domenica 2 maggio 2010

Accordo per la fattoria romana

Accordo per la fattoria romana
MARCO POMELLA
MARTEDÌ, 27 APRILE 2010 IL TIRRENO - Viareggio

Il Comune verso l’acquisizione dell’area archeologica dell’Acquarella

I privati costruiranno altrove le villette bloccate al momento dei ritrovamenti a Capezzano

In quel piccolo terreno, ricavato in una conca circondata dai colli, ideale dal punto di vista idrogeologico e climatico, un tempo si coltivava vite e ulivo. E si produceva vino ed olio. Ventuno secoli dopo potrà di nuovo essere ammirato e visitato. Sì, perché gli intoppi burocratici che avevano stoppato i lavori per il sito archeologico dell’Acquarella a breve potrebbero risolversi.
E’ dal 1994 che si sa, che quel pezzo di terra a Capezzano - in fondo all’omonima via - un tempo ospitava una fattoria romana (costruita, tra l’altro, sui resti di una precedente civiltà etrusca). Da quando, durante i lavori di costruzione di una villetta, vennero alla luce alcuni reperti. Dopo una prima segnalazione del gruppo archeologico locale, la zona venne presa in carico dalla Sovrintendenza dei Beni Archeologici della Toscana (e gli interventi di edificazione stoppati), che avviò diverse operazioni di scavo e recupero e coprì tutta l’area con una grande tettoia. Ma dal 2005 si è fermato tutto.
Il perché è presto detto. La zona archeologica è di proprietà privata. E solo ora, dopo lungo trattare, Comune e privati sembrano essere arrivati ad una soluzione: ai privati si lascerà costruire le due villette previste, in un’altra porzione del terreno. E il sito archeologico passerà in mano al Comune. La soluzione condivisa ha ancora un ostacolo: un vincolo cimiteriale della futura area edificabile, che però, probabilmente, si riuscirà a rimuovere.
Il progetto. Se il Comune diverrà proprietario della fattoria dell’Acquarella, la Sovrintendenza potrebbe riavviare gli scavi. Anche perché l’amministrazione ha già in mente (e ha già inserito nel programma triennale delle opere) un grande progetto di recupero e valorizzazione. Spesa prevista: 500 mila euro.
L’unica parte già edificata, di quella che doveva diventare la prima delle due villette, è la gettata per le fondamenta ed il piano seminterrato. Nulla sarà demolito; il tetto del fabbricato servirà, infatti, come passerella per osservare, dall’altro protetti da un parapetto, la zona archeologica già portata alla luce e i futuri scavi degli archeologi. La stanza sotterranea, invece, servirà da magazzino dei reperti rinvenuti.
Tutta l’area sarà recintata. Si accederà con una strada (che partirà dal parcheggio del cimitero di Capezzno) e poi con un sentiero pedonale. L’intero perimetro della fattoria, inoltre, sarà attraversato da una pista ciclabile, che si ricongiungerà con l’antica via Francigena che passa alle spalle di Villa Cavanis.
Vicino ai resti della fattoria, inoltre, sarà ricavato un laghetto artificiale per ricostruire le condizioni originarie (parliamo del primo secolo avanti cristo, in epoca augustea) della zona (semi-paludosa appunto). E si installerà un casottino prefabbricato per attività didattiche e accoglienza.
Tra le parti meglio conservate (di quelle già riportate alla luce), una stanza della fattoria-dimora, dove era conservato un antico torchio per spremere le olive. Su quel terreno, infatti, un tempo si coltivava vite e olivo, così come oggi si fa in molti terreni vicini, tra Capezzano e Camaiore.