La villa romana continua a stupire
Giovedì 11 Marzo 2010 L'ARENA
Altri importanti ritrovamenti nel sito archeologico al cimitero di Castelletto, ma sono indispensabili immediati lavori di restauro
Riportati alla luce un mosaico un sorprendente sistema di riscaldamento a pavimento e una fibula femminile
Continua a stupire il sito archeologico della villa romana ritrovata, alcuni anni fa, al cimitero di Castelletto di Brenzone.
Durante i lavori di scavo per l’ampliamento del cimitero, sul retro della chiesetta di San Zen de l'Oselèt, dove erano stati riportati alla luce resti perfettamente conservati di una villa romana, in questi giorni è stato ritrovato anche un pavimento a mosaico.
Ma, quel che più impressiona, è che è stato svelato anche un sistema di «riscaldamento a terra» del tutto simile ai più moderni impianti oggi in uso nelle case più tecnologiche. Inoltre, sono stati ritrovati anche alcuni oggetti antichi, tra cui una fibula femminile, con tanto di meccanismo funzionante, di scarso valore economico ma di sorprendente valore storico.
Negli anni scorsi l'amministrazione comunale guidata dall'allora sindaco Giacomo Simonelli, grazie a contributi della Soprintendenza, a fondi regionali e comunali, aveva messo in sicurezza il sito che, negli ultimi mesi, è stato ricoperto in modo da proteggerlo dalle intemperie.
I lavori proseguono e, con le novità di queste ultime settimane, l'amministrazione di Rinaldo Sartori, a breve dovrà prendere una decisione su cosa fare a Castelletto.
Il sito archelogico, infatti, si sta rivelando ancora più importante, ricco e sorprendente di quanto già fosse chiaro all'epoca del suo ritrovamento, nel 2005.
Vista l'estensione della villa romana e degli altri reperti, il sito rischia di divenire incompatibile con la struttura cimiteriale in cui oggi è inserito.
«È stato riportato alla luce un ambiente con mosaico geometrico a tessere bianche e nere e "sospensurae subpavimentali", cioè un impianto di riscaldamento», illustra Brunella Bruno, della Soprintendenza ai beni archeologici del Veneto.
«Il tutto molto raffinato e con una buona tecnica costruttiva. È stato trovato pure il frammento di un oggetto metallico, una fibula femminile, che ci aiuterà a comprendere in maniera più circostanziata e a datare l'occupazione avvenuta in epoca alto-medievale».
Poi la responsabile della Soprintendenza lancia un vero e proprio appello: «Il mosaico necessita di un intervento di restauro urgente. Interrarlo di nuovo in queste condizioni si potrebbe rischiare di non ritrovarlo mai più. Non abbiamo però fondi sufficienti per un restauro e anche l'area della villa, alle spalle della chiesa, avrebbe bisogno di opere di consolidamento: le pietre dei muri si stanno staccando e crollano sui piani pavimentali». Conclusione: chi può si faccia avanti al più presto per salvare «uno dei siti archeologici più importanti dell'intera regione Veneto».
Soddisfatto, anche se un po' preoccupato per come dovrà affrontare da un lato l'aspetto culturale e, dall'altro, quello economico e logistico, il sindaco di Brenzone, Rinaldo Sartori spiega: «Stiamo collaborando con la Soprintendenza per cercare di fare il meglio per questo sito importantissimo. La Villa di Castelletto è l'unica romana finora ritrovata lungo le sponde orientali del Garda, sicuramente confrontabile per estensione e articolazione delle strutture, con i complessi abitativi privati nella fascia spondale bresciana, quali le ville trovate a Sirmione, Toscolano e Desenzano».
«Vogliamo», conclude, «aprire al pubblico il complesso e dare evidenza agli interventi eseguiti sotto la supervisione della Soprintendenza. O il 17 o il 24 aprile, nell'ambito della Dodicesima settimana della cultura, faremo una giornata di porte aperte alla presenza di rappresentanti del ministero per i Beni culturali».
Inoltre, il sindaco vorrebbe organizzare «percorsi didattici collaborando con gli alunni dell'istituto tecnico per il turismo di Castelletto che, facendo esperienza professionale, potrebbero aiutarci a organizzare visite guidate».
