Terme romane nel caveau della banca
di ANDREA ARTIZZU
L'UNIONE SARDA, 4 MAGGIO 2010
Largo Carlo Felice. L'insediamento è sopravvissuto alla demolizione dell'ex mercato
Gli archeologi: nell'area trovate tracce della città punica. Ieri mattina opralluogo della commissione cultura del Comune e della Soprintendenza nei sotterranei della Banca d'Italia.
Terme romane sotto il caveau della Banca d'Italia. Il sottosuolo cagliaritano non finisce di regalare sorprese: una piccola porzione di un insediamento risalente al II secolo dopo Cristo è riuscita a salvarsi dalla furia omicida degli ingegneri che rasero al suolo l'ex mercato civico del largo Carlo Felice per costruire la Banca d'Italia e la Bnl. Ieri mattina la Commissione cultura del Comune, capitanata da Maurizio Porcelli, e la Soprintendenza hanno effettuato un sopralluogo nei sotterranei della banca, finalizzato alla realizzazione di un nuovo organismo destinato al recupero e alla gestione del patrimonio archeologico che aspetta solo di essere messo a disposizione della città.
IL SOPRALLUOGO Alle 9,30 la Commissione, scortata da alcuni candidati alle Provinciali più interessati al pettegolezzo sugli schieramenti politici che al sopralluogo, varca il portone dell'edificio di via Mercato Vecchio. Due rampe di scale, un'inferriata. Oltre, un pezzo di storia sfregiato: una trave d'acciaio che taglia in due quello che un tempo era il condotto principale delle terme. Poi luci inadeguate, cavi volanti, tubi. E tanta umidità. Maria Gerolama Messina, della Soprintendenza, e Maria Luisa Mulliri, del Comune, si affannano a elogiare la disponibilità degli attuali dirigenti della Banca d'Italia, ma lo sfregio risale a metà del secolo scorso. «Quando nel '57 si decise di costruire la filiale, saltò fuori che sotto c'era un isolato di epoca romana che andava dalla chiesa di Sant'Agostino fino alla Banca nazionale del lavoro. Vennero eseguiti anche scavi che si conclusero nel '58».
LA SORPRESA Per le archeologhe i risultati di quell'indagine potrebbero essere ancora più sorprendenti. «A una quota più bassa non escludiamo l'esistenza di una città punica». Ma c'era molta fretta di concludere i lavori. «Il concetto di salvaguardia non era certo come quello attuale. Così, per motivi di sicurezza, il tratto dal tempio di Sant'Agostino al caveau venne ricoperto da una colata di cemento armato molto spessa». Si è salvata solo una piccola porzione che, secondo Porcelli, «ha bisogno di un robusto intervento strutturale». Tradotto, serve almeno più areazione per evitare che l'umido danneggi ancora di più le strutture. Peggio è successo alla Bnl, dove le ruspe hanno distrutto l'area archeologica, costituita probabilmente da abitazioni del I secolo dopo Cristo.
il giallo Il mistero dei mosaici scomparsi Quando iniziarono i lavori di demolizione dell'ex mercato civico del largo Carlo Felice, per far posto ai due edifici della Banca d'Italia e della Banca nazionale del Lavoro, saltarono fuori i resti di quello che un tempo erano un impianto termale e un'area abitativa di epoca romana. Tra il 1957 e il 1958 la Banca d'Italia, dopo le insistenze pressanti della Soprintendenza archeologica cagliaritana, finanziò una serie di scavi che salvarono una piccola parte di insediamento del II secolo dopo Cristo. «La soprintendenza strappò i mosaici della Banca nazionale del Lavoro e della Banca d'Italia», afferma l'archeologa Maria Gerolama Messina. «Ma mentre i primi sono stai catalogati e sono conservati nei nostri depositi, dei secondi non si hanno più tracce. Abbiamo fatto indagini, ricerche, ma niente. Di quei mosaici di epoca romana non ci sono più indizi. Non riusciamo a capire dove siano finiti».
