martedì 11 maggio 2010

Crolla il Colosseo

Crolla il Colosseo
FLAVIA AMABILE
10/5/2010

Un mese fa si era staccato anche il soffitto della Domus Aurea e gli archeologi accusano il Commissario della Soprintendenza

Era notte, o forse l'alba di ieri, quando dal Colosseo si è staccato un pezzo di malta della struttura originale. Non molto grande: circa mezzo metro quadrato di spessore. Ha rotto la rete di protezione collocata tra gli anni ’70 ed ’80 ed è rotolato giù da uno degli ambulacri del primo piano, quello dove vengono ospitate le mostre.

Sono mesi che si parla dello stato di degrado del Colosseo, del suo stato di conservazione arrivato ai livelli di guardia ma anche della facilità con cui nei paraggi dell’entrata scoppiano risse e accoltellamenti. Inoltre, un mese fa era toccato alla Domus Aurea un problema simile anche se più rilevante, il crollo di 60 metri quadrati del soffitto.

Il pezzo del Colosseo probabilmente è caduto nella notte, ma è stato trovato ieri mattina alle 6 prima dell’apertura ai visitatori, questo ha evitato incidenti. Anzi. L’apertura del monumento è stata regolare: l’area del crollo è stata transennata e i visitatori sono entrati come se nulla fosse accaduto.

La notizia è stata raccontata dal sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro che invita a non preoccuparsi anche perchè «entro 15 giorni sarà pronta la cordata di imprenditori che finanzieranno il restauro che costerà 23 milioni di euro». Capofila degli sponsor italiani, come annunciato di recente dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, sarà Diego Della Valle.

Diverso il tono usato dagli archeologi. «Ancora una volta - ha dichiarato Giorgia Leoni, presidente della Confederazione italiana archeologi - si è sfiorata la tragedia: se il crollo fosse avvenuto a monumento aperto avrebbe potuto colpire qualcuno tra le migliaia di visitatori che, specialmente la domenica, affollano l’anfiteatro. Lo stato in cui versa il Colosseo è uno dei motivi alla base del Commissariamento della Soprintendenza Archeologica di Roma e, a distanza di oltre un anno e mezzo, evidentemente la struttura commissariale non ha individuato gli strumenti necessari a garantirne la conservazione».

Anche al ministero dei Beni Culturali sottolineano la necessità di procedere con il restauro. Il soprintendente archeologico di Roma Giuseppe Proietti e il commissario delegato Roberto Cecchi hanno assicurato che ieri il personale ha effettuato «immediati controlli su tutte le aree sotto osservazione» e che per oggi «sono già programmati accertamenti più estesi». Ma poi hanno spiegato che «si tratta di superfici per le quali in diverse parti della fabbrica sono in corso interventi di restauro e per altre, come quelle in questione, gli interventi sono già progettati e si è in attesa di poterli appaltare».

In particolare, in base al piano di restauro per complessivi 23 milioni di euro messo a punto da Cecchi, sono in corso quattro interventi: il primo sul perimetro dell’arena per il quale sono serviti 390mila euro, il secondo sul terzo ordine per una cifra pari a 480mila euro. Per l’attico sono stati utilizzati 400mila euro mentre 500mila sono serviti per gli ipogei.
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