giovedì 18 marzo 2010

Viaggio tra scafi e marmi ecco come sarà il museo delle navi antiche di Pisa

Viaggio tra scafi e marmi ecco come sarà il museo delle navi antiche di Pisa
MARCO BARABOTTI
GIOVEDÌ, 18 MARZO 2010 IL TIRRENO - Pisa

I primi due lotti saranno inaugurati a dicembre

PISA. Viaggio tra scafi e marmi ecco come sarà il museo delle navi antiche di Pisa

Eccolo il futuro museo delle navi romane negli Arsenali Medicei. Lo abbiamo visitato in anteprima, per capire qual è lo stato effettivo dei lavori. Qui è tutto un cantiere, dove si lavora giorno e notte. Ci accompagna nella visita Andrea Camilli, il direttore scientifico di questo grande progetto destinato a diventare una punta di diamante nel panorama museale della città.
Scopriamone subito il fascino. Si entra dalla grande porta di ingresso degli Arsenale Medicei, sul lungarno, e attraverso l’androne, dove sorgerà la biglietteria, si arriva nel cortile interno, che funzionerà da snodo del futuro museo. Sulla destra, dove fino a qualche mese fa c’era la caserma della Guardia di Finanza, sarà creata la cosiddetta area dei servizi con bar accessibili anche dai lungarni, uffici e alloggi vari.
Dal grande cortile i cui lavori di rifacimento delle mura perimetrali sono un po’ indietro, entriamo a sinistra nel corridoio che è lo snodo principale di ingresso e di uscita del futuro complesso. A destra, nella prima campata, sono già a buon punto le strutture di allestimento. Qui troveranno spazio mostre temporanee. Nella seconda campata, si avrà un impatto visivo della grande scoperta delle “Antiche navi di Pisa”, con una ricostruzione di scene del porto pisano, mentre nella terza avremo quella del porto e della alluvione che determinò l’affondamento delle navi.
Nella quarte campata, sempre a destra, percorrendo il lungo corridoio dove tecnici e operai stanno lavorando alacremente, si parlerà di scienze applicate alla ricerca. Saranno messe a confronto gli scavi di terra e di mare, con le varie differenze. Un abbozzo di titolo a questa sezione è già stato dato: “Tecniche di restauro antiche e moderne”.
Da qui arriviamo alla quinta campata. I lavori sono già in fase avanzata. In questo padiglione è stato già creato un piano rialzato che si affaccia su un’altra ala del futuro museo, quella che sarà dedicata ai reperti trovati sulle navi. È, questa delle navi, l’ala forse più suggestiva di tutto il museo. Qui sarà collocata la nave denominata «D» ed un modello a grandezza naturale della “Alkedo”.
La nave «D» ha uno scafo di circa 14 metri a doppio fasciame, la nave ellenistica risale al II secolo a.C. ed è di media grandezza ed è stata rinvenuta totalmente smontata. «Dovrà essere un museo vivo, work in progress - dice Camilli - non solo per un pubblico di specialisti e vivrà in stretta collaborazione con il cantiere delle navi romane situato in prossimità della stazione di Pisa San Rossore. Sarà legato con un “cordone ombelicale” anche al centro per il restauro annesso allo scavo che è di per sé un patrimonio eccezionale».
La novità, in questo lotto, sarà la ricostruzione di un barcone fluviale dei renaioli trainato dai cavalli. E per rappresentare quelle atmosfere, sarà proiettato un documentario degli anni Trenta sulla vita dei renaioli.
Siccome lo scavo ha permesso di recuperare molti dei materiali che facevano parte del carico delle navi rimaste coinvolte e affondate in seguito alle alluvioni, tra le quali anfore vinarie di varia origine (gallica, iberica, adriatica e così via), a questi “pezzi” sarà dedicata un’altra sezione, quella appunto che si vede anche dall’alto, nel settore dedicato alle navi. Essi saranno collocati in ordine cronologico attraverso una grande rappresentazione a parete che, a colpo d’occhio, dirà il luogo di provenienza e il periodo. «Sarà un campionario - dice Camilli - unico di storia del Mediterraneo».
Un’altra novità, è la ricostruzione della stalla dei cavalli, nell’aspetto originale. È praticamente pronta. Si chiamerà “la stalla reale” o forse “Il cavallo del re”.
Nell’ala adiacente, si sta lavorando alla ricostruzione della “stanza romana”, affrescata di finto marmo, dotata di effetti speciali che ne faranno cambiare il pavimento di volta in volta. Lì accanto sorgerà anche una sezione dedicata alle tecniche di navigazione, ricostruendo quella che era la vita di bordo. Parallelamente continua l’attività del centro di restauro del legno bagnato a Pisa San Rossore, che resta un tour, a parte le vicissitudini degli allagamenti, di grandissimo interesse storico e archeologico che consente, in poco più di un’ora, di visitare gli scavi e i laboratori dove vengono sperimentate le tecniche di restauro e conservazione, uniche al mondo.
Esso sorge nell’area dove nel 1998 iniziarono a venire alla luce imbarcazioni risalenti a varie epoche storiche, dove è attivo uno degli scavi più importanti di questo secolo, un complesso archeologico di proporzioni inattese (quello che è stato trovato finora è forse solo la punta dell’iceberg). I fondali fluviali hanno infatti restituito ad oggi già 30 relitti di imbarcazioni spesso ben conservati, di tutte le dimensioni, affondate i quest’area nell’arco di diversi secoli. Qui infatti correva l’Auser, e pare che la causa dei naufragi in epoche diverse siano state le disastrose piene fluviali, veri e propri tsunami che spazzarono via le navi col loro carico.
Al lavoro oggi ci sono una sessantina di studiosi e tecnici; fra le scoperte più recenti, le ossa della gamba di uno schiavo con un anello con catena alla caviglia, il palo che segnalava l’incrocio fra il fiume e un canale, il nome di una nave (”Alkedo”, il Gabbiano) scritto in caratteri greci sulla fiancata, e ancora la stiva di una nave carica di spalle di maiale, un’anfora che conteneva pasta d’acciughe, anfore con vino, olio e cereali, vasi di vetro, monete, gioielli, pettini, calzature. Numerosi anche i resti umani e le ossa di animali domestici ed esotici.
Ritroveremo tutto questo agli Arsenali Medicei, in gran parte a dicembre, quando saranno inaugurati i primi due o tre lotti del museo.