Quel che resta del sito archeologico potrà essere visitato il prossimo fine settimana durante la manifestazione Monumenti aperti.
di ANDREA ARTIZZU
L'UNIONE SARDA, 4 MAGGIO 2010
Largo Carlo Felice. L'insediamento è sopravvissuto alla demolizione dell'ex mercato
Gli archeologi: nell'area trovate tracce della città punica. Ieri mattina opralluogo della commissione cultura del Comune e della Soprintendenza nei sotterranei della Banca d'Italia.
Terme romane sotto il caveau della Banca d'Italia. Il sottosuolo cagliaritano non finisce di regalare sorprese: una piccola porzione di un insediamento risalente al II secolo dopo Cristo è riuscita a salvarsi dalla furia omicida degli ingegneri che rasero al suolo l'ex mercato civico del largo Carlo Felice per costruire la Banca d'Italia e la Bnl. Ieri mattina la Commissione cultura del Comune, capitanata da Maurizio Porcelli, e la Soprintendenza hanno effettuato un sopralluogo nei sotterranei della banca, finalizzato alla realizzazione di un nuovo organismo destinato al recupero e alla gestione del patrimonio archeologico che aspetta solo di essere messo a disposizione della città.
IL SOPRALLUOGO Alle 9,30 la Commissione, scortata da alcuni candidati alle Provinciali più interessati al pettegolezzo sugli schieramenti politici che al sopralluogo, varca il portone dell'edificio di via Mercato Vecchio. Due rampe di scale, un'inferriata. Oltre, un pezzo di storia sfregiato: una trave d'acciaio che taglia in due quello che un tempo era il condotto principale delle terme. Poi luci inadeguate, cavi volanti, tubi. E tanta umidità. Maria Gerolama Messina, della Soprintendenza, e Maria Luisa Mulliri, del Comune, si affannano a elogiare la disponibilità degli attuali dirigenti della Banca d'Italia, ma lo sfregio risale a metà del secolo scorso. «Quando nel '57 si decise di costruire la filiale, saltò fuori che sotto c'era un isolato di epoca romana che andava dalla chiesa di Sant'Agostino fino alla Banca nazionale del lavoro. Vennero eseguiti anche scavi che si conclusero nel '58».
LA SORPRESA Per le archeologhe i risultati di quell'indagine potrebbero essere ancora più sorprendenti. «A una quota più bassa non escludiamo l'esistenza di una città punica». Ma c'era molta fretta di concludere i lavori. «Il concetto di salvaguardia non era certo come quello attuale. Così, per motivi di sicurezza, il tratto dal tempio di Sant'Agostino al caveau venne ricoperto da una colata di cemento armato molto spessa». Si è salvata solo una piccola porzione che, secondo Porcelli, «ha bisogno di un robusto intervento strutturale». Tradotto, serve almeno più areazione per evitare che l'umido danneggi ancora di più le strutture. Peggio è successo alla Bnl, dove le ruspe hanno distrutto l'area archeologica, costituita probabilmente da abitazioni del I secolo dopo Cristo.
il giallo Il mistero dei mosaici scomparsi Quando iniziarono i lavori di demolizione dell'ex mercato civico del largo Carlo Felice, per far posto ai due edifici della Banca d'Italia e della Banca nazionale del Lavoro, saltarono fuori i resti di quello che un tempo erano un impianto termale e un'area abitativa di epoca romana. Tra il 1957 e il 1958 la Banca d'Italia, dopo le insistenze pressanti della Soprintendenza archeologica cagliaritana, finanziò una serie di scavi che salvarono una piccola parte di insediamento del II secolo dopo Cristo. «La soprintendenza strappò i mosaici della Banca nazionale del Lavoro e della Banca d'Italia», afferma l'archeologa Maria Gerolama Messina. «Ma mentre i primi sono stai catalogati e sono conservati nei nostri depositi, dei secondi non si hanno più tracce. Abbiamo fatto indagini, ricerche, ma niente. Di quei mosaici di epoca romana non ci sono più indizi. Non riusciamo a capire dove siano finiti».
Quel che resta del sito archeologico potrà essere visitato il prossimo fine settimana durante la manifestazione Monumenti aperti.