Giovedì 11 Marzo 2010 L'ARENA
Altri importanti ritrovamenti nel sito archeologico al cimitero di Castelletto, ma sono indispensabili immediati lavori di restauro
Riportati alla luce un mosaico un sorprendente sistema di riscaldamento a pavimento e una fibula femminile
Continua a stupire il sito archeologico della villa romana ritrovata, alcuni anni fa, al cimitero di Castelletto di Brenzone.
Durante i lavori di scavo per l’ampliamento del cimitero, sul retro della chiesetta di San Zen de l'Oselèt, dove erano stati riportati alla luce resti perfettamente conservati di una villa romana, in questi giorni è stato ritrovato anche un pavimento a mosaico.
Ma, quel che più impressiona, è che è stato svelato anche un sistema di «riscaldamento a terra» del tutto simile ai più moderni impianti oggi in uso nelle case più tecnologiche. Inoltre, sono stati ritrovati anche alcuni oggetti antichi, tra cui una fibula femminile, con tanto di meccanismo funzionante, di scarso valore economico ma di sorprendente valore storico.
Negli anni scorsi l'amministrazione comunale guidata dall'allora sindaco Giacomo Simonelli, grazie a contributi della Soprintendenza, a fondi regionali e comunali, aveva messo in sicurezza il sito che, negli ultimi mesi, è stato ricoperto in modo da proteggerlo dalle intemperie.
I lavori proseguono e, con le novità di queste ultime settimane, l'amministrazione di Rinaldo Sartori, a breve dovrà prendere una decisione su cosa fare a Castelletto.
Il sito archelogico, infatti, si sta rivelando ancora più importante, ricco e sorprendente di quanto già fosse chiaro all'epoca del suo ritrovamento, nel 2005.
Vista l'estensione della villa romana e degli altri reperti, il sito rischia di divenire incompatibile con la struttura cimiteriale in cui oggi è inserito.
«È stato riportato alla luce un ambiente con mosaico geometrico a tessere bianche e nere e "sospensurae subpavimentali", cioè un impianto di riscaldamento», illustra Brunella Bruno, della Soprintendenza ai beni archeologici del Veneto.
«Il tutto molto raffinato e con una buona tecnica costruttiva. È stato trovato pure il frammento di un oggetto metallico, una fibula femminile, che ci aiuterà a comprendere in maniera più circostanziata e a datare l'occupazione avvenuta in epoca alto-medievale».
Poi la responsabile della Soprintendenza lancia un vero e proprio appello: «Il mosaico necessita di un intervento di restauro urgente. Interrarlo di nuovo in queste condizioni si potrebbe rischiare di non ritrovarlo mai più. Non abbiamo però fondi sufficienti per un restauro e anche l'area della villa, alle spalle della chiesa, avrebbe bisogno di opere di consolidamento: le pietre dei muri si stanno staccando e crollano sui piani pavimentali». Conclusione: chi può si faccia avanti al più presto per salvare «uno dei siti archeologici più importanti dell'intera regione Veneto».
Soddisfatto, anche se un po' preoccupato per come dovrà affrontare da un lato l'aspetto culturale e, dall'altro, quello economico e logistico, il sindaco di Brenzone, Rinaldo Sartori spiega: «Stiamo collaborando con la Soprintendenza per cercare di fare il meglio per questo sito importantissimo. La Villa di Castelletto è l'unica romana finora ritrovata lungo le sponde orientali del Garda, sicuramente confrontabile per estensione e articolazione delle strutture, con i complessi abitativi privati nella fascia spondale bresciana, quali le ville trovate a Sirmione, Toscolano e Desenzano».
«Vogliamo», conclude, «aprire al pubblico il complesso e dare evidenza agli interventi eseguiti sotto la supervisione della Soprintendenza. O il 17 o il 24 aprile, nell'ambito della Dodicesima settimana della cultura, faremo una giornata di porte aperte alla presenza di rappresentanti del ministero per i Beni culturali».
Inoltre, il sindaco vorrebbe organizzare «percorsi didattici collaborando con gli alunni dell'istituto tecnico per il turismo di Castelletto che, facendo esperienza professionale, potrebbero aiutarci a organizzare visite guidate».