutto valori alla base di un´ideologia che continuò ad essere vitale in Etruria anche quando era già tramontata in Grecia e nelle aree ellenizzate del Mediterraneo.
Populonia è rappresentata soprattutto dal corredo funerario, esposto pressoché nella sua interezza, della tomba dei Flabelli. Si possono osservare, per la prima volta insieme, i due utensili che danno il nome al monumento: sono in bronzo e presentano una decorazione ottenuta a sbalzo; notevoli sono anche due armature complete con elmi e schinieri e un servizio di vasi bronzei per il banchetto e il simposio. La documentazione di Vetulonia è affidata al corredo della tomba del Duce che comprendeva, fra l´altro, un´urna cineraria in argento decorata a sbalzo e vasellame in bucchero di alta qualità ad esaltazione della perizia dei ceramisti etruschi.
Una preziosa statuetta d´avorio ricoperta da foglie d´oro e raffigurante una divinità femminile è in grado da sola di suggerire la raffinatezza e l´apertura mediterranea dei principi di Marsiliana d´Albegna: l´opera, realizzata forse localmente, venne scolpita da un artigiano originario del bacino orientale del Mediterraneo e immigrato in Etruria. Da Roselle provengono reperti ricuperati in un ambito diverso da quello funerario: dall´area della cosiddetta «casa con recinto», in cui è stato riconosciuto uno dei più antichi edifici pubblici dell´Etruria con valenza sia civile che religiosa. I centri di Poggio Buco e Pitigliano sono documentati prevalentemente da ceramiche come grandi crateri in bucchero e singolari vasi d´impasto ornati da figurine plastiche.