Domus Aurea, due anni per salvare la reggia
CARLO ALBERTO BUCCI
La Repubblica (Roma) 04/06/2009
Il verde di Colle Oppio sarà sollevato come uno scalpo. Per permettere agli operai di salvare le volte della Domus Aurea, innanzitutto la magnifica Sala Ottagona, dalle infiltrazioni d´acqua attraverso la realizzazione di una nuova, più efficace impermeabilizzazione. Ma subito dopo - ossia tra almeno due anni - il prato e le piante torneranno a coprire e a proteggere le vestigia ipogee della principesca dimora di Nerone. Riprendendo però, nella disposizione dei giardini, la pianta delle terme traianee costruite sopra - come damnatio memoriae - la reggia dell´imperatore incendiario. Un piano, quello messo a punto dallo Stato, che prevede di liberare il parco di Traiano a Colle Oppio dall´assedio dei bus turistici. Ma anche dal passaggio del traffico cittadino.
«La pedonalizzazione di Colle Oppio è contemplata nel progetto che è stato presentato al Comune ed è un´operazione più facile della pedonalizzazione di via dei Fori imperiali», ha spiegato fiducioso il direttore regionale dei Beni culturali del Lazio, Luciano Marchetti, che, in qualità di commissario delegato per la messa in sicurezza della Domus aurea, ieri ha consegnato le chiavi del cantiere all´associazione temporanea di imprese vincitrice del concorso.
Con al fianco il sottosegretario Francesco Giro e il soprintendente archeologo Angelo Bottini, Marchetti ha dettato i tempi e le misure dell´intervento: lavori al via entro 20-30 giorni; completamento entro due anni al massimo; interventi su 2.600 metri quadri di edificio, rispetto ai 16mila dell´intero complesso; spesa di 3.300.000 euro, un quinto del budget complessivo (15 milioni) previsto per restituire ai visitatori le architetture, gli affreschi e gli stucchi scoperti come "grottesche" da Raffaello nel Cinquecento e da tre anni chiusi al pubblico per pericolo cadute di intonaco.
«Era il 2006 e non c´era il pericolo "crolli", ma sì la necessità di mettere in sicurezza le volte minacciate dalle infiltrazioni d´acqua e, naturalmente, proteggere il pubblico in visita: per questo chiudemmo» ha raccontao Bottini. In vista del traguardo di una «"Roma città aperta"», annunciata da Giro restituendo al pubblico «l´archeologia off limits: dal Palatino al Mausoleo di Romolo sull´Appia antica», per la Domus aurea si sta pensando anche a un´uscita diversa da aggiungere all´ingresso attuale: «Sì, sfrutteremmo un´altra delle gallerie romane realizzate come sostruzioni per gli edifici sovrastanti» ha annunciato Marchetti.
I resti delle terme di Traiano sono in parte oggetto di restauri. E i giardini di Colle Oppio verranno rimodulati, rispetto al disegno del Ventennio di Antonio Muñoz, facendo in modo che aiuole e stradine restituiscano il tracciato di ciò che è andato perduto degli antichi "bagni" costruiti per i romani interrando il primo piano della reggia di Nerone. «Il verde di Colle Oppio sarà una nuova ricchezza per la città» sostiene Bottini. «E permetterà anche ai resti della Domus Aurea di rimanere sotto terra, sfruttando quel microclima che ha consentito alle pitture di arrivare fino a noi e che non va assolutamente alterato».
CARLO ALBERTO BUCCI
La Repubblica (Roma) 04/06/2009
Il verde di Colle Oppio sarà sollevato come uno scalpo. Per permettere agli operai di salvare le volte della Domus Aurea, innanzitutto la magnifica Sala Ottagona, dalle infiltrazioni d´acqua attraverso la realizzazione di una nuova, più efficace impermeabilizzazione. Ma subito dopo - ossia tra almeno due anni - il prato e le piante torneranno a coprire e a proteggere le vestigia ipogee della principesca dimora di Nerone. Riprendendo però, nella disposizione dei giardini, la pianta delle terme traianee costruite sopra - come damnatio memoriae - la reggia dell´imperatore incendiario. Un piano, quello messo a punto dallo Stato, che prevede di liberare il parco di Traiano a Colle Oppio dall´assedio dei bus turistici. Ma anche dal passaggio del traffico cittadino.
«La pedonalizzazione di Colle Oppio è contemplata nel progetto che è stato presentato al Comune ed è un´operazione più facile della pedonalizzazione di via dei Fori imperiali», ha spiegato fiducioso il direttore regionale dei Beni culturali del Lazio, Luciano Marchetti, che, in qualità di commissario delegato per la messa in sicurezza della Domus aurea, ieri ha consegnato le chiavi del cantiere all´associazione temporanea di imprese vincitrice del concorso.
Con al fianco il sottosegretario Francesco Giro e il soprintendente archeologo Angelo Bottini, Marchetti ha dettato i tempi e le misure dell´intervento: lavori al via entro 20-30 giorni; completamento entro due anni al massimo; interventi su 2.600 metri quadri di edificio, rispetto ai 16mila dell´intero complesso; spesa di 3.300.000 euro, un quinto del budget complessivo (15 milioni) previsto per restituire ai visitatori le architetture, gli affreschi e gli stucchi scoperti come "grottesche" da Raffaello nel Cinquecento e da tre anni chiusi al pubblico per pericolo cadute di intonaco.
«Era il 2006 e non c´era il pericolo "crolli", ma sì la necessità di mettere in sicurezza le volte minacciate dalle infiltrazioni d´acqua e, naturalmente, proteggere il pubblico in visita: per questo chiudemmo» ha raccontao Bottini. In vista del traguardo di una «"Roma città aperta"», annunciata da Giro restituendo al pubblico «l´archeologia off limits: dal Palatino al Mausoleo di Romolo sull´Appia antica», per la Domus aurea si sta pensando anche a un´uscita diversa da aggiungere all´ingresso attuale: «Sì, sfrutteremmo un´altra delle gallerie romane realizzate come sostruzioni per gli edifici sovrastanti» ha annunciato Marchetti.
I resti delle terme di Traiano sono in parte oggetto di restauri. E i giardini di Colle Oppio verranno rimodulati, rispetto al disegno del Ventennio di Antonio Muñoz, facendo in modo che aiuole e stradine restituiscano il tracciato di ciò che è andato perduto degli antichi "bagni" costruiti per i romani interrando il primo piano della reggia di Nerone. «Il verde di Colle Oppio sarà una nuova ricchezza per la città» sostiene Bottini. «E permetterà anche ai resti della Domus Aurea di rimanere sotto terra, sfruttando quel microclima che ha consentito alle pitture di arrivare fino a noi e che non va assolutamente alterato».