domenica 17 ottobre 2010

Statue imperiali tra sabbia e alghe, il romanzo della città sommersa


Statue imperiali tra sabbia e alghe, il romanzo della città sommersa
f.m.
Il Mattino - Napoli 14/10/2010

In vetrina preziose testimonianze
Allo studio un centro per il restauro dei reperti portati alla luce dai sub

Comincia negli anni Sessanta il romanzo della città sommersa flegrea, condensata nello scenario del castello di Baia in un polo museale di importanza internazionale. Dai tesori del ninfeo imperiale di punta Epitaffio al progetto di un laboratorio di restauro specializzato per le opere d'arte custodite attraverso i secoli dal mare. Le prime scoperte a Baia, grazie alle moderne tecniche di ricerca subacquea, dopo i lunghi secoli di sprofondamento del bradisismo flegreo. L'intera scena di Ulisse, Baios e Poliremo ritrovata sotto una coltre di sabbia, alghe e fango. Successivamente, una dopo l'altra le preziose statue che adornavano gli ambienti sfarzosi delle residenze estive dei Cesari. E mille altre preziose testimonianze delle ville patrizie, dei porti commerciali, dello scalo militare di Miseno, della vita che trasformò Puteoli e Baia in una capitale estiva dell'impero. L'arco magico della città sommersa flegrea si estende dai confini dell'antica Pausilypon alle testimonianze, ancora in parte inesplorate, del porto .cumano. Un patrimonio per lunghi decenni depredato dalle continue incursioni dei vandali, soltanto negli ultimi tempi sottoposto alla sorveglianza delle forze di polizia e dalla giusta tutela delle Soprintendenze. Sono tanti i pezzi pregiati recuperati e messi in mostra nelle vetrine del castello di Baia, oltre alle opere d'arte del ninfeo imperiale di Baia e del Sacello degli Augustali di Miseno, due spettacolari ambienti ricostruiti nella torre di nord-ovest della cittadella aragonese. Ora, però, da] completamento del polo di restauro si attende l'atteso decollo del museo flegreo verso i più prestigiosi traguardi della cultura internazionale. La riapertura del nuovo percorso museale marcia in questo senso. Per l'impresa turistica sarà un'occasione di sviluppo irripetibile. Anche per la ricerca scientifica, però, gli itinerari dei Campi Flegrei saranno obiettivi irrinunciabili. Dalla storia del bradisismo scritta attraverso le incrostazioni delle statue recuperate in mare, ad esempio, studiosi di tutto i mondo potranno qui affrontare temi di sempre maggiore interesse per approfondire i segreti della vulcanologia e della ricerca geofisica. Le vicende storiche della «terra ballerina» flegrea, infine, dovrebbero essere sintetizzate in una inedita rassegna già progettata qualche anno fa in un padiglione del castello di Baia, non ancora realizzata soltanto per mancanza di fondi.
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nel disegno:
Veduta dei Campi Flegrei vicino Napoli - HACKERT Jacob Philipp